Transizione ecologica: il motore del cambiamento è l'idrogeno? Sì, ma occhio ai costi

Transizione ecologica: il motore del cambiamento è l'idrogeno? Sì, ma occhio ai costi
Idrogeno pregi e difetti

La transizione ecologica passa inevitabilmente attraverso le fonti di energia rinnovabili, e tra queste viene inserito anche l’idrogeno. Ma ci sono visioni contrastanti sulla reale sostenibilità e sui vantaggi dell’utilizzo massivo di questo gas. Ad essere messi in dubbio sono soprattutto i costi per la produzione e quelli per lo stoccaggio e il trasporto.

È bene chiarire subito che l’idrogeno non è esattamente una fonte di energia, bensì quello che viene chiamato un vettore energetico, cioè un “mezzo” che consente l’immagazzinamento dell’energia che può poi venire erogata in altre forme, come l’elettricità o la combustione.

L’idrogeno in forma di molecola (H2) è piuttosto raro sul nostro pianeta e quindi va prodotto, a partire dall’acqua e usando degli elettrolizzatori (che scindono tramite elettrolisi la molecola d’acqua H2O) o a partire da gas, o addirittura dal petrolio.

L'IDROGENO NON È SOLO UNO

Idrogeno pregi e difetti

Proprio in relazione al modo in cui viene prodotto, esistono diversi tipi di idrogeno:

  • verde, prodotto da energie rinnovabili come l’elettricità ottenuta dal fotovoltaico;
  • blu, prodotto partendo dal metano e intrappolando la CO2 di scarto nel sottosuolo;
  • grigio, ottenuto dal petrolio, dal gas naturale o dal carbone senza che la CO2 di scarto venga intrappolata;
  • viola, se ottenuto utilizzando energia nucleare.

Di tutte queste tipologie solo alcune sono veramente sostenibili in termini di emissioni di gas che alterano il clima e di impatto ambientale. Altre vengono solo fatte passare per soluzioni green.

La stragrande maggioranza dell’idrogeno utilizzato oggi è quello “grigio”, il cui processo di produzione emette anidride carbonica. La soluzione meno impattante per l’ambiente è rappresentata dall’idrogeno “verde”, privo di carbonio, prodotto utilizzando l’elettricità per dividere le molecole di idrogeno dalle molecole di ossigeno nell’acqua e che come sottoprodotto non rilascia anidride carbonica, ma acqua.

I CONTI NON TORNANO

Idrogeno pregi e difetti

Tuttavia, per l’analista di Bloomberg New Energy Finance Michael Liebreich, gli svantaggi dell’idrogeno “verde” possono essere uguali (o superiori) ai suoi vantaggi. Secondo le stime di Bloomberg NEF fino al 2050 in tutto il mondo verrà fatto un investimento di 11 trilioni di dollari per la produzione e lo stoccaggio di idrogeno “verde”, inoltre servirà più elettricità di quella che il mondo genera ora per far sì che venga soddisfatto un quarto del fabbisogno energetico mondiale. Infine, non si prevede che gli investimenti e la produzione attuali siano in grado di tenere il passo con la domanda. Un rapporto dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis prevede che i progetti attuali genereranno solo 3 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno “verde”, rispetto a un obiettivo globale di 8,7 milioni di tonnellate ogni 12 mesi.

In poche prole, allo stato attuale, con le attuali tecnologie, la produzione dell’idrogeno “verde” è molto dispendiosa. Non solo, anche il suo stoccaggio e trasporto si basano su infrastrutture sperimentali economicamente impegnative, soprattutto se utilizzate su larga scala, si pensi alla diffusione dei metanodotti, ad esempio. Per questi fattori un utilizzo massivo di idrogeno “verde” oggi non è sostenibile, ma la via intrapresa da politica, mondo imprenditoriale e ricerca sembra quella corretta.

La chiave per la sostenibilità è avere abbondanza di elettricità a basso costo e a basse emissioni di carbonio, proveniente da fonti rinnovabili come vento o sole, da utilizzare per produrre idrogeno “verde”, dice Julio Friedmann, ricercatore presso il Center on Global Energy Policy e la Columbia University.