Il lavoro si trova nelle piccole e medie imprese: nelle Pmi il 66,7% delle assunzioni

L'esame dei dati evidenzia che le piccole e medie imprese con meno di 50 dipendenti nelle quali si concentra il 50,5% dei dipendenti, nel primo semestre determinano il 66,7% delle posizioni lavorative dipendenti. Male gli autonomi. Numerose le figure introvabili

Occupazione nelle Pmi

L’analisi dei dati del mercato del lavoro, pubblicati stamane dall’Istat evidenzia una flessione congiunturale dell’occupazione (-0,3%, pari a -80 mila unità), più accentuata per le donne e che coinvolge dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età.

LA FLESSIONE DEGLI AUTONOMI

Nell’arco dei 18 mesi, che comprendono la recessione determinata dalla pandemia e la successiva ripresa, gli occupati dipendenti hanno quasi completamente recuperato i livelli pre-crisi – ad agosto 2021 sono lo 0,5% in meno del livello di febbraio 2020 – mentre gli effetti negativi si scaricano pesantemente sul lavoro indipendente – segmento non coperto dal sistema degli ammortizzatori sociali – che ad agosto 2021 registra una perdita di 302 mila occupati rispetto a febbraio 2020, pari al 5,8% in meno,  una variazione che rappresenta il 77,2% del calo complessivo di occupati del periodo in esame. Dai più recenti dati trimestrali emerge che la crisi del lavoro autonomo colpisce maggiormente le donne: nei settori non agricoli al secondo trimestre 2021 – media ultimi quattro trimestri le donne indipendenti occupate calano del 6,9% su base annua, un ritmo più che doppio del -3,1% degli occupati indipendenti maschi.

LE PMI TRAINANO LA RIPRESA

Occupazione nelle Pmi

Nonostante persistano  le difficoltà del lavoro autonomo, le micro e piccole imprese si confermano protagoniste della domanda di lavoro. L’esame dei dati dell’ultima Nota del Ministero del lavoro, Anpal, Istat, Inps e Inail evidenzia che le micro e piccole imprese con meno di 50 dipendenti, nelle quali si concentra il 50,5% dei dipendenti, nel primo semestre del 2021 determinano il 66,7% delle posizioni lavorative dipendenti, dato dal saldo tra assunzioni e cessazioni. Questa tendenza è confermata dall’analisi dei dati del sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal evidenzia che le entrate previste dalle imprese tra settembre e novembre 2021 sono per il 62,5% in micro e piccole imprese.

Il monitoraggio proposto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Banca d’Italia evidenzia nel primo semestre del 2021 una crescita del 12,2% delle attivazioni nette rispetto allo stesso periodo del 2019, trainata dalla ripresa del settore dell’edilizia – un comparto ad ampia diffusione di piccola impresa – nel  quali le assunzioni nette salgono del 57,6%.

DIFFICILE REPERIRE IL PERSONALE

Con la crescita delle assunzioni, sale la difficoltà di reperimento: a settembre 2021 il 44,6% delle entrate di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine è di difficile reperimento, superiore al 36,4% delle entrate totali e in salita rispetto al 36,5% di un anno prima. La robusta crescita dell’attività nelle costruzioni rende più critico il reperimento di manodopera specializzata nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (43,7%, quasi sei punti superiore al 37,8% di un anno prima).