Un incontro importante, il primo vis-a-vis nel pieno rispetto delle norme antiCovid. Un incontro che ha permesso a due interlocutori divisi sino a oggi da una diversa territorialità e uniti, da oggi, dalla forte presenza di Bper Banca su un territorio, quello della provincia di Varese, che vuole farsi conoscere attraverso le parole rivolte dal presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli e del Direttore Generale Mauro Colombo al vicedirettore generale di Bper Banca Pierpio Cerfogli.
Subito in chiaro le caratteristiche di un territorio composto da un rilevante e corposo numero di piccole e medie imprese, forte di un Confidi altamente strutturato e solidamente presidiato da associazioni solide, come Confartigianato Varese, che rappresenta più di settemila aziende del territorio. Imprese in fase di cambiamento, sempre più sensibili alla cultura finanziaria e alle forme di consulenza che consentono di avvicinarsi ad una richiesta di credito con un approccio nuovo. Trasparente da ambo i lati.
Nel corso del faccia a faccia si è pensato al presente e si sono ipotizzate le strategie per un auspicabile futuro post Covid, quando le aziende arriveranno agli sportelli profondamente modificate dalla crisi e bisognerà sedersi attorno a un tavolo, ascoltare, capire le singole situazioni e renderle coerenti.
Disponibilità al dialogo: questo è stato il filo conduttore biunivoco di un incontro che ha snocciolato idee, progettualità, obiettivi che insieme sarà possibile costruire se l’elemento collettore sarà la fiducia reciproca.
Il Vicedirettore Generale e Chief Business Officer di Bper Banca Pierpio Cerfogli ha dichiarato: «Abbiamo individuato tre o quattro ambiti di possibili attività, prendendo l’impegno di incontrarci di nuovo per svilupparli in modo dettagliato. L’elemento che ha riscosso più successo, interesse e curiosità è la replica in queste zone di un’iniziativa che stiamo portando avanti nei territori in cui Bper è più operativa, finalizzata a instaurare un dialogo diretto con le imprese che possa portare a decidere un rafforzamento prospettivo delle proprie strutture di indebitamento. Quindi, in modo proattivo, proviamo insieme, con grande franchezza e sincerità, a identificare e aprire strade e percorsi che portino a una ripresa delle attività».
Fondamentale, oltre al dialogo e alla fiducia, anche lo sguardo aperto sui cosiddetti nuovi elementi qualitativi. «Tenteremo di trovare modalità capaci di indentificare anche elementi qualitativi e non solo quantitativi – ha proseguito Cerfogli – Non è semplice, ma è un impegno di prospettiva molto interessante perché a volte, a parità di indicatori quantitativi, la qualità fa la differenza».
E, nell’anno del credito necessario, il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli rilancia con ottimismo: «Costruiremo un nuovo rapporto e sono ottimista anche delle collaborazioni che si potranno instaurare. Oggi, rispetto al 2009, le imprese, parlo di piccole imprese, sono cambiate e si rendono conto che dovranno gestire questa crisi partendo da una base più solida, perché sono aziende più strutturate e capitalizzate, che si rendono conto che serve avere un rapporto aperto e schietto nei confronti delle banche che, dall’altra parte, colgono i più i bisogni delle imprese, sono più proattive e sono più disposte ad aprire dialoghi consulenziali».
Come dire, «non ci sarà più scontro tra imprese e banche ma collaborazione, fondamentale per il mondo delle imprese e delle banche. I punti nodali saranno le ristrutturazioni del debito delle imprese che, obtorto collo, andranno fatte. Dal punto di vista delle imprese abbiamo assistito a forme di razionalizzazione e c’è maggiore attenzione ai nuovi modelli di business così come, dal punto di vista delle banche, c’è la consapevolezza che, se non ci sarà questo rapporto con l’impresa, tutto il castello crollerà».
Galli butta lì anche un sogno di prospettiva legato alle filiere: «Ci sono rapporti consolidati da anni tra clienti e fornitori. È chiaro che il cliente ha fiducia del suo fornitore. Ed è chiaro che questo sodalizio deve portare a possibilità di sviluppare il business del fornitore perché possa migliorare il prodotto del cliente e tutto questo porta al fatto che sarebbe una buona cosa che il cliente finale potesse fare da garante per tutta la supply chain. Non rischierebbe nulla ma darebbe grandi vantaggi ai propri fornitori».