Monica Neri: «Quella volta in Piazza Scala con Marchesi a parlare di "non pasta"»

Monica Neri: «Quella volta in Piazza Scala con Marchesi a parlare di "non pasta"»

Legù, la "non pasta"

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Per nonna Ida, di origini mantovane, Monica era diventata un’ombra: ogni passo, e ogni gesto, in cucina si trasformava in gioco. Ma nulla aveva a che fare con quei passatempi ai quali si innamorano i bambini per stanchezza o noia. L’entusiasmo nei confronti di pentole e materie prime scelte era a tal punto radicato in quella nipotina da doverla soprannominare “pasticcina”. Da allora, quando ancora alle maestre delle elementari portava le torte fatte con le sue mani, Monica Neri in cucina ci è sempre stata: in quella della Scuola Alberghiera e in quella dell’Accademia Barilla a Parma dove studia, e fa pratica, per apprendere e divulgare l’alta gastronomia.
Nello zainetto della sperimentatrice trovano posto una laurea in Scienze e tecnologie della ristorazione, la specializzazione in nutrizione, gli studi in Economia del sistema agroalimentare in Canada. E poi a Milano, assunta da un’azienda per eseguire controlli e ricerche nel campo alimentare.

Le passioni si intrecciano, e prendono fuoco, grazie ad alcune vicende personali: «La scoperta del diabete gestazionale, quando ero in attesa di mia figlia Asia, apre le porte allo scatto imprenditoriale. Impresa prima di tutto culturale, perché da subito insisto sulle proprietà nutritive e salutari dei legumi legati alla dieta mediterranea. Asia aveva appena compiuto due mesi e io già giravo per l’Italia con la forza della mia convinzione: prima a Roma e poi a Napoli, dove affitto un pastificio per alcuni giorni per provare l’essicazione della “non pasta”», ricorda l’imprenditrice classe 1984. Così nel 2015 fonda Legù – Itineri: nasce quella che una volta era l’”anti-pasta” ed oggi è “non pasta”.  Perché non si tratta di un primo piatto, neppure di un contorno ma di una portata completa. L’immaginazione può fare miracoli. E allora pensate ad una bistecca scomposta, perché la sostanza proteica è questa, a forma di eliche, paccheri, gigli, fusilli, sorrisi, intrecci, anelli, penne e chicche: nuovi percorsi alimentari. Che piacciono, e tanto, a Singapore, Dubai, New York, Canada e Svizzera.
 

Alla base solo legumi selezionati cento per cento italiani – fagiolo bianco, lenticchia gialla, piselli gialli e ceci da Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia, Sicilia e dal sud della Liguria – cotti a vapore e pastificabili. Grazie anche alla collaborazione di un Mulino di Cremona che li riduce in quella farina con la quale oggi, Monica Neri, realizza anche miscele saporitissime per biscotti, base per pizza (che produce con un’azienda di Novara), schiacciate, grissini, budini. E quelle zuppe che, queste sì, hanno convinto e conquistato tanto anche gli italiani.
Antesignana di una cucina bilanciata attenta alle intolleranze e alla celiachia, Monica Neri studia i vuoti di mercato e li riempie con «la neonata linea di pasta senza glutine Unica: sì, un primo piatto». Nata durante il lockdown - «perché il 50% del mio fatturato proveniva dalla ristorazione» - e con la complicità di Asia: «E’ lei la mia cartina di tornasole anche se, come tutti i giovanissimi, è attratta dal Mac Food», dice sorridendo l’imprenditrice. Un prodotto italianissimo perché capace di sfruttare la biodiversità del nostro territorio amalgamando ai legumi la polvere di pomodoro, il mais bianco, il sorgo e la spirulina.

La battaglia culturale si è trasformata in successo imprenditoriale scommettendo su innovazione, ricerca (tanta e costante), pazienza e un pizzico di incoscienza. Ma a fare la differenza, e a portare i prodotti di Itineri nelle macellerie, nella distribuzione organizzata (Eataly, NaturaSì) e nei negozi retail («i proprietari del negozio Mario Cantù di Varese sono stati tra i primi a visitare la mia azienda»), è proprio quella materia prima con la quale Monica Neri ha preso per la gola anche Gualtiero Marchesi.

A raccontarlo è la giovane chef: «Mi ero iscritta ad un corso sulla pasta all’Accademia che il Maestro aveva fondato a Milano. E quella fu l’occasione giusta per cucinare i miei paccheri, gigli, fusilli e tagliatelle. Le prime quattro trafile con le quali ho tenuto a battesimo Legù. Fatto sta che dopo due settimane ricevo una telefonata: Marchesi chiedeva alcune confezioni di “non pasta”. Ricordo che quel giorno pioveva a dirotto, eppure sono salita in auto senza neppure pensarci e sono arrivata, non so come, dritta in Piazza della Scala. Marchesi si è seduto, mi ha offerto una spremuta di melograno e mi ha detto “non mollare mai”».

Monica Neri non si è mai arresa. Anzi, il periodo di crisi l’ha portata ad investire ancora in prodotti che possano avvicinare una fetta sempre più consistente di consumatori. E’ così che sono nati gli gnocchi con latte vegetale, la piadina realizzata fifty-fifty con legumi e cereali e il mix per polpette. Pronte in un minuto, con l’aggiunta di sola acqua, soddisfano l’esigenza dell’uomo contemporaneo. A caccia di piatti buoni e veloci nell’esecuzione.

Legù, la "non pasta"