Alla Emar si cercano giovani, disperatamente. Il titolare: «Servono fresatori: chiediamo l'impossibile?»

Alla Emar si cercano giovani, disperatamente. Il titolare: «Servono fresatori: chiediamo l'impossibile?»

Emar Srl

info@manessiemar.it

Incontriamo Maurizio Manessi, titolare della Emar Srl di Sumirago, nel ventre di un’azienda che, dice, «potrebbe andare a doppia velocità». Il condizionale è d’obbligo, perché se è vero che un’impresa è fatta di uomini, è anche vero che se mancano quelli si rischia di entrare in un loop nel quale si rincorrono commesse, scadenze e soddisfazione dei clienti. Ed è quello che sta accadendo in questa realtà dove il titolare, da mesi, passa da una macchina all’altra perché collaboratori non se ne trovano.

VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI. MA NON BASTA
Negli ultimi tempi, quella che dovrebbe essere un’eccezione è diventata la regola e nessuno vuole che si trasformi in “cattiva abitudine”. Il rischio, però, c’è. Nei mesi di marzo, maggio e giugno dello scorso anno Maurizio Manessi si è accollato il doppio turno per un totale di diciassette ore di lavoro in un solo giorno. La domenica non si riposa. E non è raro che accada anche a Natale e Pasqua. Lui e la figlia Laura, diplomata in Relazioni Internazionali all’Istituto Tecnico Economico “Enrico Tosi” di Busto Arsizio e in azienda da tre anni, si guardano senza nascondere una smorfia di incredulità e raccontano ciò che sta succedendo: «Ci servono almeno tre fresatori e un tornitore, gente specializzata che non si fermi di fronte alla prima difficoltà, ma giovani non se ne vedono. Abbiamo pubblicato anche alcuni annunci sui quotidiani locali e fatto ricerche tra le Scuole tecniche della provincia di Varese: cerchiamo tecnici e, invece, riceviamo curriculum di ragazzi che hanno esperienze da baristi». Alla Emar non mancano né il lavoro e né le prospettive di crescita perché, come accade in tante aziende del territorio, «qui ci si muove con voglia di fare ed elasticità mentale. E se manca qualcosa, è la giusta tranquillità per soddisfare tutte le richieste dei clienti. Ma per farlo dobbiamo assumere: chiediamo l’impossibile?».


NEL REGNO DI PAPA’ RENATO, DOVE TRADIZIONE ED ECCELLENZA SI INCONTRANO
E’ questo uno fra i più grandi problemi che oggi la Emar Srl, e tantissime altre aziende italiane, devono affrontare ogni giorno. Ed è un problema che va al di là di ogni logica: si parla di disoccupazione giovanile, eppure il lavoro c’è. C’è qui a Sumirago, in questi capannoni dove lavorano dieci collaboratori con un’età media di trentacinque anni. E che ogni giorno, in un angolo dell’officina dotata di torni sui quali si lavorano particolari dove tradizione ed eccellenza artigiana si incontrano, hanno la fortuna di confrontarsi ancora con Renato, papà ottantunenne di Maurizio. Occhi vispi, viso sereno, mani modellate da quella passione che nel 1960, a diciotto anni, lo aveva portato a fondare la Manessi Renato, su un territorio dove «c’era il mondo». Un microcosmo di distretti nei quali produttività e creatività andavano a braccetto. E del quale Renato è ancora oggi un testimone attento e orgoglioso.

I MUSCOLI DELLA GESTIONE FINANZIARIA CONTRO LE ONDE DEI MERCATI
La Emar nasce, invece, nel 1991 e da subito mette in mostra i muscoli di questi titolari che, negli anni, hanno affrontato e superato turbolenze famigliari e finanziarie. A raccontarlo è ancora Maurizio: «Inutile dilungarsi sulle disavventure vissute con la vecchia azienda di famiglia. Uscita da quella, papà si rimette in gioco con me e mio fratello Emanuele. I debiti non si contano. Ma poi c’è una svolta: fino al 2009, lavoro e guadagni hanno un crescendo. Poi, improvvisamente, un nuovo calo degli ordini e quel capannone nuovo con le rate del leasing da pagare. Un evento drammatico e improvviso sconvolge la famiglia: la scomparsa di Emanuele. A questo si aggiungono i mancati pagamenti di alcuni importanti clienti. L’esperienza segna a vita l’azienda che, per affrontare con dinamicità le onde dei mercati, affina la sua gestione finanziaria: «Tenere sotto controllo i flussi di cassa ci ha salvati», dice il titolare.

LAURA E LA MECCANICA: «LAVORO IN UFFICIO MA SOGNO TORNI E FRESATRICI»
Punto di riferimento nella produzione di estrattori (strumenti utilizzati per la rimozione di corpi che si estraggono con difficoltà), stampi per la gomma e particolari meccanici, alla Emar Srl si lavora per i settori dell’edilizia, dell’Oil & Gas, delle ferrovie, dell’automotive e delle fonderie. Lavori di precisione ai quali Laura guarda con quell’impeto giovanile che unisce adrenalina pura a entusiasmo: «Mi tengo in stretto contatto con i clienti, li aggiorno continuamente su ciò che facciamo e mi concentro sull’acquisto di materie prime in un momento in cui i prezzi sono impazziti. Non è facile, vero, ma il mio vero sogno è quello di imparare a programmare le macchine». A ventidue anni le idee sono già chiare e «il papà non fa sconti a nessuno, soprattutto a me perché vuole che impari in fretta e bene». E poi c’è il nonno che a volte l’accompagna alla fresa e le fa imparare, con la pazienza dei nonni, i trucchi del mestiere. Ma l’innamoramento nei confronti dell’azienda risale a tanto tempo fa quando Laura, ancora bambina, si faceva raccontare da papà Maurizio «come era andata la giornata, cosa aveva fatto, su cosa stava lavorando». E’ così che si cresce e che si fa crescere un’azienda della meccanica, «un settore bello e appagante», interviene ancora Laura che, però, anche nel suo lavoro d’ufficio trova «sempre nuovi stimoli per migliorare».

DALLA TORRE DI PISA AL VATICANO: «LAVORIAMO BENE PERCHE’ CI CREDIAMO»
Gli stessi stimoli che si trovano nelle parole di Maurizio Manessi quando dice di «quell’impegno che qui viene sempre riconosciuto» e di quel «lavoro mai ripetitivo che si mette nella produzione di pezzi singoli» che raggiungono il mondo. La Svizzera, in modo indiretto una lunga lista di Paesi e poi le esperienze uniche che la Emar ha collezionato negli anni con i progetti legati alla realizzazione della linea suburbana cecoslovacca, la Torre di Pisa, la Cupola della Biblioteca di Pavia, alcuni interventi in Vaticano: «Tutto questo funziona e sta in piedi grazie ai particolari che escono da questa azienda». La filosofia che sta alla base di tutto questo è semplice ma definitiva: «Qui si deve lavorare bene e con qualità. Forse siamo un poco più costosi rispetto ai concorrenti, ma del lavoro fatto in un certo modo nessun cliente si è mai lamentato». Il motivo è uno solo: «Tutto quello che ho è in questa azienda, perché ci credo», conclude il titolare.

Alla Emar si cercano giovani, disperatamente