Nei momenti difficili stare uniti ci permette di costruire il futuro

Nel mese di febbraio, quando il Coronavirus è entrato nelle nostre vite, nessuno poteva immaginare che le avrebbe sconvolte. Ci facciamo largo nella nebbia cercando di intuire ciò che non si vede, nella speranza che il vaccino ci aiuti a superare l’ostacolo più duro: quello della salvaguardia della salute.

E, di conseguenza, dell’economia. Il momento è duro, durissimo. Distanziamento, sanificazione e protezione sono termini entrati nelle aziende e nelle botteghe artigianali, nei centri estetici e di acconciatura, negli studi dei professionisti. Abbiamo faticato a mettere tutto in sicurezza eppure non sempre quello sforzo ci è stato riconosciuto nella girandola di Dpcm e Dl con i quali ci siamo abituati a convivere e contro i quali siamo stati costretti ad alzare la voce.

Dobbiamo rincorrere ritardi, errori, dimenticanze, correzioni, soluzioni a problemi. Non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo far sentire la voce delle imprese a chiunque abbia a cuore il destino del tessuto imprenditoriale di Varese, provincia colpita più di ogni altra da questo virus schizofrenico nell’aggredire i territori e il loro tessuto sociale. E tanto più aggredisce la salute, quanto più il coronavirus piega il sistema economico che si regge sulla fiducia e sulla certezza nel futuro, sul movimento delle persone, sulla loro solidità monetaria, sulla garanzia di continuità normativa.

Ci hanno fermati, ci hanno concesso di ripartire, poi di nuovo una frenata, che per fortuna non ha investito tutti, ma che certamente ha congelato introiti e lavoro, tanto da spingere il Governo – da noi stimolato a tutti i livelli – a ragionare a un “ristori quater” specifico per la contrazione dei fatturati. Difendere la nostra salute e quella dei nostri cari, garantire sicurezza ai dipendenti e portare avanti il lavoro in azienda è un impegno da funamboli, richiede un impegno totalizzante e non dà garanzie di riuscita.

Troppe sono le variabili che ci impongono un percorso a ostacoli: credito difficile, tasse che non danno tregua neppure nel pieno della pandemia, affitti implacabili, preoccupazioni per i conti che non tornano. So bene quanto è difficile fare impresa. Ho in mente cosa occorre agli imprenditori e non esagero nel dire che abbiamo collaboratori in grado di starci vicini come non mai.

Abbiamo investito sulle professionalità, sulle competenze e sulle soft skills e l’impegno ci sta premiando ora che la crisi morde duro, e che ci vengono richieste resilienza e concentrazione. Ci siamo stati in pieno lockdown, ci siamo stati in estate, ci siamo ora e ci saremo sempre. Possiamo migliorare, e miglioreremo senza mai sottrarci alle critiche. Meglio un dialogo franco che il silenzio: apprezzo il confronto perché permette di mettere a fuoco problemi e disagi e, talvolta, ne assicura la soluzione. Confrontiamoci, dunque, restiamo uniti per affrontare l’imprevisto e le sue variabili. E per pianificare il futuro.

Nei momenti difficili uniti si fa la differenza.

Davide Galli
Presidente di Confartigianato Imprese Varese