Rimoldi & CF: l’azienda che dà i punti alla Moda

Rimoldi & CF: l’azienda che dà i punti alla Moda

Rimoldi & CF Srl

info@rimoldiecf.com

Antonio Pastorello è un tornado. Ancora oggi, che potrebbe meritarsi il buon tempo della pensione, è il ritratto perfetto dell’imprenditore: forza, grinta, passione e quella sana impazienza che non lo fa mai sentire «arrivato». A capo della Rimoldi & CF, ora con il ruolo di responsabile commerciale, nella sua vita ha sempre avuto due punti di riferimento: «Flavio Montagnoli, genio del disegno tecnico e meccanico, che ha studiato le migliori macchine e risolto problemi per altri irrisolvibili alla CF Italia (deceduto prematuramente) e Suor Laura Girotto: lei mi ha insegnato a confidare sempre nella Provvidenza». Ma anche a trasformare gli imprevisti in opportunità. La vita di Antonio Pastorello ne è piena: “garzone di bottega” e, poi, tecnico riparatore di macchine per cucire nell’azienda di Carlo Ferrazzi; la chiusura dell’azienda e l’assunzione alla Bianchi Marè; le prime macchine nella cantina di casa; il vecchio titolare che decide di riprendersi l’azienda e gli propone di diventare socio al 33% con Duilio Montagnoli (papà di Flavio) e sua figlia Iole. E poi il lavoro giorno e notte (sabato e domenica compresi) e l’acquisizione, nel 2004, dello storico brand Rimoldi di Busto Garolfo. Azienda fondata nel 1881 da Virginio Rimoldi, che si inventa la prima macchina da cucire ad uso industriale.
Nasce la Rimoldi & CF: due anni dopo arriva la grande crisi del tessile. Oggi? «Sono tornato ad essere “garzone di bottega” – ricorda l’imprenditore - perché mi metto al servizio di mia figlia Stefania, CEO dell’azienda, e dei nostri collaboratori: la mia esperienza tecnica e commerciale è tutta per loro».

CICLISMO E GOLF: STEFANIA “NON LA FERMA NESSUNO”
Centoquarantatre anni di storia che valgono come oro: dai mille dipendenti della Rimoldi, poi scesi a cento, oggi quest’azienda di Gallarate ne conta trenta. Ed è un punto di riferimento in tutto il mondo per quanto riguarda le macchine per cucire a punto-catenella (punti ornamentali) per le confezioni di intimo, corsetteria, collant, casual, abbigliamento da lavoro, jeans, biancheria per la casa, pelletteria, maglieria esterna e seamless (capi senza cuciture a contatto con la pelle). Soprattutto per lo sport d’alta gamma: ciclismo e golf.
Con una laurea in Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, stage nella grande distribuzione e un lavoro con Carla Sozzani nell’alta moda, Stefania Pastorello entra in azienda all’età di 26 anni: «Inizio dall’Ufficio acquisti, il più problematico: nessuno mi parlava. Poi ho imparato la meccanica ed ora conosco l’azienda a trecentosessanta gradi. Rifarei tutto da capo». Un entusiasmo contagioso che porta suo padre Antonio a dire: «Mia figlia non la ferma nessuno».


GLI “IMBIANCHINI DELLA FILIERA”: DAL TRAINING AL REVAMPING
Un successo che si fa forte di alcuni punti fermi introdotti già negli anni Settanta da papà Antonio: la pianificazione e preparazione di impianti completi di produzione, il training del personale che dovrà utilizzare le macchine affidato a professionisti altamente specializzati, la gestione dei prodotti dal pre al post vendita, la disponibilità dei pezzi di ricambio (il magazzino ne conta ottantamila) entro 24 ore in tutto il mondo, materie prime cento per cento Made in Italy e il ricondizionamento delle vecchie macchine che pesa in questo momento storico per l’80% sul totale delle vendite dell’azienda.
Sottolinea, Stefania: «I nostri macchinari hanno una durata di circa quarant’anni, e una volta ricondizionati possono durare altrettanto: si tratta di un business nel business. Ci consideriamo gli “imbianchini della filiera”: arriviamo quando c’è la struttura, ma mancano ancora i dettagli».

IL DUMPING CINESE TOGLIE LUCE ALLE STELLE
Senza mai intaccare la qualità, la Rimoldi & CF ha un altro punto di riferimento: le stelle. Lo racconta la CEO dell’azienda: «Virginio Rimoldi aveva battezzato la sua prima macchina, brevettata, “Stella A”. Noi abbiamo proseguito la tradizione dando alle nostre macchine di riferimento i nomi di Gemini, Libra, Fenix, Sirio, Vega, Altair».
Concorrenti? «Ne abbiamo parecchi: i più agguerriti sono in Cina, Giappone e Taiwan. Nei Paesi asiatici si registra un calo di produzione di circa il 30%, ma dalle loro aziende escono duemila macchine al giorno. Nel nostro caso, il prodotto customizzato per il mercato di nicchia e del lusso offre un valore aggiunto alla qualità. Comunque, anche in Europa è tutto fermo: noi lavoriamo soprattutto per rivenditori multimarche e confezionisti finali, e questo è il peggior momento degli ultimi quarant’anni».
Nonostante il vero problema resti il dumping cinese, l’azienda ha clienti asiatici che chiedono solo macchine targate Rimoldi». La nota positiva: «Negli ultimi anni c’è stato un ritorno della produzione tessile in Italia, anche nel gallaratese».

I GIOVANI IN AZIENDA E IL FUTURO IN AFRICA
Ancora Stefania Pastorello: «In azienda l’età dei collaboratori va dai trenta ai cinquant’anni. E i dipendenti più maturi sono preziosi perché hanno una grande esperienza: per imparare ad assemblare una macchina per cucire ci vogliono circa vent’anni. Chi è già in pensione, spesso ritorna con un contratto a tempo determinato. Durante la pandemia ho investito su nuovi macchinari: tutti i miei collaboratori imparano a gestire lavorazioni diverse e devo dire che a stupirmi sono proprio le nuove generazioni».
Due sono gli ingredienti che la CEO mette nella pentola del futuro: organizzare un Ufficio Risorse Umane interno e aumentare il lavoro con il Continente africano. Aggiunge, Stefania: «Lì ci lavoriamo da sedici anni: abbiamo installato cinque sale taglio per abbigliamento classico e sportivo per l’esercito. Il mio ruolo è di capo commessa con brand Rimoldi. Prossimamente, invece, parteciperò ad un bando sullo studio e produzione di calzature. Però, ho proposto anche una linea per la produzione di materassi. Tutto questo grazie a sinergie e partnership con aziende italiane leader nel loro settore».
In ultimo, un invito: «Sono orgogliosa di essere italiana e proprio per questo penso che, ormai, sia venuto il momento di puntare ad una vera rinascita e di riportare quelle vere eccellenze italiane che ancora sono rimaste nei Paesi esteri. Ecco, vorrei che questo fosse un punto di riflessione che chi si appoggia esclusivamente ai mercati asiatici».

Rimoldi & CF: l'azienda che dà i punti alla moda