Le affettatrici Mistro fanno a fette il mondo

Le affettatrici Mistro fanno a fette il mondo

Mistro Srl

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«A Parma usano le affettatrici con lama dritta, così come in Friuli. A Reggio Emilia, e nei Paesi esteri, preferiscono quelle inclinate, o a gravità. Fino a Roma la preferenza va alle macchine con lama dal diametro di 350 millimetri, mentre procedendo verso Sud si sale a 370: una scelta dettata da ciò che si deve tagliare. Un’altra curiosità: l’Austria privilegiava le affettatrici con trasmissione ad ingranaggi, inventate negli anni Sessanta. Ora, con il ritorno della cinghia di trasmissione, i gusti sono nuovamente cambiati». A raccontarci corsi e ricorsi di quel distretto che tra Cavaria, Oggiona Santo Stefano e Gallarate ha fatto la storia delle affettatrici e delle bilance - «ma in quest’ultimo settore le grosse aziende fanno poco e molte hanno chiuso» - è Lorenzo Vezzaro. Che aggiunge: «Il lavoro non manca, ma bisogna sostenere gli investimenti: perché non agevolare la richiesta di contributi per l’acquisto di macchinari professionali e di beni strumentali?».

IL GIRO D’ITALIA IN FURGONCINO: LA MISTRO LASCIA IL SEGNO
Alla Mistro Srl, fondata nel 1965 da Alberto Mistro (classe 1935 e tutt’ora in azienda), ci lavora da più di quarant’anni. Quando quattordicenne, lasciato anni prima il Veneto, varca quella soglia con la passione dei giovani e la voglia di mettersi alla prova. «La Mistro Srl nasce come azienda meccanica conto terzi grazie all’esperienza maturata da Alberto, tornitore e assemblatore nel settore – continua Vezzaro –. Ma tutto cambia quando ritorno dal servizio militare: insisto perché Alberto entri con un proprio brand in un mercato che già conosceva bene, quello delle affettatrici, più che mai solido. E così è stato». Attraversando l’Italia in lungo e in largo, in due, su un furgoncino carico di macchine la Mistro lascia il segno grazie ad affettatrici belle ma soprattutto affidabili.


PRECISIONE E DESIGN MADE IN ITALY: I VALORI CHE IL MONDO CI INVIDIA
Ancora Vezzaro: «Il vero valore di un prodotto sta nel giusto mix tra cura dei dettagli, funzionamento di precisione, studio dei particolari tecnici e quel Made in Italy che tutto il mondo ci invidia». Perché quella che è la brand reputation la si conquista con il lavoro duro, costante e senza sosta. Con il passaparola e tenendo fede a quello che per Vezzaro è un must: «Il produttore deve fare ciò che chiede il mercato». E’ così che la Mistro Srl ha superato i confini geografici andando a toccare i punti estremi del globo terrestre. Non solo Europa, ma anche Canada, Stati Uniti, Venezuela, Inghilterra, Polonia, Arabia Saudita, Giordania per un fatturato estero che oggi è l’80% di quello totale. Per esigenze tanto professionali quanto domestiche: alberghi, ristoranti, gastronomie, bar, catering, salumerie e macellerie ma anche per quelle famiglie che scelgono il colore di un’affettatrice in base a quello dei mobili della cucina: «Basta fornire il codice RAL, il sistema di corrispondenza dei colori per vernici, rivestimenti e materie plastiche, e la macchina esce dall’officina con tutte le caratteristiche richieste dal cliente». 

IL PRIMATO DELL’INNOVAZIONE E QUEL “MASTINO” FIRMATO MORI SEIKI
Ventotto collaboratori, più di venti modelli in catalogo e un primato: «Nel 1990 la Mistro ha anticipato tempi e concorrenti del settore inserendo in azienda le macchine a controllo numerico. Oggi se ne contano quindici compresi i centri di lavoro robotizzati». La formula è risaputa: innovazione uguale competitività. E la concorrenza preoccupa un po’ meno. A raccontare la storia di un’azienda, più che l’imprenditore, è il luogo di produzione dove tutto prende forma: lì si legge il passato e si prevede il futuro. A maggior ragione quando, seguendo Lorenzo Vezzaro girare tra una schiera di fresatrici, ci si ferma improvvisamente di fronte ad una Mori Seiki: «Di costruzione giapponese, è stata il nostro primo acquisto. E ancora oggi è il “mastino” della Mistro». Resistente e inarrestabile.

RESISTENTI E FLESSIBILI: DALLA LEGA ANODIZZATA ALL’ACCIAIO INOSSIDABILE
E’ così che si reagisce «al mercato cinese che avanza, alle affettatrici estere – tozze e pesanti – costruite a Gallarate e poi assemblate in Germania, ai rialzi delle materie prime che hanno inciso, eccome. Ma i costi in più non li abbiamo mai ricaricati sui nostri clienti», prosegue Vezzaro. Che di queste macchine in lega anodizzata ne fa una questione di orgoglio: «E’ un qualcosa che è nato qui, in questo distretto, negli anni Cinquanta e che ci caratterizza tutt’oggi. Un materiale che garantisce bellezza, brillantezza, durabilità nel tempo ma che possiede anche tutte quelle caratteristiche di igiene che sono fondamentali in questi prodotti. Se ce le chiedono, però, siamo anche in grado di realizzare affettatrici completamente in acciaio inossidabile e semiautomatiche alimentate a corrente elettrica e con carrello che avanza a tre velocità». Arriveranno anche quelle in plastica? «In realtà ci sono già – sottolinea il co-titolare – con telaio in materiale riciclato».

DALLA ROSSA ALLA CIGNO, OGNI AFFETTATRICE HA UN NOME
Tutte le macchine della Mistro Srl sono battezzate seguendo, anche, le norme europee che distinguono tra affettatrici professionali e domestiche: la Rossa, la Braccio Colonne e la Braccio Cigno raccontano una maestria che, nello show room dell’azienda, si sfoglia come le pagine di un libro. E così si viene a sapere che se il braccio della Cigno prende il nome dalla forma del collo dell’uccello palmipedo, la Colonne è nata negli anni Quaranta, proprio quando viene lanciata sul mercato quella “Volano Rossa” della Berkel che farà storia. Ma la Volano c’è anche qui, e il suo nome è Volano MA 300. Un ritrovato di precisione meccanica e stile: «Si tratta di un prodotto dove l’elemento estetico è sempre importante, ma a fare la differenza è il giusto bilanciamento della zona taglio e di quella dell’ancoraggio del salume da affettare con il piano e il piedistallo che la regge: tutto è studiato nel minimo dettaglio. Una macchina come la si costruiva un tempo: in ghisa e con piano in marmo o in cristallo. Basta chiedere e tutto si può avere».

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