Marco e Cesare Colmegna: «L'azzardo di essere imprenditori per ridare valore alla meccanica»

Marco e Cesare Colmegna: «L'azzardo di essere imprenditori per ridare valore alla meccanica»

C.T. & T. Srl

marco.colmegna@ctetsrl.com

La storia della C.T. & T. Srl - Colmegna Tools & Technology di Saronno è storia di persone, mercati (l’altalena del fatturato estero), crisi (quella indotta dalla guerra tra Russia e Ucraina), debiti (la chiusura di una situazione societaria) e ripartenze. Siamo nel 2010 quando i fratelli Marco e Cesare Colmegna decidono di entrare nella Colombo e Nava Snc, impresa fondata con un socio da papà Angelo. «Un momento storico complicato – ricorda Marco – che aveva portato il socio all’amara decisione di uscire dall’azienda: la crisi economica pesava sulla gestione quotidiana e alcuni collaboratori erano in cassa integrazione. Impossibile fare previsioni e scommettere su un futuro indecifrabile. Io, Cesare e papà ci siamo guardati in faccia per dirci, infine, che quello era il momento giusto per accettare la sfida. E così è stato: abbiamo rilevato la Colombo e Nava e abbiamo aperto la C.T. & T., specializzata nella progettazione e produzione di stampi per iniezione e pressofusione, con il peso di quella responsabilità che ti porta a tutelare non solo te stesso ma anche chi lavora per te: in questa azienda non esiste la parola licenziamento».

L’AZZARDO DI FARE GLI IMPRENDITORI: INVESTIAMO PER DARE VALORE ALLA MECCANICA
Dopo anni in azienda, durante gli studi in Economia e Commercio, Marco si rimette in gioco con il fratello e apre una Srl: «E’ stato un azzardo perché per liquidare il socio abbiamo ipotecato il capannone proprietà di famiglia, abbiamo acceso finanziamenti con una banca che ha creduto in noi e deciso di ripartire con una strategia diversa: dirigerci sui mercati esteri. Russia, Polonia e Germania. Così, siamo riusciti a recuperare i vecchi clienti della Colombo e Nava e ne abbiamo trovati di nuovi. Una scelta forse difficile da capire, quella mia e di Cesare, e della quale ci pentiamo ogni giorno. Ma in quel 2010, nonostante ci fossero alcune occasioni di lavoro per chi, come noi, aveva accumulato una certa esperienza nel settore della meccanica, dovevamo decidere tra due strade: o chiudere, o resistere». Il pentimento di cui parla Marco, però, non è dettato dal rischio del fare impresa ma dal fatto che «in Italia gli imprenditori non sono messi nelle condizioni di fare quello che devono fare. Perché se non c’è profitto, non si investe». E il profitto, alla C.T. & T., è legato direttamente agli investimenti: «In dieci anni tre nostri clienti sono falliti e da tempo il mercato non dà più alla meccanica quel valore che le riconosceva quindici anni fa. Eppure, nonostante ci si trovi sempre di fronte a situazioni di una certa criticità, noi investiamo». Mantenendo fermi i valori di sempre: passione, precisione, fiducia e trasparenza. Ma anche quell’esperienza che si ottiene quando «impari, giorno dopo giorno, sul campo».


I COSTI BRUCIANO LIQUIDITA’ E MARGINI, MA I DATI DANNO UNA MARCIA IN PIU’
Non è un caso che Marco metta l’accento sulla parola “valori”, perché raccontano l’impresa, sono garanzia di qualità e affidabilità, danno una marcia in più in un momento storico in cui «non c’è niente di facile: da un lato i costi energetici che bruciano liquidità e che rischiano di metterci definitivamente in crisi nel giro di tre mesi, e dall’altro i rincari delle materie prime. Gli acciai speciali sono cresciuti del 30% e nel momento in cui firmiamo un contratto per una commessa, che necessita mediamente di tre o quattro mesi per essere portata a termine, scattano gli scostamenti tra quanto pattuito e il costo reale delle lavorazioni. Così, il nostro margine è passato dal 15% al 5%», racconta Marco. Che per fare fronte alla situazione, dal 2018 è impegnato in Industria 4.0 con investimenti importanti in programmi gestionali e connessione in rete del parco macchine. E’ una questione di vantaggi: «Raccogliere e gestire i dati prodotti in fase di lavorazione, il feedback che ottieni sui costi di produzione (ore lavorate per progetto), è fondamentale per tenere sotto controllo l’azienda e sfruttare al massimo le sue potenzialità».

CRESCERE CON I CLIENTI, MA SERVONO PIU’ GIOVANI IN AZIENDA
Marco racconta con orgoglio una scelta che sta ripagando lui e suo fratello dei tanti sacrifici fatti fino ad oggi: «Qui si lavora contemporaneamente su tre o quattro progetti. E il vero valore dell’azienda è quello di produrre stampi customizzati che sono in grado di realizzare tanto i pezzi in serie quanto quelli più particolari su basse tirature». Il segreto? «Cambiare rapidamente e crescere insieme ai nostri clienti». Ma l’ingranaggio dell’organizzazione rischia di incepparsi di fronte alla mancanza di competenze tra i giovani: «Qui in azienda ne abbiamo, ma ce ne vorrebbero di più perché attrezzare uno stampo non è uno scherzo. Ma questo è un lavoro che le nuove generazioni non vogliono fare perché lo considerano troppo artigianale: negli ultimi anni siamo stati costretti a richiamare in azienda collaboratori ormai già in pensione».

L’AUTOMOTIVE E LA GRANDE SFIDA DELLE AUTO IBRIDE
Collaboratori esperti in stampi per pressofusione e termoplastici: «Con i primi si realizzano corpi in alluminio (ma anche in zama e magnesio), mentre con i secondi particolari in plastica. I nostri clienti si dividono in due: le fonderie, che lavorano per le grosse case automobilistiche, e le imprese che vendono invece il pezzo finito e per le quali il particolare pressofuso è solo una parte del loro business», prosegue Marco. Dati alla mano, la pressofusione per l’automotive (scatole sterzo, scatole cambi, supporto acceleratore: tutto ciò che è power training) occupa circa il 60% delle commesse della C.T. & T., segue subito dopo il settore lightning e, in misura minore, la pressofusione per l’elettromeccanico e gli stampi per materie plastiche. Ma con la transizione ecologica, e l’avvento delle auto ibride, l’azienda dovrà fare i conti: «Le parti da realizzare per i motori ibridi sono molte di più rispetto ad una macchina tradizionale, ma sono anche più grosse. La nostra sfida è quella di attrezzarci per produrre stampi di dimensioni sempre maggiori, dotarci di fresatrici sempre più capaci ed entrare come partner in reti informali con chi produce stampi di grosse dimensioni. A noi il compito di curare i particolari più piccoli».

IL MERCATO RUSSO E LE NUOVE OPPORTUNITA’ OFFERTE DAL LIGHTNING
Ma anche la plastica ha dato e darà le sue soddisfazioni, «perché nei prodotti lightning questa si abbina all’alluminio e grazie ad un cliente russo siamo entrati in un mercato che, nel futuro, potrebbe avere una crescita interessante. Collaborazione per ora interrotta: i primi scossoni li abbiamo avvertiti nel 2014 con l’invasione della Crimea da parte della Russia, poi nel 2021 c’è stato un rialzo positivo e l’anno dopo ancora un crollo. Il nostro fatturato è stato pari a zero perché le banche italiane hanno fermato i flussi di denaro russi verso l’Italia. Comunque, sul settore del lightning ci vogliamo scommettere ancora: abbiamo campionato alcuni faretti ad incasso e fari stradali ed ora stiamo pensando all’illuminazione a led». Facendo leva sul servizio di co-engineering (per ottenere un prodotto dall’eccezionale rapporto qualità/prezzo che risponda in modo efficace alle esigenze produttive del cliente), controllo e pre-assemblaggio, sulla pre e post-vendita. Per proporre soluzioni personalizzate e offrire ai clienti la certezza di una manutenzione programmata delle attrezzature prodotte.

I fratelli Colmegna e l'azzardo di essere imprenditori