Affetti Pumps: la piccola impresa, dal grande export, che preoccupa i tedeschi

Affetti Pumps: la piccola impresa, dal grande export, che preoccupa i tedeschi

Affetti Pumps

alberto@affetti.com

Ci sono prodotti che, più di altri, sembrano fatti apposta per sfondare sui mercati esteri. Le elettropompe della Affetti Pumps di Castellanza, che qui si producono dagli anni Ottanta, sono uno di quelli. A tal punto che il titolare, Alberto Affetti, può parlare a ragione di «vocazione all’export» per questa azienda che, dopo più di quarant’anni di lavoro, «ha posto le basi per il suo futuro». Quarant’anni si contano da quando il titolare è entrato in azienda: «Avevo diciassette anni, ma solo a ventidue è scattata la scintilla che mi ha portato a dedicarmi in modo appassionato a questa realtà». Una passione totalizzante: «Mi concedo due sole settimane di ferie in agosto, quando staccano anche tutti gli altri; nessun fine settimana di relax e ritorno a casa, ogni giorno, alle 20.30».

DAL MIDDLE EAST AL FAR EAST, MA ANCHE LA CASUALITA’ CONTA
La vocazione, insieme al sacrificio costante, ha portato l’impresa in più di 45 Paesi, in tutti i Continenti, tra Middle e Far East. Abilità imprenditoriale e nuove tecnologie vanno di pari passo. Anche, e soprattutto, quelle che hanno trasformato il mondo della comunicazione: «Tempo fa – continua il titolare – non avremmo potuto esportare quasi niente. Grazie al web, alle videochiamate e ai software che permettono di confrontarsi e di trasferire in tempo reale i progetti, tutto è più veloce». Anche troppo. E poi le fiere come l’Achema di Francoforte, punto di riferimento per la chimica e la biotecnologia: si espone, si prendono i primi contatti, «ma la casualità, a volte, conta».
 



L’INCOSCIENZA CHE METTE IL TURBO AL BUSINESS
Il vero punto di volta di questa avventura è stata però l’incoscienza. E una domanda: perché le pompe non ce le facciamo in casa? E così è stato. L’escalation produttiva ha segnato il passo: dagli impianti per liquidi corrosivi degli anni Sessanta, quando è stata fondata l’azienda, alle pompe si è investito e si investe, molto, sulla Ricerca e Sviluppo per poter competere, in prima battuta, con i marchi top tedeschi. Tra il 1996 e 1997 si inizia il percorso verso una internazionalizzazione che, ormai, è fatto compiuto: «Proprio in questo momento stiamo lavorando ad un ordinativo di circa cinquanta pompe per alcuni allevamenti di salmone in Florida. Oggi esportiamo in modo diretto il 70% dei nostri prodotti e, in via indiretta, l’85%. Su cento pompe, solo il 15% va al mercato italiano». La lista degli acquari serviti dalla Affetti Pumps è infinita: Bahli, Jakarta, Lisbona, Ajaccio, Kuwait City, Granada. E poi il delfinario di Genova. Ma i settori che guardano alla realtà di Castellanza sono innumerevoli: desalinizzazione, biodiesel, fertilizzanti, imprese minerarie, tessili, petrolchimico, automotive, acciaio, cellulosa e carta. Per questa azienda, che ha messo il turbo al business superando qualunque confine, l’unico ostacolo è la guerra tra Russia e Ucraina: «Lavorando molto per le acciaierie, il mercato russo rappresenta un’ottima opportunità. Per un soffio ci siamo dovuti fermare».

SIAMO ITALIANI: VELOCI E INCISIVI PER BATTERE I TEDESCHI
Si potrebbe parlare di miracolo, ma più hanno fatto qui la determinazione e la lungimiranza. Solo così si spiegano le pompe con prestazioni e rendimenti energetici - è questa la vera sfida dei prossimi anni - che nascono dalla simulazione, attraverso un software sofisticato (investimenti per 150mila euro in tre anni), della fluodinamica all’interno della macchina: «La teoria – dice ancora Alberto Affetti – corrisponde alla pratica quasi al 100%. Siamo italiani e facciamo la differenza: qualche colpo alla Germania lo tiriamo. Le nostre prime esportazioni sono state proprio in questo Paese, poi abbiamo rallentato perché vendere le pompe ai tedeschi è come vendere la pasta agli italiani. Ciò che mi interessa è arrivare prima di loro: siamo veloci e incisivi non solo nella ricerca tecnologica ma anche nella capacità di soddisfare le esigenze del cliente».

CUSTOMIZZAZIONE, BREVETTI E UNA SQUADRA DI VALORE
L’imprenditore italiano si distingue, sempre e comunque, tenendo fede ad un semplice principio: «Fai ciò che devi, e fallo al meglio». Con quali strumenti ce lo spiega il titolare: «Puntiamo sempre più sulla customizzazione (è così che abbiamo vinto la gara per la fornitura in Florida) e sui brevetti. La scorsa estate è stato depositato, a livello italiano, quello per il Quicklock System che permette di fissare il motore sulla pompa in modo rapido e semplice: «Un sistema che è ancora più facile di quello sviluppato dai tedeschi: in questo caso, l’aspetto tecnico è anche commerciale». E umano. Perché Alberto Affetti ha consolidato intorno a lui una squadra di diciassette collaboratori che condividono il motto «l’azienda è un motivo di vita. E le persone che ci lavorano te le devi tenere strette perché il know how è anche nelle loro teste».

OTTIMISMO VS PAURA. E CHI SE FREGA DELLA PENSIONE
Alberto Affetti, che si dice «orgoglioso di una realtà così piccola che è stata capace di andare nel mondo», è imprenditore che si nutre di sempre nuove idee perché sconfigge «la paura con l’ottimismo e l’impegno. E’ per questo che vorrei lavorare fino a 150 anni. E poi, chi se ne frega della pensione! Tra due anni voglio cambiare sede e aprire nuove porte al futuro con fiducia perché i prodotti sui quali abbiamo lavorato così tanto sono più che pronti. La verità è che stiamo iniziando adesso e mi dispiace che siano già passati quarant’anni».

Affetti Pumps: la piccola impresa dal grande export