Per la prima volta dal 2019 la Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di 0,25 punti base. Così, il tasso di rifinanziamento principale scende al 4,25 per cento, il tasso di rifinanziamento marginale al 4,50 per cento e il tasso di deposito al 3,75 per cento. Però, sono state riviste al rialzo le previsioni sull’inflazione.
Questo porta la Bce ad una certa cautela sulle prossime decisioni, che saranno prese «meeting dopo meeting» con una riduzione dei tassi che seguirà «un percorso accidentato», così come detto dalla presidente Christine Lagarde.
INTERVENTO LIEVE, MA CI SI AUGURA SIA SOLO UN PRIMO PASSO
Alla normalizzazione, quindi, si potrà arrivare molto lentamente perché «le pressioni restano forti, dal momento che l’inflazione resterà verosimilmente a livelli più alti del target per gran parte del 2025». Infatti, «l’intervento della Banca Centrale Europea – dice Marco Granelli, Presidente di Confartigianato – è di lieve entità, ma ci aspettiamo possa avviare una progressiva, anche se prudente, discesa dei tassi per accompagnare il sistema produttivo e restituire fiducia ai mercati. Ci attendono molti appuntamenti per rilanciare gli investimenti da parte delle imprese: dall’avvio del programma Transizione 5.0 alla implementazione a tappe forzate del PNRR».
L’INFLAZIONE
La parola che scuote l’economia globale è questa. A tal punto che le previsioni di giugno prevedono un’inflazione media del 2,5% per il 2024, al 2,2% per il prossimo anno e all’1,9% per il 2026. Secondo la presidente della Bce «i rischi restano bilanciati nel breve termine, anche se puntano al basso nel medio termine».
UNO SLANCIO AGLI INVESTIMENTI
Il taglio di 0,25 punti base, però, «coglie le aspettative dei nostri imprenditori i cui investimenti, soprattutto per affrontare le transizioni green e digitale, sono frenati dall’alto costo del denaro con un forte calo registrato nel 2023. Basti dire che, per le micro e piccole imprese, il caro-tassi, tra giugno 2022 e febbraio 2024, ha provocato 8,9 miliardi di maggiori oneri finanziari e, a marzo 2024, un calo dei prestiti dell’8,2%», sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato.
SI SCALDANO I MOTORI
Ancora il Presidente: «Il dato dell’aumento di occupazione non ha trovato altrettanto slancio sul fronte degli investimenti privati, rimasti stagnanti ormai da tempo. E’ il segnale che le imprese hanno scaldato i motori, ridefinendo gli organici aziendali per affrontare una crescita evidentemente attesa, ma, al contempo, hanno rallentato sul fronte degli investimenti in attesa di un segnale di rientro dei tassi di interesse e di stabilizzazione del mercato finanziario».