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Occupazione: nelle Pmi italiane il 65,6% delle entrate previste

Occupazione: nelle Pmi italiane il 65,6% delle entrate previste

L’Italia fa meglio di tutti gli altri Paesi europei. E questo grazie alla robusta domanda di lavoro delle piccole e medie imprese.

LE PMI PROTAGONISTE DELLA RIPRESA
La domanda delle piccole e medie imprese è un driver della crescita del lavoro dipendente, in particolare per il lavoro stabile: le imprese fino a 50 dipendenti, a cui si riferisce il 48,9% dei dipendenti in forza, determinano il 65,6% delle entrate previste tra maggio e luglio 2023 rilevate da Unioncamere-Anpal.

SI CONSOLIDA LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE
Nonostante l’incertezza derivata dall’andamento del conflitto tra Russia e Ucraina, le imprese italiane hanno continuato a creare lavoro. La crescita dell’occupazione, infatti, è stata registrata anche nel mese di aprile 2023: i nuovi assunti sono aumentati di 48mila unità rispetto al mese precedente portando così gli occupati a 23milioni 446mila. In dodici mesi, gli occupati totali sono saliti di 390mila unità (+1,7%), grazie all’apporto di 319mila dipendenti in più (+1,8%). Un aumento che si deve ai contratti a tempo indeterminato, che crescono di 468mila unità (+3,1%). Segno meno, invece, per il tempo determinato: il calo di 149mila unità è pari ad un - 4,8%. A salire è anche l’occupazione indipendente: dopo il duro colpo inferto dalla pandemia, ora si registra un aumento di 71mila unità (+1,4%).

TRAINANO LE DONNE
Con un incremento dell’1,7%, le donne guidano la crescita dell’occupazione su base annua: sono 217mila in più, rispetto ad un anno prima, con un tasso di crescita del 2,2%. La componente maschile al lavoro cresce invece dell’1,3%, cioè 173mila unità. E i giovani? A crescere sono anche gli under 25: 84mila in più (+7,4%).

NEL CONFRONTO EUROPEO ITALIA BEST PERFORMER
C’è uno spartiacque, nella Storia contemporanea, con il quale fare i conti: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Dopo quell’evento, l’Italia ha registrato un calo del tasso di disoccupazione di 0,8 punti (gennaio 2022-aprile 2023), un ritmo doppio rispetto alla riduzione di 0,4 punti della media europea. E’ la migliore performance rispetto a quelle di Francia (-0,3 punti) e Germania (-0,2 punti). Anche sulla riduzione del tasso di disoccupazione agisce il migliore andamento della componente femminile, che segna una riduzione di 1 punto, del rapporto tra disoccupate e forza lavoro, di intensità quasi doppia del calo di 0,6 punti registrato dalla componente maschile.