Una “Silicon Valley” della mobilità avanzata: Varese, tira fuori l’orgoglio e preparati a una rivoluzione elettrica

Una “Silicon Valley” della mobilità avanzata in Lombardia con il baricentro in provincia di Varese. È la sfida che Confartigianato Imprese Varese, insieme a The European House Ambrosetti, uno dei più influenti think tank a livello internazionale, ha prospettato per il rilancio del sistema produttivo del territorio del Varesotto.

Al presidente di Confattigianato Varese Davide Galli, che cita l’espressione “I have a dream”, facendo riferimento alla concomitanza con le elezioni presidenziali Usa, il managing partner e Ceo di The European House Ambrosetti Valerio De Molli risponde invitando a «pensare l’inimmaginabile (thinking the unthinkable), con coraggio». Perché «la sfida apparentemente è verticale, ma la direzione deve essere quella».

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A maggior ragione in un momento di crisi, alla vigilia di un nuovo lockdown: una fase in cui si prevede «un impatto negativo a doppia cifra» che farà «tornare il Paese al Pil del 1996», di fatto «cancellando 24 anni di sviluppo economico». Anche in provincia di Varese la situazione non è semplice: «Metà delle imprese sono in perdita» e «solo 3 aziende su 10 prevedono risultati economici in crescita rispetto al 2020, ma in linea o al di sotto dei livelli pre-crisi».

E allora servono «coraggio e visione», anche con un pizzico di «orgoglio varesino» per chi, come De Molli, è originario di questo territorio. L’idea emersa dallo studio di The European House Ambrosetti, estratta dalle sei visioni strategiche che il think tank un anno fa aveva prospettato per il futuro della nostra provincia, è quella di «comprendere le opportunità di sviluppo, nel contesto contingente della situazione indotta dall’emergenza Covid-19 e all’interno del territorio lombardo-piemontese, per un hub della mobilità avanzata» in cui si delinei «il ruolo per la Provincia di Varese quale area di riferimento per le filiere industriali e di servizi associati alle tecnologie e soluzioni della mobilità del futuro e polo di aggregazione dei diversi attori-chiave interni ed esterni al territorio della Provincia di Varese».

Secondo lo studio di The European House Ambrosetti, «il territorio di Varese può candidarsi a diventare un hub della mobilità avanzata» per quattro buoni motivi, come spiega il Partner e Responsabile Scenari e Intelligence Lorenzo Tavazzi: «L’esistenza di una forte base industriale e di servizi formata da grandi gruppi e Pmi a vocazione internazionale e elevata specializzazione nei settori automobilistico (quattro ruote e due ruote)/meccanico e dell’energia/ambiente; la localizzazione strategica nel cuore del Nord Ovest dell’Italia, collegato con le direttrici europee delle catene globali del valore del settore automotive (Francia/Germania); la possibilità di valorizzare l’ecosistema della Ricerca e dell’Innovazione e di avviare sinergie con altri cluster e territori; ampie potenzialità del mercato target, a partire dalla domanda globale di trasporto privato, considerando anche che Varese è la terza Provincia italiana, e la prima lombarda, per numero di autoveicoli elettrici e ibridi in rapporto alla popolazione».

Tra i punti di forza di questa “visione di futuro” c’è un “cluster di fatto” composto da 1500 imprese tra Varese e altre sei province del Nord-Ovest. «Grandi, ma anche piccole, medie e micro – sottolinea Lorenzo Tavazzi – un tessuto ramificato in grado di creare sinergie. Dotato in particolare di tre sotto-cluster (manifattura, utilizzo e post vendita, e rete infrastrutturale) in cui Varese è in posizione significativa, in grado di fare massa critica come baricentro potenziale del sistema». Ad esempio, «specializzata sui sistemi elettrici e le carrozzerie, che sono abilitanti».

In questo contesto, si possono aprire «opportunità di sviluppo che non hanno riscontro in altri settori»: la provincia di Varese ha tutte le carte in regola per proporsi «come territorio-chiave per un progetto-pilota per attività di sperimentazione sulla mobilità avanzata secondo un piano strategico a 10 anni che veda tutti gli stakeholder uniti da un obiettivo comune». Quello di diventare «una sorta di “Silicon Valley” del Paese per la mobilità connessa, autonoma e green». Tra i primi passi da compiere, la creazione di «un centro di ricerca pre-competitivo di riferimento a livello lombardo su aree selezionate di specializzazione tecnologica applicata all’industria automotive», sul modello di quelli che ci sono in Germania. Ma tra gli altri ingredienti chiave ci sono anche la formazione sul territorio, la capacità di intercettare le opportunità dei fondi del Recovery Plan europeo, e quello che Valerio De Molli chiama «il blueprint di governance» che parte dal coinvolgimento nella partita di Regione Lombardia. La sfida è partita, ora tocca al sistema Varese crederci.

Si crea un “cluster di fatto” composto da 1500 imprese tra Varese e altre sei province del Nord-Ovest

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