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Il 2023 inizia male: sfiducia nella manifattura e investimenti in calo

Il 2023 inizia male: sfiducia nella manifattura e investimenti in calo

Nuovo anno, vecchi problemi. Difficile essere fiduciosi di fronte alla persistente policrisi – guerra, inflazione, costi energetici, prezzi delle materie prime – che continua ad attanagliare le imprese. Un’incertezza, quella percepita dalle Pmi, raccontata dai dati: il 36,8% delle manifatture dice che è difficile prevedere l’andamento futuro del proprio business (un anno prima era il 29,4%), mentre il 45,2% è meno perentorio e ritiene la previsione “abbastanza difficile” (lo scorso anno lo diceva il 47,1% delle aziende). E gli investimenti, di conseguenza, rallentano.

INVESTIMENTI IN CALO
Se nel 2022 le imprese italiane hanno espresso performance importanti sotto il profilo della crescita, più di quanto abbiano fatto quelle cinesi, americane, giapponesi, francesi e tedesche, lo si deve ai sostegni agli investimenti. Che ora, però, di fronte alla stretta monetaria della Bce per ridurre l’inflazione (in Italia al 12,3% mentre nell’Eurozona al 9,2%) e alla spesa prevista dal Pnrr, rallentano e passano dal +9,7% del 2022 al 2,8% del 2023. A segnare il passo è il settore delle Costruzioni che, dopo aver guidato la ripresa post pandemia ed essere cresciuto nel 2022 del 10,9%, in questo nuovo anno si ferma al +2,2%.

NON CI SONO SOLUZIONI
Nel cassetto degli imprenditori non ci sono soluzioni:

  • La crisi energetica colpisce i settori manifatturieri più energy intensive
  • Per far fronte al pagamento delle bollette sale la domanda di credito ma è più difficile accedere ai finanziamenti perché, a causa della stretta monetaria della Bce, aumentano i costi dei prestiti
  • Aumenta il costo del gas e le imprese riducono consumi e attività produttiva: a novembre 2022 la domanda di gas della manifattura è inferiore del 20,5% rispetto ad un anno prima
  • Non si escludono casi di lockdown energetico: il gas costa il doppio (nel 2023 siamo a 123,6 euro/MWh) rispetto alle quotazioni del 2021
  • In Italia i prezzi di elettricità, gas e carburanti aumentano del 65,1%, mentre in Eurozona si fermano ad un +25,7%
  • La Legge di Bilancio si concentra sul sostegno ai consumi e limita gli interventi che incentivano gli investimenti
  • Le esportazioni si fermano, nel 2022, ad un +0,3%

NELLA MANIFATTURA TIENE LA DOMANDA DI LAVORO MA NON SI TROVA MANODOPERA
La manifattura, però, mantiene una robusta domanda di lavoro: nel terzo trimestre 2022 gli occupati aumentano dell’1,2%. A tenere alto il trend sono il Veneto (occupazione a +3,8%) e la Lombardia (+1,8%). La voglia di assumere si scontra con la difficoltà nel reperire figure professionali adatte: mancano all’appello il 55,8% di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine.

LA CRESCITA DOVRA’ ATTENDERE
Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2023 metà dei Paesi dell’Unione europea saranno in recessione. Ma in quella che si definisce “recessione tecnica”, l’Italia ci è già entrata con due cali consecutivi del Pil. La crescita tanto sperata? Secondo le previsioni di Banca d’Italia si passerà dal 3,8% del 2022 allo 0,4% nel 2023. L’inflazione dovrebbe scendere al 7,3% e il tasso di disoccupazione si stabilizzerà all’8,2%.