In tre anni, dal 2019 al 2022, gli investimenti nelle costruzioni in Italia sono saliti del 33,3% e contribuiscono a portare l’Eurozona ad un risultato positivo del 4,2%. Nel complesso, infatti, gli altri tre maggiori Paesi europei entrano in zona negativa con un ristagno dello 0,4%. Se in Germania la crescita è del 2,1%, e in Francia dello 0,6%, la Spagna cede quasi il 10%. Ed è per questo che il nostro Paese salva l’Europa: dei 48 miliardi di crescita nei 20 paesi dell’Eurozona, 46,2 miliardi (il 96,3%) si riferiscono ai maggiori investimenti in costruzioni dell’Italia.
Il settore si conferma locomotiva della ripresa post-pandemia con risorse che presentano un tasso più che doppio rispetto a quello dei macchinari (+15,6%). In quest’ultimo caso, gli investimenti sono stati di 14,9 miliardi di euro.
Lavoro nelle costruzioni, driver anticiclico
Costruzioni, servizi immobiliari e professionisti – i tre comparti interessati dalla domanda per investimenti edilizi – si dimostrano anche un importante serbatoio di occupazione: tra il 2019 e il 2022 i lavoratori sono aumentati di 363mila unità (+7,9%), mentre il resto dell’economia ne ha persi 622mila (-3,2%). Il risultato, per il totale dell’economia, è purtroppo negativo con una riduzione di 259mila collaboratori (-1,1%). In termini di occupati, i settori che comprendono la filiera dell’edilizia tengono l’intero mercato del lavoro con 377mila unità in più rispetto al 2019. Una performance che compensa il calo di 340mila occupati dei restanti settori e permettono al totale dell’economia di segnare un aumento di 38mila occupati.
Il contributo alla crescita del settore delle Costruzioni nel 2022
Dei 3,7 punti di crescita del PIL, poco più di un punto proviene dal settore delle costruzioni. Il contributo si amplifica se si esamina la voce degli investimenti in costruzioni, una componente della domanda che distribuisce gli effetti sull’intera filiera dell’edilizia, interessando i settori manifatturieri dei prodotti per l’edilizia in legno, materiali da costruzione, cemento, calce e gesso, lavorazione delle pietre ed elementi da costruzione in metallo, oltre ai servizi immobiliari e ai servizi dei professionisti. Gli investimenti in costruzioni valgono il 9,9% del PIL ma hanno contribuito per il 31% alla crescita del PIL del 2022.
Crediti incagliati: a rischio 153mila posti di lavoro
Risultati eccellenti che, però, rischiano di essere compromessi dal mancato intervento sui crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Infatti, se il problema della inesigibilità dei crediti presenti nei cassetti fiscali delle imprese del settore delle costruzioni non verrà risolto al più presto, 153mila occupati nelle Pmi rischieranno il posto di lavoro.
Famiglie e commercio estero
Dall’altro lato, la spesa delle famiglie è in notevole ritardo: nel 2022 era inferiore di 18,7 miliardi (-1,8%) rispetto a tre anni prima. A soffrire è anche il commercio estero di beni e servizi, con un peggioramento del saldo di 22,8 miliardi di euro.