L'energia rinnovabile di comunità: i nuovi modi di risparmiare con un occhio all'ambiente

Nell'ambito della Settimana per l'Energia promossa da Confartigianato Lombardia, Varese e dalle altre associazioni lombarde si è parlato di comunità energetiche e autoconsumo collettivo, due nuove formule che punta sul fotovoltaico per evolvere

Energie rinnovabili Settimana per l'Energia

Il primo dei numerosi appuntamenti della Settimana per l’Energia – giunta alla sua tredicesima edizione e promossa da Confartigianato Lombardia con Varese e le altre associazioni lombarde – e iniziata lunedì 25 ottobre è un messaggio a guardare oltre: l’energia alternativa è una opportunità che avanza e che sempre più soggetti sono disposti a sfruttare in un contesto di crescita non solo economica ma sociale e di benessere collettivo. È questa la sintesi del webinar “Comunità energetiche e autoconsumi collettivi, il nuovo modo di fare fotovoltaico” promosso nell’ambito del ciclo “L’energia per la transizione: rivoluzione verde e transizione ecologica per il futuro del Paese”. Detto in sintesi, ciascuno dei relatori ha aggiunto un pezzetto al mosaico di due realtà di cui ancora poco si sa e poco si conosce: le comunità energetiche, appunto, e l’autoconsumo collettivo, sulle cui connotazioni si è speso Antonio Lobosco, Senior Manager Energy&Strategy Politecnico di Milano, moderato da Giovanni Zaina, coordinatore della Direzione operativa Cenpi.

I numeri in primo luogo: nel prossimo quinquennio (2021-2025) saranno coinvolti in configurazioni di auto consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e comunità di energia rinnovabile dalle 3500 alle 31mila persone. Un numero in costante crescita per quelle che sono formule in perenne cambiamento, anche normativo. Con evoluzioni sempre più orientate alla diffusione del fenomeno e all’ampliamento della sua platea.

DI COSA SI TRATTA

Energie rinnovabili Settimana per l'Energia

Le comunità energetiche corrispondono a un gruppo di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali. Con le dovute distinzioni e differenze tra loro, le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare la priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale. Renato Ornaghi, Ceo di Energy Saving Spa ed Enrico Bramerini, Senior Partner Elea Srl sono entrati ancora più nel dettaglio rimarcando che una comunità energetica è un insieme di cittadini privati, e una cooperativa di enti pubblici, imprese e cooperative che collaborano per auto-produrre e auto consumare sul posto e tra loro energia da fonte rinnovabile, così da realizzare la propria autonomia energetica. L’impianto a fonte rinnovabile può ora raggiungere 200Kw di potenza, deve risultare di proprietà della comunità ed essere entrato in esercizio dopo il primo marzo 2020. Il vincolo attuale è che le utenze devono essere connesse tramite la medesima cabina di trasformazione Mt/Bt.

Un caso pilota in questo senso è stato attuato a Lavarone, in Trentino, comunità di pregio di 1200 anime collocato a sud est del Trentino al confine con Vicenza, con una economia centrata su servizi collegati al turismo. A Lavarone è stata trovata una conduzione amministrativa sensibile a giocare un ruolo attivo, per non fare solo energia, ma costruire un processo di rigenerazione con eccezione ampia (energie tecnologiche ma anche energie per la comunità in senso lato), sviluppando sostenibilità anche sociale e sviluppo locale.

Diverso è il caso dell’autoconsumo collettivo da rinnovabili che, in pratica, è una collaborazione che si genera tra famiglie e soggetti che si trovano nello stesso edificio e condominio e mira a promuovere l’autoconsumo energetico condiviso anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo, ricevendo in cambio un incentivo di 0,10 euro/Kmwh di durata ventennale cumulabile con il Superbonus 110%. Ne ha parlato, in senso lato e con esempi pratici, l’imprenditore Roberto Rosanna, titolare di tre imprese tra le quali la Renewable Community società benefit nell’intervento “Start-up innovativa sulle comunità energetiche in autoconsumo collettivo”: «Con Renewable abbiamo messo insieme esperienze nel settore energia e delle costruzioni – ha spiegato - L’anno scorso in periodo Covid abbiamo capito che nel nostro settore l’Italia voleva andare verso la rivoluzione energetica e abbiamo pensato a come fare, perché fino a poco tempo fa le leggi italiane erano molto restrittive».

SERVE SEMPRE PIÙ FOTOVOLTAICO

Energie rinnovabili Settimana per l'Energia

Ora le cose vanno verso un cambiamento che dovrebbe concretizzarsi – è l’auspicio degli operatori – a breve. Ancora Rosanna: «Con l'autoconsumo collettivo l’energia prodotta può essere condivisa con i proprietari dell’immobile e con il costruttore. I soggetti destinatari sono condominio, centri commerciali e villette a schiera. I benefici sono risparmi in bolletta e un’ottimizzazione dei consumi».

«L’autoconsumo collettivo è diverso dalle comunità energetiche, che si realizza tra più abitazioni e più impianti fotovoltaici e i soggetti coinvolti sono diversi: Pa, aziende, enti territoriali, cittadini. Nell’autoconsumo collettivo – è stata l’analisi di Rosanna - tutto è più semplice perché l’amministratore ripartisce i benefici; nelle comunità bisogna creare una comunità di soggetti che la gestiscano, ma gli aderenti alle comunità energetiche possono dare benefici anche a soggetti esterni, come le scuole. Più il comune è piccolo e più può ragionare sulla comunità energetica non create a scopo di lucro».

Insomma, le opportunità ci sono per iniziare a ragionare secondo canoni nuovi, con una premessa di Giovanni Zaula indispensabile: serve sempre più fotovoltaico e su quello bisogna puntare.

Regione Lombardia si sta muovendo in questa direzione, come ha chiarito Gian Luca Gurrieri, D.G. Ambiente e clima Dirigente della U.O. Clima e qualità dell’Aria Regione Lombardia, con politiche di sviluppo modellate sulla scorta delle normative europee, anch’esse in fase di cambiamento: «Abbiamo in programma uno stanziamento di 10 milioni di euro per progetti relativi a impianti e reti locali per la produzione e distribuzione di energia anche nella prospettiva delle comunità energetiche per sostenere realizzazione di impianti, reti e altre infrastrutture, anche ad integrazione di quelle esistenti per favorire la copertura del fabbisogno energetico (elettrico-termico) di utenze pubbliche e/o private mediate fonti rinnovabili e/cascami». Regione Lombardia sta spingendo in tal senso anche sul patrimonio aler (155 edifici interessati per 6.673 alloggi) perché il futuro dell’energia rinnovabile, condivisa e socialmente sostenibile è adesso.