Argopel, maestri della pelle per i brand del superlusso

Argopel, maestri della pelle per i brand del superlusso

Argopel Srl

argopel@argopel.it

Giacomo Bossi ha 58 anni, gira con passo lento tra i banchi di lavoro perché il lavoro lo respira, ragiona con il pensiero analitico dell’imprenditore che conosce il mondo e gli occhi, ogni tanto, si imbevono di malinconia. Sa di che pasta è fatto, sa dove è arrivato e sa che all’impresa ha già dato un futuro che risponde al nome di suo figlio Andrea. Mentre passa in rassegna le macchine che servono per sfrangiare, tagliare e cucire lancia lo sguardo verso quella strada che ha attraversato più volte per portarsi a casa il diploma di Perito Chimico: «Non ero un amante dello studio, ma ancora ragazzino mio padre Argo mi caricò su un aereo e mi spedì in Inghilterra per imparare l’inglese. Un giorno mi disse che il cinese, forse, mi sarebbe servito di più».
Alla Argopel Srl di Castellanza, dal 1995 impresa leader nella realizzazione di accessori in pelle di prestigio (soprattutto vitello e agnello) pensati per il mondo Fashion & Luxury, gli insegnamenti di Argo sono ancora oggi una fonte di ispirazione. Partendo dalla capacità di leggere i gusti delle persone, perché sono questi che fanno il mercato.

DAL BISNONNO CIABATTINO AD ARGO, MAESTRO DELLA PELLE
Tutto nasce da una famiglia dall’anima artigiana: il bisnonno ciabattino, il nonno Luigi che impara i segreti della sartoria a Parigi, i fratelli pellicciai a Busto Arsizio e Gallarate. Argo decide di fare da sé, differenziandosi ed entrando nel mondo dell’abbigliamento in pelle. E proprio nell’abbigliamento e negli accessori in pelle sta il segreto della longevità della Argopel. Sta nella decisione di Argo di concentrare tutte le sue forze creative in quei nastri di pelle per il mondo della pelliccia che fa arrivare nei negozi di Pescara, Cervinia, Merano, Bolzano, Courmayeur, Roma. Nel 1975, Argo partecipa per la prima volta alla Fiera di Francoforte e forma una rete di grossisti tra Madrid, Londra, Parigi e in tutta Italia. Infine, intercetta gli stilisti emergenti degli anni ’80 ai quali propone i nastrini intrecciati a telaio. Nel 1968, a Castellanza, costruisce casa e laboratorio: una sopra l’altro. Il marchio di fabbrica della storia della piccola imprenditoria italiana.
 


LA COMPLICITA’ TRA PADRE E FIGLIO
Giacomo è contento, e orgoglioso, della decisione di Andrea: l’azienda ha un valore economico ma anche affettivo, contiene ricordi e grandi opportunità. Prenderne le redini aiuterà i più giovani a crescere e darà serenità a chi, come Giacomo, sta pensando ad un futuro meno stressante. E’ per questo che la decisione del figlio gli ha cambiato la vita. Andrea, come spesso accade nelle imprese dove la famiglia non è solo una questione di generazioni ma anche di insegnamenti tramandati, vorrebbe somigliare al padre: «Sa gestire qualsiasi situazione ed ha una visione a trecentosessanta gradi di problemi e prodotti», dice il giovane. Che in azienda, ormai, ci è entrato con entrambi i piedi.

IMAGINE IT IN LEATHER: NEL MONDO CON LA POLITICA DEI PICCOLI PASSI
E’ lui a raccontare questa storia racchiusa in uno slogan: Imagine it in leather. Nastri, cordini, nappe per borse e calzature, frange, tubolari, fiocchi, pompon, pipings intrecciati, pizzi traforati rigorosamente in pelle: l’export della Argopel raggiunge ormai 26 Paesi, ma di questi sono non più di cinque i mercati dove si fanno i veri numeri. Francia e Italia occupano i primi posti della classifica. Poi, Germania e Spagna. Sciarpe, ponchi e mantelle sono i prodotti di punta per Svizzera, Austria e ancora Germania. Se si può, tutto si personalizza grazie a quella stampante 3D sulla quale Andrea Bossi e suo padre modellano i prototipi di alamari (proposti in forme e materiali innovativi), bottoni o anime da ricoprire in pelle a supporto delle loro creazioni. Quando gli si chiede come nascono i prodotti, la risposta è determinata: «Per bisogno, necessità o anche per sbaglio. Ma, soprattutto, studiando le tendenze: se ne occupano la fashion consultant Stefania Baldassarre e l’art director Claudia De Ponti. Da trent’anni nel mondo della moda». Tutto, in questa impresa, racconta il miracolo della crescita economica: ai tempi di Argo la cartella colori era composta da quindici tinte, oggi ce ne sono più di sessanta. Colori e collezioni si portano alle Fiere che fanno la differenza nel settore: PremièreVision a Parigi, LineaPelle e MilanoUnica a Milano. Una “politica dei piccoli passi” fatta, da Giacomo, con l’acquisto di nuovi macchinari (tra i quali c’è il primo plotter), con le Fiere, anche con il “flop sul mercato americano” e la scelta di non appoggiarsi ad alcuna rete commerciale: «Che paura le chiusure imposte dal Covid! Per noi gli eventi all’estero sono tutto: i clienti arrivano da quelli e dal passaparola».

LA SOSTENIBILITA’ FA RIMA CON TRACCIABILITA’
Quality first è il must che regola l’attività quotidiana alla Argopel. Le concerie, italiane e francesi, sono già certificate Leather Working Group (LWG), un percorso che porta l’azienda ad essere riconosciuta come realtà non solo concentrata sul proprio business, ma anche impegnata a garantire una maggiore sostenibilità di tutta la filiera del settore. Si parla di produzione sempre più sostenibile e attenta a tutti ciò che riguarda il rispetto dell’ambiente: dalla tracciabilità delle materie prime al processo di concia e alle sostanze chimiche utilizzate dalle concerie e fino all’accessorio finito. Inoltre, alla Argopel - che fornisce alcuni fra i brand più prestigiosi del settore Moda – viene chiesto di «sottoscrivere la Restricted Substances List (RSL), che indica le sostanze pericolose per la salute umana e l’ambiente, insieme ai relativi limiti e metodi di analisi. E’ per questo che alla Argopel le materie prime e i prodotti vengono sottoposti a test chimici, di resistenza e sfregamento. «Da tempo stiamo cercando di percorrere la strada della sostenibilità ricercando nuovi materiali da utilizzare nelle nostre collezioni e lavorazioni», sottolinea Andrea Bossi. Un altro piccolo passo verso il futuro.

Argopel, maestri della pelle per i brand del superlusso