Due cuori e un'impresa: il regno dei microingranaggi si chiama Anfabo

Due cuori e un'impresa: il regno dei microingranaggi si chiama Anfabo

Anfabo

anfabo@anfabo.it

Si muove. Eccome se si muove. Lento o veloce, piccolo o grosso che sia, l’ingranaggio – elemento indispensabile della nostra quotidianità – è ciò che, alla Anfabo, accomuna uomini e macchine. Idee e progetti. Alimenta la complicità dei fratelli Andrea e Fabrizio Boeri, ma anche quella dei loro venti collaboratori di cui tre donne in produzione: «Appassionate di meccanica, ottime tornitrici». Mogli, madri e compagne capaci di una precisione invidiabile. Perché la precisione, in questa azienda di Caronno Pertusella, è tutto: la linfa di un lavoro che riesce a raggiungere dimensioni piccolissime. Si direbbe, da orologiai svizzeri. Perché ciò che fa la Anfabo è servito anche a quelli.

DUE CUORI E UN’IMPRESA: 35 ANNI FA IL SOGNO DIVENTA REALTA’
Quando l’azienda è un sogno, e quando il sogno diventa realtà, non si può che scommettere ogni giorno su ciò in cui si è sempre creduto. Andrea e Fabrizio non hanno alcun genitore imprenditore alle spalle: papà Sergio era capofficina in un’azienda in Brianza, ma la meccanica era pane quotidiano e il profumo del pane te lo porti dentro. Sempre. Così accadde ad Andrea e Fabrizio: quando il primo decide di aprire l’azienda ha ventiquattro anni e un diploma in indirizzo meccanico all’Istituto tecnico; il secondo, di anni, ne ha diciotto. E riescono in quello che hanno sempre desiderato: nasce trentacinque anni fa a Misinto, in provincia di Monza e Brianza, la piccola torneria automatica dei fratelli che, per distinguersi poi da tutte le altre tornerie, decidono di assorbire un’azienda specializzata in microingranaggi.


LA FORZA DEL FUTURO TRA INDUSTRIA 4.0 E GIOVANI IN AZIENDA
Da allora tutto ciò che dà movimento esce da qui: cinquemila metri quadrati di cui più della metà coperti e dotati di pannelli fotovoltaici. Un’area immensa che, però, secondo i titolari «è già diventata piccola». E che in ogni passaggio, dalla tornitura alla dentatura alla rettifica all’assemblaggio e fino al controllo qualità affidato al laboratorio di metrologia (nel quale la parte del leone la fa l’evolventimetro) si porta dentro la forza del futuro: «Più di dieci anni fa tutte le macchine erano già state cablate, così abbiamo abbracciato Industria 4.0 senza alcuna difficoltà. E così è accaduto con la certificazione 9001:2015 ottenuta nel luglio 2021, l’ultima emissione dello standard internazionale per i Sistemi di Gestione per la Qualità. In tre mesi abbiamo concluso il percorso senza alcuna segnalazione di difformità».
Ma il futuro si costruisce con i giovani, ed è su questi che Andrea e Fabrizio hanno sempre scommesso. A partire dai figli: Lorenzo, a 21 anni, lavora nel reparto dentatura mentre Elisa, che di anni ne ha ventiquattro, segue la programmazione lavori. In tutti questi anni, i ragazzi che sono entrati alla Anfabo con uno stage sono stati circa venti e quattro sono stati assunti: «Arrivano dal Cnos-Fap dell’Istituto Salesiani Don Bosco di Arese. Una realtà eccezionale che propone corsi annuali IFTS nel settore automotive, elettrico, in quello della meccanica, del legno, della ristorazione, della grafica e comunicazione e agricolo».

IL DISEGNO TECNICO NON BASTA: CI VUOLE TANTA PAZIENZA
Giovani, ma non solo, «che ci hanno aiutati a crescere – dicono i titolari - . Entrare nella logica di Industria 4.0 è stato più difficile per loro che per noi, ma per lavorare sui piccoli pezzi bisogna formarsi non solo sulle macchine ma anche su un pensiero particolare. Che tra le tante cose richiede una qualità unica: la pazienza». Un percorso, questo, che oggi dà ancora più valore a questa azienda al servizio di grossi clienti dell’aerospace e dell’automotive: per i primi si producono particolari che andranno su airbus ed elicotteri, mentre per i secondi si punta alle auto di alta gamma. Con microingranaggi che vanno dal modulo 0,25 al modulo 2,5 realizzati in ottone, alluminio, acciaio, bronzo. Anche in materia plastica. Su torni automatici “a revolver”, plurimandrini, centri di lavoro, macchine Cnc a testa fissa o a fantina mobile, macchine a transfer, rettifiche di ultima generazione, presse pneumatiche e oleodinamiche per assemblaggi. Tutto, qui, si muove.

RACCOLTA DATI E MAGAZZINO VERTICALE, COSI’ CI SI AVVANTAGGIA SUL MERCATO
Visitando l’azienda di Andrea e Fabrizio ci si accorge di quanto il loro pensiero organizzativo, alla base di quello che può essere considerato il “micromondo” della meccanica, abbracci tutto e tutti: «Ogni commessa deve essere aperta e chiusa accedendo alla consolle del Pc in officina – racconta Andrea – per poter tracciare non solo i passaggi sul pezzo ma anche chi ci ha operato: la raccolta dati è indispensabile perché ci avvantaggia nel rapporto con fornitori e clienti. E’ per questo che ogni particolare, ogni utensile e tanti prodotti vengono codificati e inseriti nel magazzino verticale: in pochi secondi si soddisfa una richiesta oppure si ottiene ciò che serve per una lavorazione». Ma anche questo “armadio” gigantesco, per le esigenze della Anfabo, è ormai «piccolo».

LA COLLABORAZIONE FA BENE A TUTTI
C’è un’altra parola che qui a Caronno Pertusella fa la differenza: collaborazione. Con un’età media dei dipendenti che si aggira sui 35 anni, l’ambiente è sempre in fermento e dà un significato pieno a quell’operosità che è segno distintivo dell’imprenditoria del nostro territorio. Collaborazione dentro e fuori, con i clienti, «per confrontarci con loro sulla ricerca dei materiali, sui trattamenti, sulle soluzioni migliori per realizzare un particolare. Su cosa si può fare e come per poter risolvere qualsiasi problema: è questa la grande soddisfazione che ci portiamo a casa la sera», raccontano i due fratelli. Ed è una soddisfazione piena perché nasce anche da «quei clienti che se ne vanno e poi ritornano. La ragione è sempre quella: altrove – in Italia i competitor della Anfabo sono pochissimi – e non tutti possono fare quello che facciamo noi».

Anfabo, il regno dei microingranaggi