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Taglio del cuneo fiscale: una corsa ad ostacoli tra Irpef e Irap. La Sabatini, invece, va alla grande

Taglio del cuneo fiscale: una corsa ad ostacoli tra Irpef e Irap. La Sabatini, invece, va alla grande

I 9 MILIARDI DEL CUNEO FISCALE CONTESI TRA CONTRIBUTI, IRPEF E IRAP
Approda al Consiglio dei ministri il Documento programmatico di bilancio. In mattinata si deciderà la destinazione dei 9 miliardi del cuneo fiscale contesi fra contributi, Irpef e Irap. Entriamo nel dettaglio della manovra con l’aiuto del Sole 24 Ore:

  • Imprese – I crediti di imposta del piano Transizione 4.0 hanno già una dote che copre il 2022 con coda a giugno 2023 per consegne di beni per i quali è stato pagato un acconto di almeno il 20% entro il 2022. Nella nuova legge di bilancio potrebbe essere inserita un’estensione fino al 2024, così come per il credito di imposta per la ricerca e sviluppo.
  • Taglio del cuneo fiscale – Al capitolo sono dedicati 9 miliardi di euro e c’è l’idea di concentrare i fondi sul taglio dell’Irpef con una riduzione del salto d’aliquota dal 27 al 38%.
  • Irap – Per le imprese, l’addio all’Irap non deve ridursi a una semplice sostituzione del tributo regionale con un’addizionale all’Ires. Oggi l’Irap è pagata da tutte le imprese, comprese quelle in perdita, che però non pagano l’Ires. Le imprese propongono di eliminare dal calcolo del valore della produzione, che determina la base imponibile dell’imposta regionale, gli interessi passivi pagati sull’indebitamento.
  • Investimenti – I finanziamenti agevolati della Nuova Sabatini hanno una disponibilità per il 2022 di 340 milioni, ma si punta ad elevare la quota di altri 500 milioni. Fabbisogno stimato in circa 500 milioni annui anche per il Fondo di garanzia Pmi, da rifinanziare.
  • Edilizia – Riconferma dei bonus per il 2022 e del Superbonus per il 2023? Per i bonus si dovrebbe trovare un accordo con proroga per il 2022 alle stesse condizioni di quest’anno (o quasi) e poi un sentiero di rientro graduale che porterebbe a una riduzione delle percentuali del credito di imposta dal 2023. Farebbe eccezione il 110%, per il quale si prevede un’estensione a una parte del 2023.

PER LA NUOVA SABATINI ALTRI 300 MILIONI

Nuova Sabatini

La dote complessiva della Sabatini ammonta, ora, a 725 milioni di euro: il governo, infatti, ha concesso un ulteriore stanziamento di 300 milioni. Si legge su Italia Oggi che, “dallo scorso 2 luglio, è stato riaperto lo sportello per la presentazione delle domande da parte delle imprese. Per le domande trasmesse in data antecedente al 1° gennaio 2021, per le quali sia già stata erogata in favore delle Pmi beneficiarie almeno la prima quota di contributo, il Mise procederà, secondo criteri cronologici, ad erogare le successive quote di contributo spettanti in un’unica soluzione”. Ricordiamo che la misura può essere utilizzata dalle imprese per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, ma anche in software e tecnologie digitali. Infine “il contributo, anche quando riconosciuto in un’unica quota, è sempre erogato all’impresa a seguito dell’ultimazione del programma di investimenti agevolato. Il Mise, infatti, eroga il contributo sempre ad avvenuta realizzazione, fisica e finanziaria, del programma di spesa”.

BRUSCA FRENATA PER IL PIL DELLA CINA
Lo scrive il Sole 24 Ore: “Rallenta la crescita della Cina, ai minimi da un anno. Nel terzo

Cina

trimestre il Pil cinese è salito del 4,9% su base annua rispetto al +7,9% del trimestre precedente”. Pesante la frenata della produzione industriale, +3,1% a settembre: su questa hanno inciso la crisi del colosso immobiliare Evergrande (l’edilizia assorbe un quarto del Pil cinese), le interruzioni di corrente imposte da alcune grandi province “per risparmiare energia e tenere a bada l’inquinamento in linea con la strategia Cina carbon free entro il 2060”, la carenza di materie prime, l’incremento dell’inflazione e le incertezze sulla ripresa globale. A diminuire sono anche gli investimenti: dal 7,9% di un anno fa all’attuale 7,3%. “La frenata della locomotiva cinese, insieme al calo della produzione Usa (-1,3% a settembre), spaventa gli investitori: in rosso le Borse asiatiche ed europee (Milano fa -0,83%)”, continua il quotidiano economico. Il rallentamento delle economie alimenta i timori di un rischio-stagflazione.

TUTELA GEOGRAFICA UE ANCHE PER I PRODOTTI ARTIGIANALI

Unione europea

La Commissione europea sta lavorando sulla proposta di introdurre “un nuovo sistema europeo per la protezione delle indicazioni geografiche artigianali e industriali, sul modello delle produzioni agricole e alimentari, protette dal marchio IGP”. I cristalli di Boemia, i vetri di Murano, le porcellane di Limoges potrebbero essere “protette e valorizzate con un marchio Ue”. E questo perché “molte grandi aziende commissionano agli artigiani processi di altissima qualità e precisione. E’ giusto che anche l’Europa abbia un’attenzione maggiore rispetto a quella avuta finora”. La proposta della Commissione europea dovrebbe essere presentata, al più tardi, entro fine anno.