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Le Pmi cercano, ma non trovano, un milione di lavoratori: 18mila solo nel settore delle utilities energetiche

Le Pmi cercano, ma non trovano, un milione di lavoratori: 18mila solo nel settore delle utilities energetiche

Il grande gelo è arrivato, ma non ha nulla a che fare con la meteorologia. Gelo occupazionale, piuttosto, e non per mancanza di volontà da parte delle piccole e medie imprese. Che, anzi, cercano quasi un milione e mezzo di lavoratori, ma non riescono a trovarli. In buona sostanza, si parla del 42,7% delle assunzioni previste. Quota che, nell’artigianato, supera la quota del 50%: 263.980 unità che non rispondono ad alcun appello.
Il problema è di lunga data, ma questa non è una buona ragione per tirare i remi in barca e mettersi il cuore in pace. Senza lavoratori, soprattutto giovani, l’impresa non può reagire alle sfide che l’attendono o che già da mesi stanno bussando alla sua porta: da un lato la transizione tecnologica e dall’altro quella green.
I mercati si conquistano e si mantengono solo con professionalità adeguate ma, secondo uno studio di Confartigianato basato su dati Excelsior, nelle imprese artigiane:

  • Il 27,8% delle entrate sono difficili da reperire perché pochi sono i candidati
  • Il 17,8% per inadeguatezza dei candidati

A guidare la classifica delle regioni dove i lavoratori non si trovano è il Trentino-Alto Adige con il 57,1% seguito da Friuli-Venezia Giulia (56,4%), Veneto (55,1%) e Umbria (54,1%). Al riparo dai venti più freddi si trova la Lombardia, che è al 12,8%. Per quanto riguarda le province, la top five vede la Provincia Autonoma di Bolzano con il 52,5%, Pordenone con il 52%, Gorizia con il 48,8%, Pavia con il 48,3% e la Provincia Autonoma di Trento con il 47,9%.

NELL’ENERGIA E UTILITY NON SI TROVANO 18MILA LAVORATORI
Il fenomeno è trasversale: non si trovano figure adeguate nella meccanica, nell’edilizia, nel legno, nell’informatica, nell’energia e utility. E proprio su quest’ultimo settore si pone l’accento anche a causa della crisi che ha colpito gli approvvigionamenti di gas ed energia elettrica dovuti al conflitto tra Russia e Ucraina, ma anche agli obiettivi legati all’efficientamento energetico degli immobili italiani. Si tratta di un mercato aperto nel quale la richiesta da parte delle imprese è più che interessante. Ma anche in questo caso il numero dei candidati è ridotto (il 26% delle entrate nel settore energetico sono difficili da reperire proprio per questo motivo), oppure chi si propone è inadeguato (11,5%).

PIU’ DI TRE MESI PER RICOPRIRE UNA POSIZIONE
Le imprese di energia, gas, acqua e ambiente impiegano mediamente 3,2 mesi prima di riuscire a ricoprire una posizione vacante e per il 10,2% delle entrate sono addirittura richiesti più di sei mesi per la ricerca di una figura adatta. Per ricoprire circa 3mila posizioni, il 5,2% del fabbisogno, è necessario più di un anno. I dati sono inclementi: il fenomeno del mismatch nel comparto energetico è salito di 8,4 punti percentuali rispetto al 24,8% di un anno prima.

LE CAUSE DEL MISMATCH
Sono tante, ma la prima in ordine di importanza è la crisi demografica: negli ultimi dieci anni, sul mercato del lavoro i giovani under 35 hanno registrato un calo di 716mila unità, il 10,4% in meno. Ma c’è un altro problema, ed è quello dell’inadeguatezza del candidato che si lega al percorso formativo e scolastico svolto e alle precedenti esperienze lavorative vissute: tutto questo incide sulle posizioni che necessitano di elevate competenze tecniche, sul livello retributivo, sulle prospettive di carriera in azienda e sulla tipologia contrattuale offerta. Ma sull’offerta di lavoro incide anche la quantità e la qualità dei flussi migratori in ingresso e uscita, la propensione al lavoro manuale e la flessibilità degli orari.

LE FIGURE CHE MANCANO NEL SETTORE ENERGETICO
Quali sono le figure che chiedono con urgenza le imprese?

  • Installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione: 840 unità, il 94,4% della richiesta
  • Specialisti di saldature elettrica e a norme ASME (140 unità) e tecnici della conduzione di impianti produttivi in continuo con 220 unità. In entrambi i casi la quota supera l’81%
  • Conduttori di impianti e operai in macchinari fissi e mobili: all’appello mancano 4.950 unità, il 39,8% delle entrate previste
  • Operai specializzati: 3.050 unità, il 46,4%
    Professioni tecniche: 2.950 unità, il 41,4%
  • Professioni esecutive di ufficio: 1.030 unità, il 21,7%

L’elenco, però, potrebbe proseguire all’infinito. Si cercano, ma si trovano con sempre maggiori difficoltà, addetti alla contabilità, saldatori e tagliatori a fiamma, tecnici meccanici, direttori e dirigenti, addetti alla gestione del personale, tecnici della produzione manifatturiera, tecnici della sicurezza sul lavoro, conduttori di mezzi pesanti e camion.