Exergy International Srl
info@exergy.it
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Quindici anni possono bastare: per innovare, ripensarsi, ristrutturare e rigenerarsi. E in quindici anni, la Exergy International Srl ha fatto passi da gigante. Riavvolgiamo il nastro: nel 2009 nasce come azienda di “pura ingegneria” per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per la generazione elettrica da risorse rinnovabili e il recupero di calore residuo prodotto dai processi industriali. Tra il 2009 e il 2011 studia, progetta e lancia nel mercato ORC (Organic Rankine Cycle) la sua tecnologia innovativa della Turbina Radiale Outflow, che permette di impiegare in modo efficiente ed economico il calore proveniente da sorgenti a bassa temperatura. Nel 2011, l’azienda installa il primo impianto ORC geotermico con turbina radiale in Toscana, per Enel Green Power.
DALLA TURCHIA ALLA THAILANDIA, IL COLOSSO EXERGY SCALDA IL FUTURO
Sempre nel 2011 viene acquisita dal Gruppo Maccaferri per sviluppare le proprie attività in Italia e all’estero; tre anni dopo apre una filiale in Turchia, uno dei principali mercati al mondo nel settore geotermico, e nel 2018 entra nel mercato Oil&Gas con l’installazione di un impianto ORC in un terminale di rigassificazione in Thailandia. Nel 2019, Exergy viene acquisita dalla multinazionale TICA Group con sede a Nanchino: quattromila e cinquecento dipendenti e più di 70 sedi produttive, commerciali e centri di R&D nel mondo.
La concorrenza? «Il nostro competitor più strutturato, nell’ambito geotermico, è un gruppo israelo-statunitense quotato alla borsa di New York. Attualmente, il suo principale core business è la vendita di energia green prodotta dai suoi impianti geotermici. Una scelta, questa, sulla quale sta riflettendo anche la nostra azienda», aggiunge il General manager Luca Pozzoni. Oggi, Exergy vanta la seconda più grande flotta geotermica binaria (il fluido geotermico estratto dal sottosuolo cede calore ad un secondo fluido nel ciclo ORC senza alcuna emissione in atmosfera) al mondo. Inoltre, conta più di 40 brevetti depositati, tre appena sottoposti, e in portafoglio ha più di 500 MWe.
UN ESERCITO DI INGEGNERI PER UN PRODOTTO DISRUPTIVE. E LA IA NON FA PAURA
Con sessantacinque dipendenti nella sede italiana e venti in Turchia, la Exergy International Srl è una “multinazionale tascabile” che occupa un piccolo esercito di ingegneri meccanici, energetici, turbinisti e tanto altro. Tutte le specializzazioni al servizio di un prodotto disruptive che ha aiutato nel reclutamento di figure professionali alte e ben definite. Bene lo spiega Luca Pozzoni: «Nel 2020 l’azienda ha deciso di ristrutturarsi puntando molto sui giovani – l’età media dei nostri collaboratori si aggira sui trentacinque anni di età – interessati ad impegnarsi in una innovazione sempre più spinta legata al mercato della green economy e ad impianti taylor made. Per farlo abbiamo creato una forte sinergia con il Politecnico di Milano: il passaparola tra gli studenti ha avuto successo». Grazie anche a product manager e specialisti nella tecnologia e nel design di progetti, professionisti nel campo delle vendite, del marketing e del controllo di qualità e processi di staff.
L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere altrettanto disruptive? «Penso che sposterà solo competenze da un settore ad un altro o, meglio ancora, abbatterà le inefficienze in quelle attività a minore valore aggiunto e supporterà nella parte di analisi degli impianti».
CRESCERE CON FLESSIBILITA’ E UN PREMIO CHE FA SQUADRA: L’INNOVATION AWARD
Però, il problema c’è ed esiste anche per una realtà come questa: la sede dell’azienda, a Olgiate Olona, «è a metà strada tra Milano e la Svizzera: reggere la competizione con questi territori non è affatto facile – prosegue il General manager – e i giovani te li deve tenere». Sul “come” si può dibattere a lungo: «Offriamo opportunità di crescita basate sulla diversificazione degli impegni e dei compiti e abbiamo inserito in azienda l’Innovation Award: i collaboratori di tutti i dipartimenti possono presentare idee migliorative che vengono valutate da un Board e spesso vengono anche realizzate. L’importante è essere flessibili, ed è per questo che per noi è importante capire quando un giovane potrà essere pronto per confrontarsi e misurarsi con i clienti e i fornitori della nostra supply chain».
Questo è un punto sul quale Luca Pozzoni insiste particolarmente: «Il detto “paese che vai usanza che trovi” è valido anche per chi fa impresa: conoscere gli usi, i costumi e le abitudini delle nazioni con le quali vorresti lavorare è fondamentale per condurre una trattativa. Per esempio, nei Paesi asiatici, in Turchia ma anche nel continente africano il contatto umano, e la stretta di mano, può fare la differenza ed è fondamentale per chiudere un contratto. Ovviamente, ci si organizza anche con video-call, ma in determinate geografie non sono la routine. Ora, stiamo lavorando nelle Filippine con la seconda azienda al mondo fornitrice di energia geotermica ed in Inghilterra per il primo impianto geotermico nel paese: la flessibilità è tutto».
FUTURO GREEN? CI VOGLIONO POLITICHE CHIARE CON INDICAZIONI PRECISE. PER TUTTI
Decarbonizzazione, emissioni zero di Co2, indipendenza dalle fonti energetiche fossili, sensibilizzazione sull’uso delle rinnovabili: in un mondo orientato alla transizione green, il futuro della Exergy International Srl dovrebbe già essere scritto. Ma non è detto.
Luca Pozzoni sottolinea che «ogni Paese deve definire una sua politica sull’uso delle energie rinnovabili con indicazioni precise e chiare, anche per quanto riguarda l’efficientamento energetico, a chi produce impianti e alle imprese che dovranno beneficiarne. Per esempio, Stati Uniti, Turchia e Filippine applicano agevolazioni sul prezzo a chi immette energia in rete e danno aiuti economici a chi effettua perforazioni per l’analisi del sottosuolo. In Italia ci sono regioni dove la geotermia potrebbe essere adottata senza difficoltà (Toscana, nord del Lazio, Campania), ma ce ne potrebbero essere anche altre sulle quali investire. Nel mondo, di particolare interesse è la zona del Ring of Fire che si sviluppa lungo le coste dell'Oceano Pacifico in un’area che comprende Antartide, Sud America, America Centrale, Nord America fino all'Asia e alla Nuova Zelanda. Però, nonostante la tecnologia proposta ed i vantaggi che può portare, il prezzo dell’energia rapportato al costo dell’investimento è una variabile decisiva per valutare la costruzione dell’impianto».
SUPPLY CHAIN E TRASPORTI: NELLA NUOVA GLOBALIZZAZIONE COMANDA IL PREZZO
Infine, una riflessione su come la globalizzazione – con le sue filiere lunghe e corte – debba essere affrontata con una visione dinamica. Ad entrare nel merito di questo cambiamento economico è, ancora una volta, il General manager della Exergy International Srl: «Componenti chiave delle nostre turbine sono realizzati da imprese che operano entro i cento chilometri dalla sede di Olgiate Olona. Le altre componenti dell’impianto, invece, provengono da Europa ed Asia: in questo caso l’imprenditore deve valutare attentamente a chi affidare la spedizione delle merci, perché il trasporto ha un’incidenza sul costo finale del prodotto che non è da sottovalutare. E in questo preciso momento storico scegliere una tratta piuttosto che un’altra fa la differenza: mi riferisco soprattutto agli spostamenti via mare». Cos’altro fa la differenza nell’attività imprenditoriale di oggi? «C’è sempre meno tempo per fare tutto, viene richiesta una sempre maggiore velocità di esecuzione del prodotto, il mondo occidentale non riesce più a competere con i Paesi emergenti (pensiamo ad esempio al Vietnam), il gap tecnologico tra Occidente e Oriente si assottiglia sempre più e così si torna da capo: anche nella supply chain comanda il prezzo».