Inchiesta sul futuro del tessile: ecco come la Moda sposa confort e resistenza/2

Inchiesta sul futuro del tessile: ecco come la Moda sposa confort e resistenza/2

Da trekking, da sci, per il freeriding o per le escursioni in kayak. Ma anche per le forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco, il soccorso alpino e gli operatori in montagna. Per la Formula 1 e i corridori in bicicletta, per chi pratica il turismo in moto o, più semplicemente, per gli ambienti urban. La seconda puntata dedicata da Imprese e Territorio al mondo del tessile fa tappa un’altra volta al Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento Spa, a Busto Arsizio. Questa volta nei Laboratori Dpi per guardare da vicino tutte quelle prove tecniche che sono indispensabili per migliorare le performance dei tessuti, per aumentarne la durabilità e per affiancare le imprese nella sperimentazione di nuove fibre adatte a sopportare l’usura dei tessuti esposti ad abrasioni, tagli, umidità, escursioni termiche.

RISPONDERE ALLE NUOVE RICHIESTE DEI MERCATI
Al centro dell’attività quotidiana di Marco Beia, responsabile Ricerca e Sviluppo dei Laboratori Dpi del Centrocot, c’è una sola parola: analisi. Per osservare su basi pratiche, e poi attraverso elaborazioni grafiche, quegli elementi che fanno la differenza tra un tessuto super prestazionale – sul quale poggia il business delle imprese e la sicurezza dei consumatori – e un altro che ha fatto, magari, la storia del tessile ma ora non ha più le caratteristiche per rispondere alle richieste e alle esigenze dei mercati.


TESSUTI PERFORMANTI: TRAIT D’UNION TRA MODA E BENESSERE FISICO
Traspirabilità, coibenza termica, gestione del sudore, protezione da vento, pioggia e radiazioni UV e proprietà sensoriali sono parametri sui quali lavorano Marco Beia, laureato in Scienze dei materiali, e la sua squadra. Una specializzazione che proprio al Centrocot possono ottenere gli studenti che si iscrivono al corso annuale IFTS in Textile Innovation & New Materials. Perché il futuro del settore tessile si studia e si sviluppa proprio in questi Laboratori dove le imprese italiane ed europee, compresi alcuni fra i più conosciuti brand della moda, si rivolgono per testare quei prodotti sui quali faranno Ricerca & Sviluppo.
Se il luxury, da un lato, mantiene viva l’attenzione sull’eleganza e il taglio unico, dall’altro sa di dover entrare nel mondo dei tessuti altamente performanti per garantire al pubblico prestazioni sempre più adatte non solo per tempo libero ma anche per la vita di tutti i giorni. Che passa da un capo nel quale si abbina la linea trendy al benessere fisico.

LE PROVE CHE FANNO LA DIFFERENZA: DALLA RESISTENZA ALL’ACQUA AL TAGLIO
Misurare le sollecitazioni a cui vengono sottoposti indumenti e accessori in condizioni reali di utilizzo è ciò che accade quotidianamente nei Laboratori Dpi del Centrocot. Attraverso una strumentazione all’avanguardia che comprende:

  • Abrasiometro: simula la situazione di impatto al suolo e scivolamento
  • Scoppiometro: determina la pressione e deformazione massima sopportabile dal materiale
  • taglio da impatto: valuta la protezione da lesioni di tipo meccanico su manto stradale
  • apparecchiatura per caduta: valuta l’energia assorbita dai protettori nell’impatto con l’asfalto
  • Rain Tower: misura la resistenza dei tessuti e delle cuciture a una pioggia persistente

Marco Beia si avvicina a quest’ultima e inizia a raccontare: «Qui si procede con una prova di impatto con le goccioline ad alta energia che cadono da cinque metri di altezza su di un manichino. Per testare l’indumento confezionato viene simulata una pioggia battente così come accade alle nostre latitudini. Produrre un capo di abbigliamento che resiste per almeno un’ora a queste condizioni non è affatto banale. Inoltre, testiamo in modo oggettivo il comfort dei materiali e dell’abbigliamento con prove fisico-meccaniche come lo è la resistenza al taglio con le motoseghe per i professionisti della manutenzione del verde. Le aziende vengono da noi perché sanno che testare un prototipo è fondamentale per poter capire quale è la strada da intraprendere. Centrocot, certificato secondo la norma EN 13595 sulla sicurezza e comfort, offre anche al consumatore la possibilità di capire quanto può essere performante un tessuto per essere sicuri al cento per cento. Infine, il nostro range d’azione si estende anche alle fibre naturali, con le quali si possono ottenere ottime prestazioni nel finissaggio dei tessuti».

IL MANICHINO CHE MISURA ISOLAMENTO TERMICO E TRASPIRABILITA’
Da qui alla camera climatica il passo è breve. Ci attende un manichino in movimento, figura umana a grandezza naturale, con il quale si controllano, con tanto di termografia a infrarossi, umidità e temperature: si va da meno dieci gradi a più cinquanta. Dalla giacca fino al cappello e alle scarpe, questa prova permette di misurare la conducibilità termica, la dispersione del calore e l’isolamento termico di tessuti, indumenti e accessori finiti per capire come possono mantenere il calore corporeo (isolamento ma anche traspirabilità). Ancora Marco Beia: «Si tratta di valutare i ponti termici per individuare quei problemi nella manifattura del prodotto che portano al rilascio del calore verso l’esterno. Con questo manichino, che è riscaldato a 34 gradi e simula anche la sudorazione umana, valutiamo la potenza necessaria a mantenere questa temperatura. Un abbigliamento ben fatto preserva la fuoriuscita del calore e mantiene il corpo in una condizione di comfort». Il manichino, che simula una camminata, determina le condizioni di non stazionarietà dell’abbigliamento che, con il movimento del corpo, tende a gonfiarsi e sgonfiarsi incamerando freddo dall’esterno: «Le imprese di abbigliamento casual e tecnico, anche brand blasonati, chiedono questo test sulle collezioni passate e su quelle future per sviluppare nuovi materiali e nuovi accorgimenti su taglio e confezione. L’obiettivo è quello di offrire maggiori tutele fisiche a chi lo indosserà».

COLONNE D’ACQUA E DINAMOMETRO PER GUIDARE LE IMPRESE AL CAMBIAMENTO
Incontriamo Paolo Ghezzo, formatore e ricercatore dell’Area Ricerca e Innovazione Multisettoriale del Centrocot, al centro del Laboratorio tecnologico nel quale si misura la durabilità dei capi, si valutano le performance e le caratteristiche prestazionali dei prodotti tessili anche dopo i trattamenti di manutenzione (lavaggi ad acqua con solventi) e se ne individuano eventuali difetti. Anche in questo caso, le prove hanno l’obiettivo di valutare la resistenza di un tessuto e di guidare le aziende verso quel cambiamento insito nella sostenibilità. Lo dice Ghezzo quando ricorda le nuove direttive dell’Unione Europea, di cui abbiamo scritto nella prima puntata dedicata a questo viaggio nel tessile, che definiscono i nuovi parametri di circolarità ai quali dovranno adeguarsi le imprese. Alle quali si richiede sempre maggiore proattività. Al laboratorio, tra prove con colonne d’acqua (test di permeabilità), dinamometri e macchine che testano la resistenza del tessuto allo sfregamento ripetuto, passano ogni giorno infinite tipologie di fibre, filati, piume e piumini, non tessuti, abbigliamento e accessori, pelle e cuoio, calzature e calze. Per definire i prodotti migliori e per aiutare le imprese a non dimenticare che la sostenibilità fa rima con tecnica e creatività. Il corso ITS in Technology Sustainability Manager serve a questo.

Ecco come la Moda sposa confort e resistenza