Imprenditori, si torna sui banchi: la rivoluzione eco-digital impone competenze e formazione

Serve un revamping delle competenze, dice il professor Marco Taish (Politecnico). Perché se l’auto corre più veloce, bisogna trovare qualcuno che la sappia guidare: «E oggi, nelle pmi italiane c'è un gap perché non abbiamo né la quantità, né la qualità di persone per affrontare l'I4.0

Dati per Impresa 4.0

Anche in una piccola e media impresa l’occhio non basta più. Certo, ci vorrà ancora una visione strategica che deriverà dall’intuizione dell’imprenditore ma, sul fronte dei processi produttivi, difficilmente si potrà sviluppare l’azienda come avvenuto finora. Lo dicono da tempo gli esperti e, ora, anche lo studio “Star Matrix – Manufacturing 4.0” di Gi group, in collaborazione con Odm consulting, presentato nell’evento dedicato durante la World manufacturing week. Tra i ruoli per cui lo studio prevede una crescita di importanza nel breve-medio termine, ci sono quelli afferenti all’ambito ingegneristico.

Si tratta quindi di profili di ingegneria meccanica, elettrica, elettronica e gestionale, con ruoli tipo il responsabile ingegneria, l’ingegnere elettronico, quello dell’ufficio simulazioni o dell’ufficio standard e il solution design engineer. I ruoli e le professioni che, sulla base dell’analisi condotta, cresceranno maggiormente riguardano le funzioni di ricerca e sviluppo (73%), ingegneria (57%) e programmazione macchine (50%). Ma non solo, aumenta la richiesta di figure fortemente qualificate specialmente in ambito R&D e Ict, così come nella creazione di modelli previsionali e predittivi e nell’ottimizzazione dei processi. Si parla, quindi, delle figure come il project manager, specialisti in sistemi iot, innovatore di processi e data scientist.

REVAMPING DELLE COMPETENZE

Dati per Impresa 4.0

Lo conferma pure Marco Taisch, docente di digital manufacturing al Politecnico di Milano: «In questi anni – commenta il professore – vengono spinte le imprese a digitalizzarsi e a comprare macchinari in questa direzione quindi è logico che, paralllelamente, serva un revamping delle competenze». Se l’auto corre più veloce, bisogna trovare qualcuno che la sappia guidare: «E oggi, nelle pmi italiane – aggiunge – vi è proprio un gap del genere perché, a oggi, non abbiamo né la quantità, né la qualità di persone per affrontare questa situazione e nella bozza della legge di Bilancio non è stato dato un adeguato spazio alla formazione 4.0: un errore, perché non si dà peso a un fattore dove ci sarebbe ampio spazio per migliorare il vantaggio competitivo delle imprese».

SAPER LEGGERE I DATI

Dati per Impresa 4.0

In particolare Taisch sottolinea l’arretratezza nel saper leggere i dati aziendali e le dinamiche di fabbrica, utilizzando i numeri e non le sensazioni: «Quando in un’azienda parlo di Oee (Overall equipment effectiveness, ndr), talvolta si strabuzzano gli occhi. Eppure sono tre calcoletti semplici per tradurre in un numero l’efficienza di un impianto». 

E ancora: «Un imprenditore mi ha posto il problema di avere dei tempi di setup alti. Già, ma gli ho chiesto: quanto alti? Non li aveva mai misurati se non a occhio. Così, però, non va bene. Per crescere bisogna conoscere almeno i dati». E, da lì, interpretarli. Capire, insomma, a che punto si è e come e quanto si possa migliorare con una determinata modifica.

«Le competenze meccaniche – aggiunge il docente del Politecnico – ci sono. Manca la consapevolezza di una crescita su quelle industriali e gestionali. Per invertire questa tendenza bisogna investire sulla formazione e non posso sentire gli imprenditori lamentarsi perché se un dipendente frequenta un corso di aggiornamento, al contempo non può lavorare. Non ci si rende conto di cosa sta succedendo nel mondo: la formazione è un investimento e non un costo». Una complessità in cui serviranno «sempre di più dei ruoli polifunzionali e quindi collaboratori con competenze trasversali, in grado di integrarsi con una gestione più ampia».