Doppia transizione possibile per le Pmi ma solo se c’è la benzina del Sistema Italia

di Francesco Angelini

Capire tu non puoi, tu chiamala se vuoi, Transizione (5.0)”. Chissà che avrebbe detto Lucio Battisti che però di mestiere faceva il cantante e non l’imprenditore e quindi non sarebbe stato più di tanto interessata a questa sfida dei nostri giorni che però può rappresentare anche una straordinaria opportunità per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese. Questa trasformazione non riguarda solo l'adozione di tecnologie avanzate, ma implica anche un cambiamento radicale nei modelli di business e nella cultura aziendale.

La transizione sostenibile e digitale avrà un impatto profondo sulle Pmi, richiedendo un aggiornamento tecnologico e un'attenzione maggiore agli aspetti ambientali. Le imprese dovranno investire in nuove tecnologie digitali come l'intelligenza artificiale, l'Internet delle cose (IoT), e la blockchain, che possono migliorare l'efficienza operativa e creare nuovi modelli di business. Allo stesso tempo, dovranno adottare pratiche sostenibili, riducendo le emissioni di CO2 e l'impatto ambientale complessivo.

Questo doppio cambiamento richiede risorse finanziarie e umane significative, che spesso rappresentano un ostacolo per le piccole e medie imprese. Tuttavia, le aziende che riusciranno ad adattarsi beneficeranno di una maggiore competitività, dell’accesso a nuovi mercati e di una reputazione migliorata tra i consumatori sempre più attenti alla sostenibilità.

Industria 5.0 nelle pmi

È essenziale, anche per questo aspetto, investire nella formazione continua del personale. Le competenze digitali e la conoscenza delle pratiche sostenibili devono diventare parte integrante delle competenze aziendali. Collaborazioni con università e istituti di ricerca possono fornire le conoscenze necessarie per affrontare queste sfide. Le Pmi, poi, devono cercare di sfruttare le tecnologie emergenti per migliorare i loro processi produttivi. Investire in tecnologie come l'IoT, l'automazione e l'analisi dei dati può aiutare a migliorare l'efficienza e ridurre i costi operativi. Sarà importante anche formare alleanze con altre imprese, start-up tecnologiche e centri di ricerca può facilitare l'accesso alle nuove tecnologie e a nuove conoscenze. Le Pmi possono anche beneficiare di economie di scala e ridurre i costi di ricerca e sviluppo. Indispensabile sarà anche utilizzare i fondi e gli incentivi disponibili a livello europeo e nazionale. Ad esempio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre diverse opportunità per finanziare progetti di digitalizzazione e sostenibilità.

Il Sistema Italia può svolgere un ruolo cruciale nel facilitare la Transizione 5.0 delle Pmi attraverso diverse iniziative. È fondamentale garantire l'accesso universale alla fibra ottica e alle infrastrutture digitali avanzate. Questo permetterà alle Pmi di operare in modo più efficiente e di sfruttare appieno le tecnologie digitali. Semplificare l'accesso agli incentivi e ridurre la burocrazia può accelerare l'adozione delle tecnologie digitali e delle pratiche sostenibili. Procedure più snelle e trasparenti renderanno più facile per le piccole e medie imprese ottenere finanziamenti e supporto. Alle istituzioni è delegato anche il compito di implementare politiche che supportino la transizione sostenibile, come agevolazioni fiscali per gli investimenti in tecnologie verdi e incentivi per le pratiche sostenibili.

 La Transizione 5.0 è una sfida complessa, ma anche un'opportunità unica per le Pmi italiane. Investire nella digitalizzazione e nella sostenibilità non è solo una necessità per rimanere competitivi, ma rappresenta anche un contributo fondamentale per un futuro più sostenibile. Con il giusto supporto da parte delle istituzioni e della politica, anche le piccole e medie aziende possono affrontare questa transizione con successo, contribuendo alla crescita economica e al benessere sociale del Paese.