L'occupazione giovanile in Italia sta finalmente mostrando segni di ripresa dopo anni di difficoltà. Secondo l'ultimo rapporto del Centro Studi di Confartigianato Imprese - "Giovani, impresa e lavoro, tra presente e futuro" - il numero di under occupati è aumentato significativamente negli ultimi due anni. Questo trend positivo rappresenta una notizia incoraggiante per l'intera economia italiana.
Negli ultimi due anni, l'occupazione giovanile in Italia ha registrato una crescita a doppia cifra in dieci regioni. Tra queste, spiccano Valle d'Aosta (+15,2%), Liguria (+14,9%) e Sicilia (+14,2%). Complessivamente, il numero di occupati under 35 è aumentato del 2,6%, un risultato che supera l'incremento dell'1,9% registrato per gli over 35.
Dopo la pandemia, l'Italia ha visto un forte recupero occupazionale tra i giovani, con un aumento di 439 mila occupati tra i 25-34 anni (+8,9%). Questo dato indica un ritorno alla normalità e un miglioramento delle prospettive per le nuove generazioni.
Il rapporto di Confartigianato evidenzia anche una trasformazione significativa nell'economia italiana. Dopo un periodo di crescita lenta seguito alla crisi del 2008, l'economia ha mostrato una forte ripresa post-pandemica, superando i tassi di crescita di Germania, Francia e Spagna nel periodo 2019-2023. Questo cambiamento ha permesso all'Italia di registrare un incremento significativo negli investimenti in macchinari e nelle spese per consumi rispetto alla media Ue.
Nonostante questi segnali positivi, il rapporto evidenzia alcune sfide importanti. Dal 2030 al 2080, la popolazione italiana diminuirà di circa 245mila abitanti all'anno, un calo paragonato alla perdita di una città come Venezia ogni anno. Inoltre, l'Italia continua a registrare uno dei tassi di occupazione più bassi in Europa per i giovani (15-34 anni), con solo il 46,5% di occupati, rispetto a una media Ue del 61,6%. La difficoltà nel reperire giovani lavoratori è in aumento, con oltre 700mila giovani non trovati dalle imprese nel 2023.
La crescita dell'occupazione giovanile è strettamente legata all'investimento in formazione e competenze. Nonostante la crescente domanda di competenze digitali e matematiche, il livello di conoscenza matematica tra gli studenti delle scuole superiori italiane è in calo. La spesa pubblica per l'istruzione in Italia rimane inferiore alla media Ue, un aspetto che necessita di urgenti interventi politici.
Le nuove imprese con titolari under 35 rappresentano il 34,9% del totale delle nuove iscrizioni, un segnale positivo per l'imprenditorialità giovanile. Tuttavia, solo l'8,8% delle micro e piccole imprese italiane ha effettuato un passaggio generazionale tra il 2016 e il 2022, indicando la necessità di politiche che facilitino questo processo.
Guardando al futuro, tra il 2024 e il 2028 l'Italia avrà bisogno di 3,6 milioni di nuovi lavoratori, di cui l'83,4% per sostituzione. Tuttavia, si prevede una difficoltà nel reperire 1,5 milioni di lavoratori a causa delle attuali tendenze demografiche e del mismatch di competenze. La sostenibilità del debito pubblico italiano rimane una sfida, con la necessità di investimenti mirati per garantirne la sostenibilità.