Il coraggio di essere green: Supersalone e Fuorisalone sono ripartiti dal design sostenibile

Il Supersalone ha tracciato tre direzioni in particolare: ripartenza, sicurezza, sostenibilità. Le aziende le hanno ormai dentro, da tempo, e le hanno esposte con sicurezza. Gli stand, ridimensionati nello spazio, sicuramente, ma non nei contenuti

Supersalone

Una versione ridotta? No grazie: una versione differente, un progetto nuovo che attinge dall’identità del Salone del Mobile di Milano e la modella su questi tempi, difficili ma anche stimolanti. Quattro padiglioni, che hanno espresso la personalità del legno arredo e di tutto l’indotto, quindi altri settori a partire dal tessile che “veste” la casa.

Così il Supersalone a Rho – dal 5 al 10 settembre – si è rivelato un atto di coraggio: da parte degli organizzatori, delle aziende che ci sono andate, di quelle che hanno provato a raccontarsi con il digitale o con il Fuorisalone negli showroom. Diversi di questi ultimi rinnovati, qualcuno addirittura nuovo, sul proprio territorio o a Milano. Ci sono aziende, anche piccole, che prima della pandemia avevano deciso in effetti di compiere il grande passo, anche nel capoluogo lombardo. L’emergenza Covid è arrivata come una bufera, eppure non sono indietreggiate e c’è chi ha inaugurato gli spazi proprio in questi giorni.

TIRARE FUORI UNA IDENTITÀ

Fuorisalone

Il coraggio di cambiare per resistere, che conduce anche a una crescita oltre ogni speranza. E non solo. Il coraggio di guardarsi dentro e tirar fuori con più forza la propria identità, legandola alle urgenze di oggi.  Curato dall’architetto Stefano Boeri e dal suo team di co-progettisti, scolpito da 425 brand, plasmato da 170 giovani creativi e 39 maker, per un totale di oltre 1.900 progetti, il Supersalone ha tracciato tre direzioni in particolare: ripartenza, sicurezza, sostenibilità. Le aziende le hanno ormai dentro, da tempo, e le hanno esposte con sicurezza. Gli stand, ridimensionati nello spazio, sicuramente, ma non nei contenuti.

L’evento ha anzi aiutato a sprigionarli: pensiamo all’elevata circolarità dei materiali e arriviamo a Forestami, i  duecento alberi protagonisti dell'installazione dentro e fuori ma anche l’installazione sonora del Sound Artist Federico Ortica - Resonantrees Performing  - che assegna loro la voce vibrante di Marco Mengoni.

Ecco, negli stand le aziende – già impregnate di cultura green – hanno osato ancora di più, se possibile, hanno espresso questa necessità con ulteriore forza.

L'ELOGIO DEL PRESIDENTE

Fuorisalone

Una capacità di rompere gli schemi e le esitazioni, che ha contagiato tutti, grandi e piccoli. Persino il presidente Sergio Mattarella ha compiuto un gesto in più, oltre il cerimoniale, e ha voluto lodare espressamente questa temerarietà buona e il suo impatto sull’economia e sulla vita di tutti: «Questa occasione, che raccoglie coraggio di impresa, creatività, fantasia e cultura è di straordinario significato in questo momento del Paese per il suo rilancio e la sua ripresa». Il capo dello Stato ha colto un altro lato di questo evento, che è stato salutato nel suo avvio da una folla di famiglie ma anche operatori, italiani e stranieri: è una conferma del valore delle fiere, in un’epoca che sembrava averle, se non annullate, frenate.

Ma quando ci si ferma, naturalmente ci si ripensa, per partire di nuovo. È quanto ha fatto il Salone del Mobile e in esso si sono specchiate, si specchieranno le aziende ancora. Certo, la speranza è di realizzare un’edizione traboccante di numeri, oltre che di bellezza, il prossimo aprile per i sessant’anni, ma intanto si è consapevoli di non aver fatto meno. Solo diversamente, narrano i corridoi su cui si affacciano le esperienze delle imprese.

Un viaggio nel saper fare, nell’apprendere, nell’alleanza con la natura, persino nel gusto grazie a Identità Golose e agli chef.

IL SOGNO DI UNA COSA ACCOGLIENTE
Come pure un’occasione per comprendere che soffermandosi si impara. Un simbolo magnifico in questo senso viene dal progetto-installazione “Take your seat – prendi posizione”: In collaborazione con Adi/Premio del Compasso d’Oro, ha offerto riflessioni sulla solitudine e sulla convivialità della sedia. Oltre 130 sedute, con versi e frasi di celebri autori.

«La mia stanza ha il vuoto che le lasci. Non le manca la sedia, ma il tuo posto», si riportano ad esempio. le parole vibranti di Alfonso Gatto.

Il Salone del Mobile ha ripreso il suo posto. Come le aziende stanno ritrovando il loro, dopo un 2020 minato dal lockdown, ma che ha pure rivelato, toccando le nostre corde più profonde, cosa significhi una casa accogliente. Una casa a cui mani e menti artigiane oggi più che mai sono chiamati a prestare la debita attenzione per renderci la vita migliore. Avvertenza d’obbligo: vanno aiutate. Anche la politica deve ritrovare quel coraggio, perché se questo effetto c’è stato, molto è legato ai bonus e bisogna trovare ulteriori formule, come ha saputo fare il Supersalone.