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Lavoro e imprenditoria giovanile: le condizioni migliori in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto

Lavoro e imprenditoria giovanile: le condizioni migliori in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto

Valorizzare e attrarre sono i due verbi che, in questi ultimi anni, stanno alimentando i confronti su fuga dei cervelli, inverno demografico, allineamento tra i bisogni delle imprese e quelli dei giovani. Che, proprio alle aziende, non chiedono solo un salario, ma anche una motivazione di vita.  Dicono, gli esperti, un “senso”.

Attrarre e valorizzare è un impegno che non si svolge con facilità, e in breve tempo, perché sollecita domande, e soluzioni, che inevitabilmente si intrecciano fra loro. Eccone alcune:

  • I territori sono in grado di offrire, ai giovani, opportunità lavorative di qualità?
  • Le imprese sono in grado di rigenerarsi, crescere e coinvolgere le nuove generazioni?
  • Il nostro sistema educativo, e formativo, prepara i giovani ai bisogni delle imprese?
  • I territori sanno attrarre e valorizzare le nuove generazioni con un alto titolo di studio?
  • Le pubbliche amministrazioni offrono servizi efficienti, accessibili e di qualità?

Occupazione e dinamiche giovanili, Struttura e vitalità del sistema produttivo, Capitale umano e istruzione, Capacità amministrativa e inclusione territoriale sono i quattro pilastri dell’Indice Confartigianato dei Territori Youth Friendly 2025. L’obiettivo? Misurare quanto un territorio sia in grado di offrire, ai giovani, condizioni favorevoli per costruire il proprio futuro.

LE REGIONI AL TOP
Le prime tre posizioni della classifica sono occupate da Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto: sono queste le Regioni che offrono le migliori condizioni di contesto per il lavoro e il “fare impresa” dei giovani:

  • La Lombardia, con indice a 709, supera la media nazionale del 22,5%. La città di Milano è prima in classifica
  • L’Emilia-Romagna, con indice a 687, supera la media nazionale del 18,6%. Bologna, Modena e Reggio Emilia sono le province più agguerrite
  • Il Veneto, con indice a 680, supera la media nazionale del 17,4%

LE REGIONI PIU’ FRAGILI
Tra le Regioni che offrono le minori garanzie per l’attività lavorativa e imprenditoriale dei giovani, svetta la Sardegna: ultima in classifica con l’indice a 403, è al di sotto della media nazionale del 30,3%. Seguono:

  • La Campania, con indice a 442, inferiore alla media nazionale del 23,7%
  • La Sicilia, con indice a 448, inferiore alla media nazionale del 22,7%

COME CAMBIA LA CLASSIFICA
Però, nei quattro macrosettori presi come riferimento da Confartigianato la classifica generale non sempre viene rispettata. Ad esempio:

  • In Occupazione e dinamiche giovanili le prime tre regioni sono Piemonte, Veneto e Umbria e le ultime Puglia, Sicilia e Sardegna
  • In Struttura e vitalità del sistema produttivo svettano Lombardia, Piemonte e Campania mentre le ultime sono Valle d’Aosta, Toscana e Marche
  • In Capitale umano e istruzione sono al top la Lombardia, l’Emilia-Romagna e l’Umbria, mentre sul fondo della classifica si trovano Campania, Calabria e Sicilia
  • In Capacità amministrativa e inclusione territoriale le prime tre posizioni sono occupate da Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Campania. Negative le performance di Liguria, Lazio, Molise e Campania

FILIERE CORTE, IMPRESE FORTI: L’EVENTO DI CONFARTIGIANATO VARESE
Non è un caso che su occupazione, vitalità delle imprese, capitale umano e dinamiche giovanili, formazione e inclusione territoriale si concentri l’evento organizzato da Confartigianato Imprese Varese.
Filiere Corte, Imprese Forti” è il titolo del confronto che si terrà mercoledì 10 dicembre 2025, alle ore 18.30, nella sede di Gallarate (Viale Milano, 69), di Confartigianato. Un appuntamento che pone al centro le imprese, da un alto, e i territori, dall’altro, inseguendo quelle connessioni che stanno alla base delle filiere, ma anche della rivitalizzazione di quell’ecosistema imprenditoriale che è sempre più fatto di trasmissione di Know-how e conoscenze, collaborazioni con Università e centri di ricerca, condivisioni di idee, progetti e strumenti. Giovani. Che devono essere attratti e valorizzati.
Un’occasione per capire, davvero, quanto gli imprenditori e i territori siano pronti ad accettare la sfida di un cambiamento che non può fare che bene. A tutti.

 


I CAVILLI CHE OSTACOLANO LA VOGLIA DI IMPRESA
Disegnata la mappa, e trovati i punti di forza e di debolezza dei territori, le ultime bandierine piazzate sull’Italia sono quasi tutte rosse:

  • Ricambio generazionale: 303mila piccole imprese, il 30% del totale, lo vivono in modo particolarmente critico
  • Burocrazia: negli ultimi cento anni sono stati pubblicati 120.875 atti normativi, e sono tutti in vigore. Il 74% delle imprese italiane considera la complessità delle procedure amministrative un problema particolarmente fastidioso
  • Credito: i prestiti alle piccole imprese sono scesi del 5%. C’è stato un piccolo recupero dal -5,8% del mese di marzo 2025, ma il totale delle aziende registra un calo dello 0,2%
  • Tasso di interesse: nei tre anni di stretta monetaria (giugno 2022), i tassi sono aumentati di 216 punti base. Il massimo, +6,30%, lo si è registrato nel settore delle Costruzioni
  • Energia elettrica: nelle piccole imprese si concentra il 58% dei consumi di energia, ma si paga un extracosto che è il 70% del totale
  • Abusivismo: colpisce il 47% delle piccole imprese. Il 59,2% in Lazio, il 58,2% in Liguria e il 50,3% in Piemonte