Inflazione, torna il mostro addormentato. I consigli alle imprese: «Se i prezzi calano, approfittatene»

Oggi qual è la situazione? Si tratta di un fenomeno che assume il peso di un fuoco di paglia o rischia di diventare endemico, ma ben più forte di un male di stagione (ogni riferimento al Covid non è per nulla casuale)? Ne parliamo con il prof Eugenio Caverzasi (Insubria)

Crescita inflazione

Ripartire a tutti i costi presenta incognite. E correre per vincere nella gara che si disputa sui mercati (ma ancor prima nelle grandi relazioni di geopolitica di colossi economici mondiali che, per intenderci, si presentano con gli occhi a mandorla) può presentare il conto, proprio secondo quella teoria che da un battito d’ali di una farfalla nel Borneo si rischia di produrre un uragano a New York.

E se al posto delle ali di un insetto si mettono a correre le gambe di un gigante, allora i rischi si moltiplicano. Il risultato di questa competizione alla ripartenza e alla produzione a tutti i costi ha riacceso difatti un mostro che si pensava addormentato da anni e che si chiama inflazione: una sorta di contrappasso che vede l’economia divorare le basi della sua forza, cioè il potere d’acquisto dei consumatori. Una «tassa occulta di natura regressiva che colpisce chi ha meno rispetto a chi ha di più e maggiori alternative di investimento», per dirla con le parole scelte in un recente intervento del direttore Ferruccio De Bortoli, che giustifica questa lunga assenza dell’inflazione sostenendo che «oggi gran parte di noi è figlio della deflazione». E come dargli torto.

ENDEMICO O PASSEGGERO?

Ma oggi qual è la situazione? Si tratta di un fenomeno che assume il peso di un fuoco di paglia o rischia di diventare endemico, ma ben più forte di un male di stagione (ogni riferimento al Covid non è per nulla casuale)?

Abbiamo girato questi ed altri quesiti sul «momento» ad Eugenio Caverzasi, docente di Macroeconomia all'università dell’Insubria di Varese, attento osservatore del fenomeno anche sugli scenari internazionali. «Difficile fare una fotografia dell’inflazione dal momento che si tratta di fenomeni molto dinamici e che riguardano sistemi economici con dimensioni diverse, e così se negli Usa siamo sopra al 6% in Italia arriviamo a poco meno del 4, in Germania al 5 e così via (ai primi di dicembre 21021 ndr): se confrontati col passato anche recente indicano una crescita, ma non sono numeri storicamente strepitosi, anche se per un tema come questo esiste una premessa importante da fare, vale a dire la presenza di un numero di variabili così elevate che difficilmente è possibile fare un paragone col passato».

DA DOVE ARRIVA L'INFLAZIONE

Crescita inflazione

Ma da dove arriva l’inflazione dei nostri tempi? «L’incremento della domanda di materie prime e dei prezzi dell’energia sono certamente da annoverare fra le maggiori cause, ma non sono le uniche: mi viene da pensare per esempio all’impennata del prezzo dei noli, cioè il costo per i trasporti via nave che risultano quintuplicati nel breve periodo e che è dovuto a questioni strutturali dovute alle relazioni fra Cina e resto del mondo. Oppure al mercato del lavoro che proprio a causa della pandemia ha visto tensioni sui valori dei salari, da tempo non più collegati a indicizzazione, che hanno subito un incremento legato al calo dell’offerta di lavoro dovuta al mancato rientro di alcune fasce della popolazione attiva».

Uno dei punti focali su cui la stampa e il mondo delle imprese si focalizza quando si parla di perdita del potere d’acquisto, riguarda però i costi di materie prime ed energia: cosa sta succedendo? «La crescita economica ha imposto una carenza di materie prime e di natura energetica che rappresenta, sì, un problema di sistema, ma è anche riflesso di effetti congiunturali di breve termine legati ad eventi locali: mi viene in mente la siccità in Brasile, la scarsità di vento in Europa e così via, che hanno impattato sull’offerta».

COOSA STA SUCCEDENDO?

Cosa dobbiamo aspettarci nel breve periodo? «L’inflazione non passerà subito, vivremo quindi alcuni assestamenti. I segnali che arrivano di primi lockdown, per esempio, mostrano già un calmieramento che si nota proprio sul fronte del calo della domanda. Non credo che l’inflazione nel breve potrà tornare a livelli prossimi allo zero, ma penso che non assisteremo neppure ad ulteriori fiammate. Un livello inflattivo rimarrà: ricordiamoci che l’inflazione fa bene a chi ha debito perché lo rende meno oneroso». Per un’impresa artigiana esistono consigli da seguire in questo momento? «Posso limitarmi a offrire un consiglio di buon senso: se ci saranno abbassamenti di prezzo dovuti a eventuali lockdown sarà bene approfittarne. Del resto i mercati finanziari stanno scommettendo su livelli di inflazione medio alta per i prossimi cinque anni».