Le risorse fossili si esauriranno e la startup si inventa la soluzione green e riciclabile

Le risorse fossili si esauriranno e la startup si inventa la soluzione green e riciclabile

«Le risorse fossili prima o dopo si esauriranno e noi abbiamo bisogno di creare di nuovi materiali». Questo è l’obiettivo del Ceo Gianni Tagliapietra e di tutto il team di Mixcycling, start up innovativa che si occupa di sviluppare e produrre materiali sostenibili fondendo, attraverso un processo brevettato, fibre con polimeri ottenuti da risorse organiche rinnovabili, di riciclo o vergini.

Spin off della storica azienda di tappi di Vicenza Labrenta, Mixcycling sviluppa i propri materiali con l’obiettivo di sostituirli ai comuni materiali di origine fossile. Per farlo «non dobbiamo utilizzare dei materiali che vengono coltivati, con il rischio di alimentare il cosiddetto food conflict, ma bensì utilizzare scarti – aggiunge Tagliapietra - La nostra mission è quella di creare nuova materia da scarti, che possa essere utilizzata dovunque oggi vengono utilizzati materiali plastici».

DA DOVE DERIVANO GLI SCARTI?

«Dove possibile andiamo ad utilizzare polimeri 100 percento riciclati. Entrando nello specifico, per produrre i nostri materiali, che sono bio compositi, utilizziamo scarti che derivano da sughero, legno, lolla di riso, scarti di caffè, vinaccia e molte altre fibre che stiamo caratterizzarlo» spiega il Ceo e cofondatore di Mixcycling.

L’azienda vicentina propone così una soluzione alternativa sul mercato rispetto alla plastica convenzionale da fonti fossili, con materiali che possono essere impiegati in diverse tecnologie industriali già in uso come “injection moulding” (stampa a iniezione), estrusione e stampa 3D a granulo, per vaste applicazioni. Allo stato attuale i materiali prodotti da Mixcycling trovano applicazione nel campo del packaging alimentare, in ambito cosmetico, nei casalinghe, negli usa e getta, nel settore dell’automotive e degli articoli industriali e in altri settori che l’azienda vicentina sta man mano esplorando cercando di trovare le soluzioni migliori alle richieste dei clienti.

MISURAZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE

Il vantaggio competitivo di Mixcycling è quello di poter inglobare più fibre diverse all’interno del polimero, «questo ci permette di ridurre di molto i costi, visto che le fibre che utilizziamo sono degli scarti, appunto, di origine vegetale – spiega ancora Tagliapietra – Inoltre, il materiale è molto più puro perché il processo di sanificazione toglie tutte le parti volatili».

Uno dei pilastri di Mixcycling è la misurazione oggettiva dell’impatto ambientale sia della produzione che del singolo prodotto. Per farlo l’azienda conduce test di Life Cycle Assessment (LCA), un tipo di analisi che permette di misurare l’impatto ambientale associato alle varie “fasi di vita” di un prodotto. “Tutto questo garantisce la sostenibilità oggettiva dei nostri materiali”, conclude Tagliapietra.

Forte di processi produttivi che richiedono un minor impiego di risorse rispetto alla concorrenza e che la mettono al riparo dall’attuale problema delle materie prime, Mixcycling si muove in un mercato che, secondo la società di analisi Markets&Markets, arriverà a circa 36,8 miliardi di dollari (circa 32,6 miliardi di euro) nel 2022, con un tasso di crescita del 14,44% nel periodo 2017-2022.