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Economia circolare: in Italia un fatturato di oltre 60 miliardi. Garanzia statale per chi investe nel green

Economia circolare: in Italia un fatturato di oltre 60 miliardi. Garanzia statale per chi investe nel green

ECONOMIA CIRCOLARE: ECCO QUANTO VALE IN ITALIA
Per contenere gli effetti del cambiamento climatico bisogna agire sul contenimento della produzione di rifiuti (lo dice il 51% degli italiani) e, di conseguenza, orientare imprese e consumatori al riciclo, riuso e riparabilità dei beni. In Italia, il tasso di circolarità (19,5%) è prossimo al 20% della Francia e ampiamente superiore alla media europea (11,8%). L'Economia circolare, nel nostro Paese, realizza un fatturato di oltre 62,9 miliardi di euro e un valore aggiunto di 19,5 miliardi, pari all’1,1% del Pil. Le attività di riciclo, riuso e riparazione sviluppano 1,9 miliardi di euro di investimenti e un’occupazione di 519mila addetti. Infine, il nostro Paese è al primo posto tra i maggiori Paesi europei per quota di occupati nell'Economia circolare: il 2,1% degli occupati di tutti i settori (media Ue 1,7%). Le micro e piccole imprese «fanno il 65,8% del fatturato e il 71,3% dell’occupazione. Sono 143mila le attività che offrono servizi tipici dell’economia circolare, di cui 132mila sono attive nella riparazione e riuso e 11mila nel riciclo», si legge sul Quotidiano Energia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica all’economia circolare 2,1 miliardi di euro.

GARANZIA SACE ALLE IMPRESE CHE INVESTONO NELL’ECONOMIA CIRCOLARE
Lo scrive Italia Oggi: «Al via la garanzia Sace per le imprese, di qualsiasi dimensione, che intendono finanziare i propri progetti di investimento green finalizzati ad agevolare la transizione verso un’economia pulita e circolare, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni (per produrre beni e servizi sostenibili) e accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e multimodale». Le imprese che si impegneranno su questi fronti potranno accedere alla garanzia statale su finanziamenti a medio o lungo termine. Questa consentirà anche un incremento delle linee di fido disponibili presso il sistema bancario.

RECOVERY PLAN: SI PARLA DI RIFORMA FISCALE MA NON DI INCENTIVI AMBIENTALI
Lo si legge su Domani: «L’Europa ha deciso di fare sul serio nell’impegno su clima ed energia con un progetto di revisione delle politiche fiscali che acceleri la riduzione delle emissioni di anidride carbonica». L’obiettivo è quello di spostare il peso della fiscalità sulle fonti fossili, eliminando i sussidi ancora in vigore, e di generare gettito fiscale: l’Europa diviene così la frontiera avanzata dell’innovazione ambientale. Innovazione che deve passare anche dalla fiscalità ambientale, che in Italia è cresciuta con il passare degli anni e che porta ad un gettito di 58 miliardi di euro «in larga parte slegato dagli impatti ambientali o dalle emissioni di gas sera, e solo per l’1% indirizzato a premiare investimenti di recupero o innovazione ambientale». Bisogna cambiare prospettiva per rendere competitive le alternative a emissioni zero e potenziare l’economia circolare.

RICICLO, DAL 1° LUGLIO CONTRIBUTO DIMEZZATO SUGLI IMBALLI DI CARTONE
Si legge sul Sole 24 Ore che «per consumatori e aziende si riduce il sovrapprezzo della raccolta differenziata. La corsa dei prezzi delle materie prime spinge anche i listini dei materiali rigenerati e la carta da macero diventa così pregiata da concedersi il lusso di dimezzare l’incentivo al riciclo». Così, si riduce il contributo Conai sul prezzo finale dei prodotti. Su ogni confezione o imballaggio, infatti, si paga un contributo ambientale che serve a pagare il servizio pubblico di raccolta differenziata e a finanziare il riciclo. Dal 1° luglio, «il contributo ambientale sugli imballaggi di carta e cartone scenderà da 55 a 25 euro la tonnellata. Il risparmio previsto è di oltre 135 milioni di euro su 4,5 milioni di tonnellate di confezioni di carta e cartone immessi al consumo insieme con le merci contenute».