Come si calcola il valore di un’azienda?
Conoscere il valore della propria azienda è più di una questione numerica: significa identificare redditività, vantaggi competitivi e il contributo delle persone. Un elemento essenziale per guidare strategie, cessioni o acquisizioni in modo consapevole

Il valore di un’azienda è molto più di un semplice numero: rappresenta la sua capacità di produrre reddito, il suo vantaggio competitivo e il contributo delle persone che ne costituiscono il cuore pulsante. «Non si tratta di un valore certo o univoco, ma di una grandezza che può variare in base al metodo di calcolo scelto» sottolinea la professoressa Donatella Depperu, ordinario di Strategia aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Conoscere il proprio valore, specie per le imprese più piccole, non solo aiuta a gestire operazioni come cessioni o acquisizioni, ma diventa anche uno strumento per orientare scelte strategiche e garantire sostenibilità futura.
LE DIMENSIONI PRINCIPALI DEL VALORE AZIENDALE

«Il valore di un’azienda dipende dalle sue gestioni, anzitutto dalla gestione caratteristica (l’attività principale di un’azienda, ndr), e quindi dalla sua capacità di produrre reddito, soprattutto in prospettiva» aggiunge. La capacità di generare reddito non è un dato statico, ma il risultato di una combinazione di competenze, risorse e abilità. «Se consideriamo due aziende molto simili per settore, dimensioni e risorse finanziarie, la capacità di produrre reddito potrà essere molto diversa secondo le competenze di chi la gestisce e di chi vi lavora. Basti pensare al ruolo che hanno fattori quali la creatività delle persone o le loro abilità produttive» esemplifica la docente.
Tra i fattori che incidono sul valore aziendale spiccano:
- La gestione caratteristica, che riguarda l’attività principale dell’azienda.
- Le competenze e le abilità del personale, che si riflettono nella creatività, nella capacità produttiva e nell’innovazione.
- Le risorse disponibili, siano esse finanziarie, tecnologiche o materiali, che consentono all’impresa di affrontare le sfide e cogliere le opportunità del mercato.
COME IDENTIFICARE IL VALORE

Per comprendere il valore intrinseco di un’impresa, più che strategie, è necessario adottare tecniche o modalità di valutazione adeguate. Ma, sottolinea la professoressa Depperu, «prima ancora di chiedersi qual è il valore dell’azienda, è importante cercare di dare una risposta alla domanda: da cosa dipende il nostro vantaggio competitivo?». Il vantaggio competitivo, infatti, rappresenta l’elemento che consente a un’impresa di generare un reddito superiore. Questo tema è particolarmente rilevante per le imprese meno strutturare, in cui il valore aziendale dipende spesso in misura determinante dalle competenze delle persone, come quelle dell’imprenditore. «In ipotesi di cessione dell’azienda, queste competenze potrebbero venire meno, con un impatto diretto sul valore» chiarisce la Depperu.
STRUMENTI PER MISURARE CONCRETAMENTE IL VALORE AZIENDALE

«La scelta del metodo di valutazione dipende dai motivi per cui la valutazione è fatta. Non esiste un metodo valido per tutti e per tutte le occasioni, e l’affidabilità dipende tanto dalla tecnica quanto dalla serietà di chi la applica» precisa ancora la docente. Tra i metodi principali, Depperu evidenzia:
- Attualizzazione dei flussi di reddito futuri
Questo approccio stima il valore in base alla capacità dell’azienda di generare redditi nei periodi successivi. «Si tratta di stimare quale reddito potrà essere prodotto, eventualmente facendo riferimento a dati passati depurati dall’impatto di eventi eccezionali. Tuttavia, questo metodo comporta molte stime e un elevato grado di aleatorietà, dato che nessuno può prevedere con certezza il futuro» spiega. Inoltre, i flussi di reddito futuri devono essere attualizzati, ossia il loro valore deve essere "portato a oggi" utilizzando un tasso di sconto che è esso stesso frutto di stime. - Metodo dei multipli
Questo metodo, molto diffuso nelle operazioni di fusione e acquisizione, si basa su rapporti tra il valore di aziende simili e indicatori finanziari come il fatturato o l’EBITDA. «Ad esempio, in alcuni settori, le acquisizioni avvengono pagando un prezzo pari al fatturato annuo. In altri casi, il prezzo corrisponde a un multiplo dell’EBITDA, supponiamo tre volte» sottolinea la professoressa Depperu. Tuttavia, questo metodo presenta alcuni limiti: «Per aziende non quotate, è difficile avere valori di riferimento relativi a imprese simili per settore, dimensioni e modello di business. Inoltre, il metodo dei multipli può risultare rischioso in presenza di mutamenti delle condizioni ambientali».
L’IMPORTANZA DI MONITORARE IL VALORE AZIENDALE

Secondo Depperu, conoscere il valore aziendale «è importante soprattutto per le aziende i cui proprietari potrebbero avere necessità di cedere quote di capitale, considerare opportunità di vendita o calcolare il valore ai fini della successione». Sapere quanto vale la propria azienda è fondamentale per negoziare con consapevolezza: «Solo così si potrà accogliere un’offerta, rilanciarla o rifiutarla con cognizione di causa. Inoltre, il processo di valutazione accresce la consapevolezza dell’imprenditore, che spesso tende a sottovalutare o sopravvalutare il valore della propria azienda».
VALORE AZIENDALE E SUCCESSO DI MERCATO
La conoscenza del valore aziendale non garantisce il successo di mercato, ma contribuisce a orientare scelte strategiche. «Non esiste una relazione diretta tra consapevolezza del valore e successo di mercato, ma è importante che esista consapevolezza delle ragioni del successo sul mercato, per effettuare scelte che portino – e non distruggano – valore" conclude la docente. È dunque la capacità di comprendere i fattori di successo e il loro impatto sul valore che consente alle imprese di mantenere e accrescere la loro competitività». Annarita Cacciamani