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1,4 milioni di giovani inattivi: l'apprendistato come risposta

1,4 milioni di giovani inattivi: l'apprendistato come risposta

Uno su quattro è laureato, ma non cerca lavoro. E’ il dato allarmante presentato da Confartigianato alle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera in occasione dell’esame della proposta di legge con la quale si istituisce la Giornata nazionale per il contrasto dell’inattività giovanile.
Una stasi che, in Italia, interessa quasi un milione e mezzo di giovani tra i 25 e i 34 anni: il 23,4% della popolazione. L’Europa, e il confronto è ben poco indulgente, sta al di sotto del 14%.

L’IMMOBILISMO CHE FA MALE ALL’ITALIA

Le soluzioni a questo immobilismo giovanile si stanno cercando da tempo, ma fino ad oggi i risultati sono scarsi: nonostante una crescita del 7,9% dell’occupazione giovanile tra il 2021 e il 2025, e una riduzione dei Neet al 12,4% nel secondo trimestre 2025, l’Italia resta tra i Paesi europei con la più alta incidenza di inattività. Il Mezzogiorno supera il 19% con punte del 26,2% in Calabria.

IL PONTE TRA FORMAZIONE E LAVORO

La proposta che arriva sul tavolo del governo è quella di insistere, e di farlo con una certa urgenza, sul legame tra formazione e lavoro. Un obiettivo che richiede risposte sistematiche, e non episodiche, e che sarà difficile ottenere senza il pieno coinvolgimento delle imprese e delle organizzazioni imprenditoriali nelle linee previste dalla proposta di legge. «Gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte – fa sapere la Confederazione – però il loro ruolo deve essere riconosciuto nella definizione delle politiche che riguardano il futuro del Paese».

Secondo Confartigianato, però, la priorità «non è solo quella di creare nuove opportunità, ma anche di aiutare i giovani ad intercettare e valorizzare quelle che già oggi sono disponibili ma che, spesso, sono ignorate o non accessibili a causa del mismatch tra competenze richieste e competenze acquisite». Il punto è questo: intraprendere percorsi di studio attrattivi per il mercato e per chi produce.

PERCHE’ POTENZIARE L’APPRENDISTATO

Le proposte della Confederazione sono mirate:

  • Rafforzare l’orientamento lungo tutto il percorso scolastico
  • Valorizzare i canali tecnici e professionali
  • Rilanciare l’alternanza scuola-lavoro
  • Potenziare l’apprendistato, lo strumento più efficace e qualificato per entrare nel mercato del lavoro. Nelle piccole imprese, la quota di apprendisti copre il 10,9% delle assunzioni, quasi il doppio della media nazionale
  • Ripristinare la decontribuzione totale per i primi tre anni di apprendistato nelle imprese artigiane e nelle aziende fino a nove dipendenti
  • Introdurre incentivi stabili per il tutoraggio svolto prevalentemente dai titolari delle piccole imprese

LE TRE DIRETTRICI DI CONFARTIGIANATO

Le tre direttrici proposte da Confartigianato dovrebbero diventare i pilastri dell’intervento normativo:

  • La prima riguarda l’istituzione di un tavolo ministeriale permanente che coinvolga le Parti Sociali, con il compito di monitorare in modo continuativo l’inattività giovanile e individuare soluzioni condivise anche sul fronte del mismatch di competenze
  • La seconda punta a diffondere tra le giovani generazioni la conoscenza delle opportunità delle piccole imprese, realtà capaci di offrire autonomia, creatività e percorsi professionali concreti, in linea con le aspettative dei nuovi lavoratori
  • La terza richiama la necessità di creare lavoro di qualità per far capire ai giovani ai giovani che nelle imprese, in particolare in quelle piccole, esistono possibilità reali per sviluppare talento, costruire progetti di vita e accedere a un sistema di tutele che la contrattazione collettiva garantisce attraverso ammortizzatori sociali, welfare integrativo, formazione continua e sicurezza sul lavoro.