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L'inchiesta/2 – Le Pmi e la sfida delle auto green: si salva chi fa sistema

L'inchiesta/2 – Le Pmi e la sfida delle auto green: si salva chi fa sistema
In questa seconda puntata dell’inchiesta sulla mobilità avanzata Andrea Tonoli, professore di Ingegneria dell’Autoveicolo al Politecnico di Torino, entra nel merito della grande rivoluzione che attende le piccole e medie imprese: quella dell’ibrido e dell’elettrico. Come riorganizzarsi e in quali tempi? Quali le figure professionali più richieste? Quale il ruolo delle università? Come diversificare la produzione e aprire valide collaborazioni con le grandi imprese? Il professore, che anticipa anche alcuni contenuti sul Centro nazionale per la mobilità sostenibile (l’intervista al presidente del MOST, Ferruccio Resta, sarà pubblicata nelle prossime settimane), parla di quanto sia importante, anche per le Pmi, «avere una visione del futuro».

 

Fare sistema e farlo bene, perché di fronte alla rivoluzione dell’automotive «c’è un’intera filiera da ricostruire o, addirittura, da costruire da capo» racconta Andrea Tonoli, professore e referente del corso di studio di Ingegneria dell’Autoveicolo del Politecnico di Torino.
 

Automotive

GLI INGEGNERI DELL’AUTOMOTIVE E I PEZZI DA RICOMPORRE
I pezzi, e non solo quelli delle auto, vanno ricomposti: il 2035 è dietro l’angolo, l’Europa ha deciso che la mobilità elettrica dovrà essere il must del futuro, i giovani preparati avranno ottime opportunità di lavoro perché le aziende, per stare al passo, stanno chiedendo competenze all’altezza dei target europei. Competenze come quelle degli ingegneri dell’autoveicolo, che al Politecnico di Torino si formano sui cambi radicali di questi ultimi tempi: «Negli ultimi anni – prosegue il professore – le aziende stanno chiedendo all’Università corsi di formazione upskill e reskill per i loro collaboratori per riconvertire il loro know how sulla base delle nuove esigenze della filiera dell’automotive. Ma la tendenza delle aziende è anche quella di dirigersi su giovani che non solo hanno conseguito la laurea magistrale, ma anche chi prosegue con il dottorato su temi di ricerca legati agli ambiti dell’elettrificazione dei veicoli, dei controlli, della guida autonoma».

LE PMI E LA RIVOLUZIONE GREEN: SI SALVERA’ CHI FA SISTEMA

Pmi


Le stesse Pmi sono chiamate in causa, perché «questa rivoluzione – di questo si tratta – impone di cambiare i propri prodotti nell’ottica di quell’elettrificazione che sconvolgerà la concezione dell’automotive così come la pensiamo adesso. E’ per questo che il Politecnico ha cambiato il proprio Piano studi già cinque anni fa andando al di là delle motorizzazioni a benzina e diesel: le imprese che fanno componenti devono ripensarsi e hanno una forte esigenza di progettazione e costruzione. Cosa possono fare le imprese? Risponde il professore:

  • Cooperare in filiera: chi lavora nel settore della meccanica si deve confrontare con chi opera nell’elettronica di potenza e nei motori elettrici con le batterie, i rotori, i sistemi di raffreddamento
  • Proporsi come un sistema e non come singola realtà dedita al piccolo componente: solo così un’azienda potrà mantenere, e accrescere, la propria competitività
  • Introdurre in produzione elementi di innovazione che i competitor non offrono
  • Assumere giovani con alte competenze
  • Adattarsi rapidamente sfruttando le peculiarità dei territori, anche di quello europeo
  • Non restare vincolate a quello che si faceva anche solo cinque o dieci anni fa
  • Avere una visione del futuro, perché il cambiamento della mobilità porterà anche alla formulazione di combustibili alternativi a quelli che già esistono
     
Formula Student

FORMULA STUDENT: L’UNIVERSITA’ IN POLE POSITION
La Formula Student, per esempio, si è trasformata in fiore all’occhiello per tante università italiane, compreso l’ateneo piemontese: «Si tratta di una competizione universitaria di design ingegneristico per la progettazione e la produzione di un’auto da corsa – sottolinea Andrea Tonoli. Il team che vi partecipa è composto da una settantina di ragazzi chiamati a mettere in pista una vettura monoposto elettrica da competizione. Ci si lavora per due anni: durante il primo i giovani hanno il titolo di apprendisti, mentre nel secondo ci sarà la suddivisione in gruppi nei quali ogni ragazzo avrà una sua responsabilità». L’auto deve pesare meno di 200 chilogrammi, essere dotata di quattro ruote motrici, la potenza limitata a 80 kW e la velocità non deve andare oltre i 150 Km/h. Poi, libero sfogo alla sperimentazione con scocca in carbonio, sospensioni a quadrilatero basso, droplink, ammortizzatori teleidraulici azionati da pushrod, sistemi di frenatura rigenerativa, batterie con celle agli ioni di litio, sensori di velocità e torque vectoring system. Per percorrere anche mille chilometri con l’equivalente di un litro di benzina. Con l’esperienza guadagnata nei team della Formula Student, «i ragazzi trovano lavoro nella filiera dell’automotive, anche in grandi industrie, prima che abbiano terminato gli studi».

CENTRO NAZIONALE PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE: UN HUB PER LE IMPRESE

MOST


Da qui al Centro nazionale per la mobilità sostenibile il passo è breve. Costituito nel settembre 2022, è il primo Centro a partire tra i cinque previsti dal Pnrr. Il progetto, con un’impostazione Hub&Spoke (il Politecnico di Milano, punto centrale del Centro, coordina 14 raggi distribuiti su tutto il territorio nazionale) vede il coinvolgimento di università e grandi imprese nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture. Ancora il professore: «Il Politecnico di Torino si concentrerà su due spoke: mobilità aerea e veicoli stradali sostenibili. L’obiettivo del Centro è quello di accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale e supportando le istituzioni locali nell’implementazione di soluzioni moderne, sostenibili e inclusive. Si tratta di un approccio diverso ai problemi perché questa collaborazione tra centri di ricerca e imprese permetterà a queste ultime di mantenere e rafforzare la propria competitività».

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