Obbligo vaccinale e zero quarantena con la terza dose. «Il sistema non reggerà un nuovo blocco»
Omicron macina contagi – ad oggi è verosimile una sua diffusione tra il 50 e il 60% nel nostro Paese – e per proteggere il maggior numero di persone è necessario ricorrere il più rapidamente possibile alla dose booster e recuperare i non vaccinati con la massima sollecitudine. Ne parla il presidente Davide Galli
Omicron macina contagi – ad oggi è verosimile una sua diffusione tra il 50 e il 60% nel nostro Paese – e per proteggere il maggior numero di persone è necessario ricorrere il più rapidamente possibile alla dose booster e recuperare i non vaccinati con la massima sollecitudine. «Solo così – è il punto di vista del presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli – riusciremo a ridurre il numero di positivi, il rischio di ospedalizzazione e il blocco del sistema Paese. Per ciò, dico, è necessario iniziare a pensare seriamente all’estensione dell’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori».
La preoccupazione di Galli è evidente ed è legata al fatto che la corsa di Omicron possa infliggere un duro colpo al sistema economico nel momento in cui le aziende, terminata la pausa delle festività, dovranno rimettersi in moto.
MAI COSÌ TANTE PERSONE IN QUARANTENA
I fattori che potrebbero incidere in modo negativo sul futuro prossimo sono ad oggi più d’uno: secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia ci sono 516mila persone positive al Coronavirus e ciò significa che ci sarà a breve una quantità di persone in quarantena mai così alta dal marzo 2021 ad oggi. Al momento, infatti, è previsto che, dopo un contatto a rischio con una persona positiva, sia necessario un isolamento di 7 giorni per gli immunizzati e di 10 per i non vaccinati. Al termine del periodo stabilito, occorre in entrambi i casi un tampone rapido o molecolare negativo.
«Si ragiona sul cambio di queste regole e credo sia più che giusto – argomenta Galli – Dobbiamo, di fatti, garantire la sostenibilità del sistema: da un lato, è d’obbligo salvaguardare la salute collettiva e, dall’altro, è fondamentale non bloccare il sistema economico, soprattutto i servizi essenziali, perché in un momento di forte ripresa significherebbe far precipitare la lancetta del tempo indietro di ventidue mesi».
RIDURRE LA QUARANTENA O AZZERARLA
Ecco perché il numero uno di Confartigianato Varese, raccolte le numerose preoccupazioni del mondo produttivo che in questi giorni attende con il fiato sospeso le decisioni del Governo (che si farà guidare, come di consueto, dal Cts), prova a declinare le istanze delle imprese: «Dobbiamo rinforzare con la massima urgenza la campagna vaccinale, e sul punto concordo con il Commissario Figliuolo: è corretto introdurre la possibilità di dose booster già quattro mesi dopo la fine del primo ciclo». «Ma non basta, così come non basterà la riduzione della quarantena per i contatti stretti di positivi, a condizione che abbiano già fatto la terza dose di vaccino».
La posizione di Galli è più stringente: «Crediamo che l’unica soluzione possibile per fronteggiare questa quarta ondata accelerata da Omicron sia aprire all’ipotesi di obbligo vaccinale per ulteriori categorie di soggetti, a cominciare da tutti i lavoratori».
Si guarda anche con attenzione alle vaccinazioni in età pediatrica.
«Conforta il fatto che, stando ai numeri, la campagna vaccinale 5-11 anni stia proseguendo con ottimi numeri in provincia di Varese ma è necessario che la percentuale di vaccinati salga ben oltre la soglia ritenuta ottimale per la variante Delta, l’80%, e superi abbondantemente il 90%». Di qui, la richiesta di valutare l’estensione dell’obbligo vaccinale (booster e prime dosi), di procedere con l’azzeramento della quarantena per i vaccinati con terza dose e di attivare un lockdown per i non vaccinati.
SALVAGUARDARE IL TESSUTO PRODUTTIVO
«Dobbiamo salvaguardare il più possibile la salute e il sistema sanitario e, lo ripeto, proteggere il tessuto produttivo, evitando il rischio di chiusure determinate dall’assenza di personale causa contagio o quarantena» è il ragionamento di Galli, che ricorda: «In questo momento molte nostre aziende stanno faticosamente recuperando quanto perso negli ultimi due anni e dal mercato, in generale, arrivano forti richieste: non evaderle significa uscire dalla catena di fornitura, accumulare nuove pesanti perdite e rimanere esclusi dai mercati che contano e che macinano fatturati». Con conseguente affossamento del tasso di benessere che il Paese ha guadagnato nel secondo semestre dell’anno che si sta per chiudere, trainato dalla manifattura e dalle costruzioni.
«Auspichiamo scelte coraggiose, non è il momento della timidezza: i numeri ci impongono unità, compattezza, decisioni importanti e rispetto per tutti i soggetti che compongono il tessuto sociale del nostro Paese» conclude Galli.