Officine Meccaniche Gandossini Srl
info@omg-officinemeccaniche.it
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Antonio Gandossini ha 56 anni e l’azienda è la sua casa da quarantadue. Troppi? «Tanti, ma quando ti piace quello che fai non conti né ore e né anni». E allora sempre in officina «a far danni: seguivo mio zio Renzo, che l’azienda l’ha fondata nel 1972, e poi smontavo pezzo per pezzo la vespa di papà. A quattordici anni lavoro già a tempo pieno in azienda e mi diplomo ai corsi serali del CFP: sei ore la settimana di lima». La parola magica, che raccoglie la fatica e la pratica, l’esperienza e la manualità, è questa: «Il vero problema è che oggi il mondo della meccanica è considerato un rifugio per chi manca di voglia, curiosità e passione. I giovani, e le famiglie, pensano sia facile prendere un diploma in meccanica, invece è vero il contrario. Pensi che quando devo realizzare un lavoro mi sveglio la mattina con tre o quattro idee diverse su come farlo: sembra incredibile, ma tutto è molto più chiaro».
DA LOSANNA A BREBBIA: ECCO PERCHE’ MANCANO I GIOVANI
Parliamo di giovani e di quella Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL) che è considerata una fra le migliori università al mondo nell'ambito dell'ingegneria, dell'informatica e dell'architettura: «Per tre mesi, io e mio fratello Mauro (57 anni) abbiamo ospitato in officina uno studente di ingegneria che, secondo il programma dell’EPFL, doveva svolgere lavori solo manuali su macchine tradizionali. A ventitre anni ha realizzato un portachiavi scavato dal pieno: il direttore dell’Istituto è rimasto stracontento a tal punto da chiedermi di accogliere altri giovani. Sono soddisfazioni: David ha proseguito gli studi, ha mantenuto contatti costanti con la nostra azienda e, grazie alle esperienze fatte alla Officine Meccaniche Gandossini (la O.M.G. è nata nel 1998), ha acquisito quelle malizie che non si trovano in rete ma solo imparando a lavorare. E’ questo il punto: oggi manca l’ascolto da parte dei giovani, ma nelle scuole manca anche quell’attività laboratoriale che può dare una vera preparazione manuale. L’esperienza nasce anche da alcune coincidenze, ma te la fai solo se parti dalle basi. Dalle tue mani. Il cinquanta per cento del problema della mancanza di manodopera sta qui. E così si rischia che nelle aziende non ci sia più il ricambio tra generazioni».
IL FIGLIO MIRKO IN AZIENDA: UN MIX DI ESPERIENZE E NUOVE TECNOLOGIE
Ricambio sul quale si sta lavorando alla O.M.G. Ancora Antonio Gandossini: «Da alcuni mesi, in azienda, c’è mio figlio Mirko: ha diciannove anni, è un perito meccanico con una preparazione meccatronica, è curioso. Il passaggio tra padre e figlio è un mix tra la mia esperienza e quello che Mirko sa di nuove tecnologie. Le nuove conoscenze portano ad una crescita reciproca perché per lui l’officina è un laboratorio: ricerca, sperimenta, scopre un mondo che è sempre più altalenante perché i mercati si spostano continuamente e l’economia cambia rapidamente. Diciamo pure che è volatile».
COME STA LA MECCANICA?
A questo punto, quale è lo stato di salute della meccanica? «I Paesi asiatici sono sempre più abili nel copiare i brevetti, la grande produzione proviene dalla Cina (che garantisce qualità dei materiali e nel prodotto finito, soprattutto nel settore degli stampi), mentre quella media arriva dall’Est Europa. L’Italia resiste sulle piccole serie e le nostre aziende dovranno sempre più puntare sul lusso e sulla nicchia. Da una parte con prodotti propri di alta gamma che possono influenzare il mercato, dall’altra con piccoli lotti di parti speciali e componenti singoli ma particolari: la O.M.G lavora su questi ma, principalmente, su disegno dei clienti».
PICCOLI E SANI, MA SENZA RAPPORTI UMANI CROLLA TUTTO
C’è di più: «I tempi di lavoro si accorciano, i prodotti in magazzino sono ridotti al minimo, si lavora sugli ordini. E per stare nei tempi si mettono in concorrenza fra loro sempre più fornitori, che si ritrovano i margini ridotti all’osso». Non se ne esce? «Le otto ore lavorative non sono e non devono essere una routine: bisogna aver voglia di creare, vivere appieno ogni momento della giornata, non guardare mai l’orologio. Odio stare fermo, ed è per questo che al CAD/CAM ci pensa Mirko. Ma non è finita qui». E allora Antonio Gandossini compila una lista di ciò che rischia di ingolfare il lavoro quotidiano: «La O.M.G. lavora per i settori meccanico, plastico, chimico/ecologico, aeronautico e automotive; siamo piccoli ma sani, e tutti gli investimenti sono sempre stati fatti con il portafoglio aziendale, ma le imprese come le nostre non hanno alcuna garanzia nel recuperare i crediti e, finite le vecchie generazioni in azienda, anche i rapporti umani rischiano di scomparire. Gli stessi Uffici acquisti non considerano l’impegno che ci ha messo un’impresa in tanti anni di lavoro».
L’ORGOGLIO DI UNA GRANDE TRADIZIONE
Ma la Officine Meccaniche Gandossini, con i suoi torni, le frese e i centri di lavoro Cnc supportati da sistemi CAD/CAM, si sente parte di quella «Lombardia che, in Europa, è stata leader nella produzione meccanica e che deposita i tre quarti dei brevetti italiani», aggiunge il titolare. E questo orgoglio lo si vive quando si entra in officina dove i disegni dei clienti, a volte, sono solo un punto di partenza per la realizzazione di pezzi che nascono non solo dall’entusiasmo ma anche da quelle “malizie” che fanno la differenza.