Instagram, il social del "branding": chi non c'è, in pratica, non esiste. Ma è vietatissimo improvvisare

Come può una Pmi usare al meglio le sue potenzialità della crescita del business? Spiega Alessandro Pozzetti, consulente di Instagram marketing per il business e Digital manager di APclick: «Innanzitutto bisogna precisare: Instagram non è un social commerce come lui stesso vuole farci credere, ma è una piattaforma adatta per il branding»

Instagram social

«L’ho visto su Instragram». Tutti parlano di Instagram: lo citano gli amici si scattano delle foto da pubblicare online, ne parlano i media e si tratta del social network della “prima generazione” che sta reggendo meglio all’arrivo dei nuovi arrivati.

Ma come può una Piccola e media impresa usare al meglio le sue potenzialità della crescita del business? «Innanzitutto – spiega Alessandro Pozzetti, consulente di Instagram marketing per il business e Digital manager di APclick - bisogna precisare: Instagram non è un social commerce come lui stesso vuole farci credere, ma è una piattaforma adatta per il branding. Se ci pensiamo, infatti, un brand risulta già credibile quando è presente su Instagram, prima che su qualsiasi altro social media. Figuriamoci se presenta anche una comunicazione impattante: il livello di credibilità schizza alle stelle nella testa del potenziale cliente. A una Pmi , invece, prima di iniziare a pensare a qualsiasi attività di marketing su Instagram consiglio di concentrarsi sul posizionamento del proprio brand, perché se non sappiamo riconoscere noi stessi, come possiamo pensare di renderci riconoscibili e poterci fissare nella mente del potenziale cliente?». È quindi «molto difficile oggi, in questo particolare periodo storico, definire chi è adatto a un canale come Instagram e chi no. A mio avviso le giuste domande che dovrebbe farsi una Pmi dovrebbero essere “C’è il mio potenziale cliente su Instagram? Se sì, ho qualcosa di rilevante da dirgli?” In linea generale, comunque, è un social media adatto sia per settori B2C che per settori B2B».

VIETATO VENDERE

Instagram social

E quindi? Instragam sì o Instagram no? «Il primo consiglio – aggiunge Pozzetti - è comunicare solo se si è realmente in grado di comunicare. Se mancano le basi, ma soprattutto se mancano strategia e contenuti, è meglio non essere neanche attivi con un account su Instagram, perché si rischierebbe di dare un’immagine sbagliata del brand e la prima impressione - oggi più che mai - gioca un ruolo determinante sulla credibilità di un’azienda. Il secondo consiglio è quello di definire bene il “chi siamo”, il “cosa facciamo” e “il cosa offriamo”. Insomma, che sia chiaro anche all’uomo della strada. Il terzo e ultimo consiglio è quello di fare meno tentativi di vendita possibili su Instagram, perché più si tenta di vendere e meno si vende. Il focus deve essere sull’aiutare il potenziale cliente e fare in modo che si senta partecipe. Se fossi un dentista su Instagram ci comunicherei, ma non per mostrare come sono bravo a curare le carie o per promuovere le mie placchette, bensì per mostrare i benefici di una sana prevenzione (meno si tenta di vendere, più ci si rende credibili e di conseguenza si vende)». Di conseguenza, bisogna evitare assolutamente di «pubblicare volantini e contenuti esclusivamente pubblicitari: questo è il peggior modo di farsi conoscere su Instagram. Bisogna, invece, creare un touchpoint col potenziale cliente, e lo si può creare solo con contenuti che possano suscitargli determinate emozioni (a seconda dell’obiettivo e del settore ovviamente). Faccio un esempio pratico: avete mai visto RedBull tentare di vendere una sua bevanda attraverso i suoi canali social?».

EVOLUZIONI CONTINUE

Come spesso capita in un mondo in evoluzione perennemente veloce, anche «Instagram – conclude il consulente di Ig marketing per il business - è in costante mutamento, settimanalmente. È quindi importante avere una risorsa in azienda che stia al passo con questi aggiornamenti, altrimenti si rischia di essere dimenticati molto velocemente dalla propria audience. Una dovuta precisazione: quando dico “risorsa in azienda” non intendo il figlio del titolare perché è giovane e ha tempo, ma un esperto. Sono le giuste persone a rendere davvero competitiva, e nel tempo innovativa, un’azienda. Soprattutto online».

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