Gli investimenti aumentano, e con questi aumenta di mezzo punto – nel quarto trimestre 2023 – anche il PIL italiano.
La stretta monetaria, il calo dei prestiti, il rallentamento del commercio internazionale e la crisi del Mar Rosso non hanno rallentato la propensione degli imprenditori ad investire in macchinari e impianti: in Italia l’aumento è del 6,4% contro il 3,7% della media dei principali Paesi europei. Il nostro Paese fa meglio di Francia (+4,7%) e Germania (+3,6%). La Spagna, invece, lascia a terra l’1,8%.
Lo dicono i dati contenuti nel Rapporto di Confartigianato “Meccanica 2024” presentato al Mecspe di Bologna.
LA MECCANICA IN NUMERI
L’OCCUPAZIONE NELLA MECCANICA
Nonostante la fase congiunturale incerta, nel 2023 l’occupazione nelle imprese della meccanica cresce dell’1,8% mentre ristagna (+0,1%) nell’Unione europea. Cresce la difficoltà di reperimento del personale, che passa dal 50,9% delle entrate del 2022 al 56,7% del 2023 (+5,8 punti percentuali), quota che supera di 11,6 punti percentuali la media di 45,1%.
FRENA IL MADE IN ITALY, MA IN ITALIA IL SETTORE SI DIMOSTRA RESILIENTE
La caduta della domanda indotta dalla stretta monetaria, e il calo del commercio internazionale, frenano l’attività delle imprese e le vendite del Made in Italy. Se nel 2023 la produzione scende dello 0,6%, l’export in volume segna un calo del 3%. Il settore si dimostra maggiormente resiliente in Italia. Infatti, recupera (-1,6%) il livello produttivo pre-pandemia del 2019 rispetto agli altri maggiori Paesi Ue. Che presentano un maggiore ritardo: Spagna -2,8%, Francia -6,4% e Germania -8,4%.
Un segnale positivo arriva dalle attese sugli ordini, che da inizio 2024 è tornato a segnare un saldo positivo, seppure meno accentuato del Manifatturiero.
CREDITO ANCORA PENALIZZATO
Il caro tassi, però, continua a penalizzare la domanda di credito.
A gennaio 2024 l’indicatore composito del costo del credito bancario per le imprese è al 5,54%, 32 punti base in più rispetto al 5,22% dell’Unione economia e monetaria (Uem). In un anno aumenta di 175 punti a fronte del +159 punti dell’Uem. In parallelo, i prestiti alle imprese della meccanica scendono del 7,5% su base annua.
L’ANDAMENTO SUI TERRITORI
In ambito territoriale, prendendo a riferimento le principali regioni per ammontare di esportazioni della meccanica, si rileva una maggior propensione all’export per Emilia-Romagna (dove le esportazioni del settore rappresentano il 27,4% del valore aggiunto regionale), Friuli-Venezia Giulia con il 24,4%, Piemonte con il 24,2% e Veneto con il 20,1%.
In queste quattro regioni si concentra quasi la metà (48,9%) delle vendite del settore all’estero.