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Meccanica - Il caro tassi penalizza il credito, ma le imprese investono in macchinari: in Italia +6,4%

Meccanica - Il caro tassi penalizza il credito, ma le imprese investono in macchinari: in Italia +6,4%

Gli investimenti aumentano, e con questi aumenta di mezzo punto – nel quarto trimestre 2023 – anche il PIL italiano.
La stretta monetaria, il calo dei prestiti, il rallentamento del commercio internazionale e la crisi del Mar Rosso non hanno rallentato la propensione degli imprenditori ad investire in macchinari e impianti: in Italia l’aumento è del 6,4% contro il 3,7% della media dei principali Paesi europei. Il nostro Paese fa meglio di Francia (+4,7%) e Germania (+3,6%). La Spagna, invece, lascia a terra l’1,8%.
Lo dicono i dati contenuti nel Rapporto di Confartigianato “Meccanica 2024” presentato al Mecspe di Bologna.

LA MECCANICA IN NUMERI

  • Il totale delle imprese registrate: 166.623
  • Il numero degli addetti: 1.476.585
  • Le imprese artigiane registrate: 85.902
  • Addetti nelle imprese artigiane: 288.554
  • Il peso dell’artigianato sul totale delle imprese: 51,6%
  • Il peso degli addetti dell’artigianato sul totale: 19,5%
  • Il peso degli addetti nelle micro e piccole imprese con meno di 50 dipendenti: 50%
  • Il peso degli addetti nelle micro, piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti: 75,9%
  • I miliardi di euro di fatturato: 414,3
  • I miliardi di euro generati dal Made in Italy: 226,1
  • Il peso del settore sulle esportazioni totali: 37,7%


L’OCCUPAZIONE NELLA MECCANICA
Nonostante la fase congiunturale incerta, nel 2023 l’occupazione nelle imprese della meccanica cresce dell’1,8% mentre ristagna (+0,1%) nell’Unione europea. Cresce la difficoltà di reperimento del personale, che passa dal 50,9% delle entrate del 2022 al 56,7% del 2023 (+5,8 punti percentuali), quota che supera di 11,6 punti percentuali la media di 45,1%.

FRENA IL MADE IN ITALY, MA IN ITALIA IL SETTORE SI DIMOSTRA RESILIENTE
La caduta della domanda indotta dalla stretta monetaria, e il calo del commercio internazionale, frenano l’attività delle imprese e le vendite del Made in Italy. Se nel 2023 la produzione scende dello 0,6%, l’export in volume segna un calo del 3%. Il settore si dimostra maggiormente resiliente in Italia. Infatti, recupera (-1,6%) il livello produttivo pre-pandemia del 2019 rispetto agli altri maggiori Paesi Ue. Che presentano un maggiore ritardo: Spagna -2,8%, Francia -6,4% e Germania -8,4%.
Un segnale positivo arriva dalle attese sugli ordini, che da inizio 2024 è tornato a segnare un saldo positivo, seppure meno accentuato del Manifatturiero.

CREDITO ANCORA PENALIZZATO
Il caro tassi, però, continua a penalizzare la domanda di credito.
 A gennaio 2024 l’indicatore composito del costo del credito bancario per le imprese è al 5,54%, 32 punti base in più rispetto al 5,22% dell’Unione economia e monetaria (Uem). In un anno aumenta di 175 punti a fronte del +159 punti dell’Uem. In parallelo, i prestiti alle imprese della meccanica scendono del 7,5% su base annua.

L’ANDAMENTO SUI TERRITORI
In ambito territoriale, prendendo a riferimento le principali regioni per ammontare di esportazioni della meccanica, si rileva una maggior propensione all’export per Emilia-Romagna (dove le esportazioni del settore rappresentano il 27,4% del valore aggiunto regionale), Friuli-Venezia Giulia con il 24,4%, Piemonte con il 24,2% e Veneto con il 20,1%.
In queste quattro regioni si concentra quasi la metà (48,9%) delle vendite del settore all’estero.