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La “buona burocrazia" nasce dalla semplificazione, ma il percorso è ancora in salita

La “buona burocrazia" nasce dalla semplificazione, ma il percorso è ancora in salita

L’Italia, tra i 27 paesi europei, occupa il primo posto per il maggior peso burocratico: lo avevamo scritto QUI sulla scia delle ultime elaborazioni del Centro Studi di Confartigianato Imprese. Che, per cercare di capire come tagliare e semplificare a vantaggio delle Pmi, ha incontrato il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.

I NODI DA SCIOGLIERE E LA SEMPLIFICAZIONE NEI RAPPORTI TRA IMPRESE E PA
Per agevolare il rilancio delle attività economiche bisogna agire su più fronti:

  • Nel rapporto tra le imprese e la Pa va sostituita la logica del “sospetto preventivo” con quella del “controllo successivo”
  • La semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori va realizzata con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo
  • Digitalizzazione delle comunicazioni tra imprese e Pa
  • Interazione delle banche dati pubbliche
  • Unificazione front-office del SUAP digitale
  • Standardizzazione delle procedure e implementazione del fascicolo elettronico dell’impresa

Al centro del confronto è stata posta la semplificazione che, secondo il Ministro Zangrillo, «assume un ruolo sempre più centrale nel rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese. È innegabile che procedure e adempimenti si siano stratificati in modo disordinato, trasformando la complessità in complicazione e determinando ostacoli e rallentamenti».

IL PNRR ALLEATO DELLE IMPRESE
Uno fra gli obiettivi strategici assegnati al Pnrr è proprio quello di reingegnerizzare e digitalizzare 600 procedure entro il 2026, 200 delle quali entro il 2024. Un quarto dell’obiettivo fissato al 2024 è già stato raggiunto e ha permesso di dare uno slancio a investimenti e cantieri.

MENO OSTACOLI MA SENZA DEREGULATION: IN ARRIVO UN D.LGS SUI CONTROLLI
Puntare sulla semplificazione non significa, però, lasciare spazio alla deregulation. Non significa abbassare gli standard qualitativi fissati nei requisiti professionali delle imprese, né ridurre la tutela degli interessi pubblici quali l’ambiente, la sicurezza sul lavoro, la sanità. “Buona burocrazia” significa un rapporto positivo tra le imprese e la PA. Il governo è al lavoro su uno schema di decreto legislativo sui controlli sulle attività economiche: per garantire alle imprese maggiore stabilità e certezza, eliminare duplicazioni e trovare soluzioni efficaci e fare in modo che abbia vigore e funzioni il fascicolo informatico d’impresa. La bozza è allo studio del ministero e prevede la generazione di “un registro dei controlli digitale, accessibile a ogni amministrazione pubblica, con la possibilità di verificare in tempo reale se un’impresa sia stata sottoposta a controlli, in che modo e quali. A breve saranno convocate le imprese per poter arrivare al Consiglio dei ministri con una proposta che sia letta e condivisa con loro.

LA BUROCRAZIA: UN VERO PROBLEMA PER LE PMI ITALIANE
Secondo i dati di Confartigianato Imprese, nel 2022 le complicazioni delle procedure amministrative sono state un problema per l’82% delle aziende italiane, l’eccesso di norme e il loro continuo cambiamento e la pressione fiscale sono denunciati come un ostacolo dall’81%, mentre le norme restrittive sul lavoro impattano negativamente sul 57% degli imprenditori.

UFFICI PUBBLICI E DIGITALIZZAZIONE: C’E’ ANCORA TANTO DA FARE
Ma l’Italia occupa anche le ultime posizioni in Europa per quanto riguarda l’interazione digitale con gli uffici pubblici. Secondo la rilevazione DESI 2022, il 40,4% degli utenti internet italiani ha “dialogato” con la Pubblica amministrazione tramite portali online (e-Government Users), dato inferiore di 24,4 punti percentuali rispetto alla media Ue del 64,8% e che pone l’Italia al terzultimo posto, seguita da Romania e Bulgaria.
L’innovazione digitale non ha ancora raggiunto alcuni servizi pubblici essenziali per le imprese. Ad esempio, per il settore dell’edilizia soltanto il 15% dei Comuni prevede il completo iter telematico per rilasciare i permessi di costruire. Una quota che sale al 20,1% nel Nord-Ovest e scende al 9,1% nel Mezzogiorno Mancano all’appello della completa gestione online di questo importante servizio ben 6.760 amministrazioni comunali.