È tempo di revisione della spesa

Così come lo fanno moltissime famiglie, lo stanno facendo moltissime imprese. Si sta avviando un ciclo di revisione della spesa, che non significa un taglio netto e indiscriminato dei costi, ma un più elaborato arbitraggio: è ora di scegliere i fornitori più convenienti

Margini di spesa

Così come lo fanno moltissime famiglie, lo stanno facendo moltissime imprese. Si sta avviando un ciclo di revisione della spesa, che non significa un taglio netto e indiscriminato dei costi, ma un più elaborato arbitraggio: è ora di scegliere i fornitori più convenienti

L’INFLAZIONE SAREBBE FINITA

È un percorso cominciato di recente con la narrazione fuorviante della “fine dell’inflazione”.

Mettiamola tra virgolette, perché se tre anni fa pagavamo un materiale 10 euro e questo è arrivato a 14 euro con l’inflazione, anche se oggi questa si ferma, per il nostro conto economico significa avere un costo ben piantato a 14 euro, e che a 14 rimane.

Il primo passo dell’impresa verso un recupero dei margini è quindi fare pace con un assestamento dei prezzi a livelli alti, anche se l’inflazione effettivamente si starebbe fermando, come detto dall’ISTAT (a giugno è del +0,1% mese su mese e del +0,8% anno su anno).

LA RIDUZIONE DEL POTERE D’ACQUISTO

Margini di spesa

C’è poi da considerare un secondo elemento importante. I salari non sono cresciuti alla stessa velocità dei prezzi. Quindi pensare di continuare a cercare i margini come abbiamo fatto durante l’inflazione non è più possibile: non possiamo più alzare i prezzi come prima.

Infatti, sono proprio i salari a non consentire a una fetta sempre più grande di consumatori – imprese comprese – di far acquisti a prezzi in crescita. Siamo di fronte a un inseguimento che ha finito le energie e anche le motivazioni.

Infatti, con un potere d’acquisto dei salari sceso del 4,5% in dieci anni, continuare a comprare a prezzi elevati, per i consumatori così come per le imprese, comporterebbe una sicura erosione dei risparmi o dei margini accumulati, casomai ci fossero.

MENO URGENZA, QUINDI MENO VOLUMI

Il terzo elemento con cui fare i conti sono i volumi di consumo. Anche questi in via di cambiamento.

L’urgenza di accaparrarsi materiali e fare magazzino per tutelarsi dalle incertezze geopolitiche, dai ritardi logistici e dai blocchi climatici che minacciano la continuità aziendale si è attenuata. E con essa la propensione a spendere un po' di più pur di salvaguardare la fluidità dei processi interni.

Il risultato concreto è oggi la riduzione dei volumi acquistati di merci e servizi. E le imprese che vogliono recuperare marginalità devono quindi ritarare le proprie attività su quantità di scambi progressivamente inferiori alle precedenti.

PESARE IL COSTO DI OGNI FORNITORE

Margini di spesa

Prezzi stabilmente più alti, anche se ormai quasi fermi, potere d’acquisto ridotto e volumi di scambio inferiori portano così a scelte d’acquisto più variegate e meno stabili, differenziate per quantità e qualità, per tempi di acquisto e di pagamento.

È tutto qui l’arbitraggio che ci aspetta oggi, si fa per dire.

Ed è finalizzato a pesare ogni fornitore per convenienza ed utilità, con l’obiettivo di trovare il migliore e raggranellare ad ogni cambio una piccola parte di utile da recuperare. Succede per le famiglie, succede per le imprese.

Dopo qualche anno in cui la madre di tutte le soluzioni è stata alzare i prezzi, oggi torna necessaria una valutazione precisa degli impieghi di ogni singola risorsa utile alla realizzazione dei nostri prodotti e dei nostri servizi.

CONTABILITÀ E COMPETIZIONE

Torna quindi importante la contabilità analitica. Quell’abilità testarda con cui un’impresa prova e spesso riesce a guadagnare anche in tempi i cui i ricavi non corrono come hanno fatto negli ultimi tre anni, quando erano spinti soprattutto dall’inflazione.

E torna viva una sana competizione, tra sconti e promozioni.

Questo momento ci appare dunque come molto frizzante perché riceviamo – nulla ci impedisce di farle anche noi – offerte ritagliate su misura e spesso improvvisate, finalizzate alla conquista o alla conservazione di fette di mercato.

Si tratta di una tattica spesso considerata aggressiva, ma altrettanto spesso utile ad incuriosire nuovi clienti, ora ben più sensibili di prima alle opportunità di risparmio e pronti ben più di prima a cambiare cavallo in corsa.

È il momento di farsi avanti.

Antonio Belloni
Coordinatore Centro Studi Imprese Territorio

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