La Provincia di Varese vista da voi: infrastrutture e lavoro al top delle criticità

Qual è la prima cosa su cui agiresti per migliorare la provincia di Varese? È una domanda secca e decisa, a cui rispondere di getto, senza pensarci troppo, quella che abbiamo posto ai cittadini che vivono e lavorano nel nostro territorio. Abbiamo poi confrontato le loro risposte con i dati emersi dallo studio “La provincia di Varese – scenari di futuro”, che Confartigianato imprese Varese ha commissionato a TEH – Ambrosetti e che evidenzia punti di forza e debolezza della nostra provincia. Volevamo capire se la percezione delle persone coincide oppure no con la realtà. Ecco quello che abbiamo scoperto.

INFRASTRUTTURE E MOBILITA'
Non c’è dubbio: la maggioranza degli intervistati vede nelle infrastrutture e nella mobilità uno dei maggiori punti di debolezza. C’è chi lamenta la presenza di troppe buche, chi invece vorrebbe più autobus, magari alla sera, «perché qui, se non hai la macchina, non vai da nessuna parte». Particolarmente sensibile il tema Malpensa. «Non ho mai visto un collegamento con un aeroporto internazionale, e che tra l’altro porta anche a Milano, che è di fatto la capitale economica d’Italia, in queste condizioni». A parlare è un uomo di Gallarate, che non denuncia solo il grande traffico sulla strada statale, ma anche l’assenza di una corsia d’emergenza: «Una volta mi si è fermata la macchina e per paura di essere investito dai tir che mi sfrecciavano accanto, mentre aspettavo i soccorsi, sono dovuto scappare oltre il guardrail». Le disavventure, su quel tratto di strada, sono quotidiane. «C’è un incidente al giorno», racconta un avvocato di Busto Arsizio, «che a volte paralizza letteralmente il traffico. Ci metto quasi di meno ad arrivare a Genova che a Milano».

Lo scontento dei cittadini, registrato soprattutto in relazione a strade locali e provinciali, si scontra con i dati della ricerca, che evidenziano come il territorio varesino sia il più infrastrutturato della Lombardia, grazie alla presenza appunto di Malpensa, al corridoio ferroviario Reno-Alpi e al fatto di avere l’interporto strada-treno più grande d’Europa.

LAVORO
La percezione degli intervistati è che non ci sia lavoro, soprattutto per i giovani, e che, anche quando il lavoro c’è, spesso è sottopagato o in nero. «Conosco un ragazzo molto serio – racconta per esempio sconsolato un signore – che a 23 anni lo pagano 500 euro al mese e poi tra sei mesi sa già che lo lasceranno a casa. Il lavoro è la vera utopia». I problemi a trovare e offrire lavoro sono diffusi a livello nazionale. La crisi ha messo in difficoltà molte imprese, e continua a farlo. Varese, però, stenta a riprendersi. Secondo lo studio, dal 2008 al 2015 il comparto manifatturiero della provincia di Varese ha perso ben il 20% della manodopera, registrando la terza peggiore performance lombarda. Quella varesina è anche una delle quattro province della regione che hanno impiegato più tempo a recuperare i livelli pre-crisi in termini di ricchezza pro-capite.

CULTURA
Varese non è Milano. Lo fanno notare soprattutto i giovani, secondo cui «il sabato sera devi andartene per forza, perché non c’è niente da fare, bisognerebbe prendere spunto da Milano», «è necessario creare dei centri di aggregazione per i ragazzi», «mancano attività persino per i bambini». Lo scontento trova riscontro nei dati: la provincia di Varese è nona in Lombardia e ottantesima in Italia per numero di spettacoli ogni 100 mila abitanti e agli ultimi posti a livello nazionale per numero di biblioteche.

SICUREZZA
I varesini sembrano seguire il trend nazionale. Frasi come «la sicurezza non è mai abbastanza», «sono stato aggredito in pieno centro, propongo di riportare i vigili di quartiere», «vorrei centri storici più curati e sicuri» non sono rare. Guardando ai dati scopriamo che quello della sicurezza rimane un nervo scoperto, perché la provincia di Varese si guadagna la medaglia di bronzo (dopo Milano e Brescia) per numero di delitti legati agli stupefacenti ogni 100mila abitanti.