Viaggio nel mondo degli Its/1: perché le competenze per le imprese si trovano in classe. Guarda il docufilm

Alla scoperta, con un docufilm e tanti approfondimenti scritti, del mondo degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) con focus sulle quattro realtà presenti in provincia di Varese. Sotto i riflettori  corsi, professionalità, obiettivi e – soprattutto – il ruolo che gli imprenditori hanno nel definire i percorsi curriculari per potarsi in azienda i giovani che sono in grado di soddisfare i bisogni dei mercati

Docufilm its

Sono sempre più preziosi perché introvabili. Le imprese sono pronte a portare i giovani nelle officine e nei laboratori, però il 48% degli under 30 è difficile da reperire. Ma gli imprenditori chiedono giovani preparati, che sappiano abbinare la transizione digitale a quella green, per aggredire il mercato e la concorrenza. Ma come le si prepara, e dove si formano, le nuove generazioni?

L’inchiesta di Imprese e Territorio: imprese, e giovani, al centro

Un’inchiesta di Imprese e Territorio racconta alle imprese, con un docufilm e tanti approfondimenti scritti, il mondo degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) concentrandosi sulle quattro realtà presenti in provincia di Varese. E mette in risalto corsi, professionalità, obiettivi e – soprattutto – il ruolo che gli imprenditori hanno nel definire i percorsi curriculari per potarsi in azienda i giovani che sono in grado di soddisfare i bisogni dei mercati. Gli ITS, che danno una formazione terziaria non universitaria, sono un trampolino di lancio che garantisce una piena occupazione: l’80% di chi frequenta gli ITS, ad un anno dal conseguimento del titolo (Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche European Qualification Framework), trova immediatamente un lavoro. E in alcuni casi la percentuale sale al 90%. Ma le imprese si mettono in coda, perché il numero di giovani che esce da questi Istituti è ancora esigua di fronte ai reali bisogni delle aziende.

Imprenditori e ITS: i vantaggi di una rete che mette d’accordo tutti

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Aziende che, proprio negli Istituti Tecnici Superiori, hanno un compito centrale nel definire e attivare i corsi. Perché sono sempre le imprese a partecipare alla selezione dei futuri lavoratori e a contribuire alla formazione teorica ma, soprattutto, pratica di professionisti qualificati da inserire nel mondo del lavoro. Per farlo, gli ITS privilegiano un apprendimento dove si sperimentano situazioni e compiti – anche complessi – che si possono ritrovare nella realtà lavorativa di tutti i giorni. Realtà che gli alunni incontrano proprio nelle aziende, perché i tirocini sono almeno il 30% delle ore formative. Ore che si spendono su macchinari all’avanguardia, ma anche nella pratica del confronto, del dialogo, del lavoro in squadra dove ci si addestra anche all’arte del problem solving. Grazie a quegli imprenditori che mettono il proprio know how a disposizione di chi punta sulla propria crescita professionale.

Così si portano i giovani in azienda

La soluzione al gap tra domanda e offerta che sta creando un vero “choc generazionale” (garantire la continuità alle imprese è un punto fondamentale dell’economia) sta in questi Istituti. Nel nostro Paese se ne contano 120 nei quali si formano i giovani nelle sei aree tecnologiche che sono considerate strategiche per lo sviluppo economico: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il Made in Italy, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali. I percorsi attivi sono 766, quasi 20mila gli iscritti e 3.050 i soggetti partner, di cui 1.222 imprese e 135 associazioni datoriali.
 

I quattro ITS in provincia di Varese: manager 4.0 per edilizia, energia, tessile e logistica

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Se in Lombardia gli ITS sono 20, la provincia di Varese ne ospita 4: a Busto Arsizio l’ITS Incom (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e ITS Cosmo (Technology sustainability manager), a Varese l’ITS Red (Construction manager ed Energy manager) e a Somma Lombardo l’ITS per la filiera dei Trasporti e della logistica intermodale. In questo caso si va dal tecnico superiore meccatronico per l’Industria 4.0 (meccanica e aeronautica) al tecnico per la progettazione del montaggio nelle costruzioni aeronautiche, da quello per la logistica sostenibile a quello specializzato in supply chain, montaggio di velivoli ad ala fissa e manutenzione degli aeromobili. Idee e progetti fanno di queste realtà una testa di ponte verso l’occupazione. Di questo cambiamento, le imprese sono le dirette protagoniste perché circa il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro. E il mismatch potrebbe preoccupare un po’ meno.

A chi si rivolgono gli ITS

A giovani e adulti con diploma di istruzione secondaria superiore e a chi possiede un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale e che abbia frequentato un corso annuale integrativo di istruzione e formazione tecnica superiore. I percorsi hanno una durata biennale o triennale (4/6 semestri – per un totale di 1800/2000 ore). L’esperienza lavorativa in azienda può essere svolta con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca. Una volta superato l’esame finale (vi accedono gli studenti che hanno frequentato almeno l'80% del monte ore del corso) viene rilasciato il "Diploma di Tecnico Superiore" che permette l'accesso ai concorsi pubblici. Il titolo è corredato dall'Europass Diploma Supplement che favorisce la circolazione in ambito nazionale ed europeo.

Il ruolo degli ITS nel PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dal 2022 al 2026, farà arrivare agli ITS 1,5 milioni di euro a fondo perduto per incrementare il loro numero sul territorio nazionale, potenziarne i laboratori con tecnologie 4.0, formare i docenti sui fabbisogni delle aziende locali e sviluppare una piattaforma digitale nazionale per l’offerta di lavoro rivolte agli studenti. Lo scopo è far aumentare gli attuali iscritti ai percorsi ITS del 100%.

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