Flessioni, caute riprese e rapide discese: il mercato del lavoro ondeggia seguendo l’andamento dell’economia stretta tra il conflitto russo-ucraino alle porte dell’Europa, il rialzo dei prezzi delle materie prime e l’impennata delle commodities energetiche. L’inflazione fa il resto.
LA DISCESA DEGLI AUTONOMI: -173MILA IN 31 MESI
Nelle turbolenze dei mercati, il trend occupazionale si fa incerto. A partire dai dati che interessano i lavoratori autonomi, nei mesi estivi calati dello 0,3%. Addirittura, nei trentuno mesi che si contano da febbraio 2020 a settembre 2022, gli autonomi calano di 173mila unità (-3,3%) contro un aumento dell’1,4% dei lavoratori dipendenti (+246mila). E a poco serve, per riassestare il mercato, la performance positiva dei lavoratori dipendenti. Nel settembre 2022 cresciuti dello 0,3% grazie agli occupati con contratti a tempo indeterminato (+0,5%) e della diminuzione di quelli a termine (-0,6%).
OCCUPAZIONE NELLE IMPRESE: PREVISIONI CRITICHE PER L’INVERNO
Ma l’estate è passata e per il prossimo inverno Unioncamere e Anpal scattano una fotografia ancora più critica: la previsione di occupazione da parte delle imprese, nel periodo che va da novembre 2022 a gennaio 2023, vede una flessione del 19,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La manifattura, causa l’incertezza legata all’evoluzione dei costi energetici, fa addirittura peggio lasciando a terra il 28,3%.
PERO’ LE PMI COPRONO IL 71% DEI POSTI DI LAVORO
La domanda di occupazione si dirige soprattutto verso le piccole e medie imprese. Nel secondo trimestre del 2022, il maggior aumento delle posizioni lavorative si registra nelle microimprese (+277mila) che rappresentano il 40,6% delle posizioni totali. Se l’analisi si estende alle PMI, si osserva che in queste si trova il 71% delle posizioni lavorative; 21,8 punti percentuali in più rispetto alla quota di 49,2% che tali imprese hanno sul totale dei dipendenti. Per quanto riguarda la domanda di lavoro per le posizioni a tempo indeterminato, la quota sale al 72,1%.
LAVORATORI AUTONOMI: I DATI DELL’ISTAT