Nuova General Plast: sostenibile per scelta, tra economia circolare e fotovoltaico

Nuova General Plast: sostenibile per scelta, tra economia circolare e fotovoltaico

Nuova General Plast

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La plastica incriminata, bistrattata, colpevolizzata. Ma anche leggera, versatile, resistente e ottimo isolante termico, acustico ed elettrico. La plastica che inquina e quella che lo fa un po’ meno.

SOSTENIBILE PER SCELTA TRA ECONOMIA CIRCOLARE E FOTOVOLTAICO
L’intervista a Christian Trabalza della Nuova General Plast (NGP) di Carnago inizia da qui: dalla plastic tax prevista per i produttori e utilizzatori di imballaggi (rinviata al 2023), dallo stop alla plastica monouso valido in Italia dal 14 gennaio 2022 ma, soprattutto, da quella riciclata. Perché Christian Trabalza, che crede nella sostenibilità, dai primi anni Duemila realizza prodotti, soprattutto i tappi utilizzati sulle bobine nel settore del packaging, attraverso il processo dell’economia circolare: «Gli scarti della nostra produzione diretta a imprese del settore medicale e per la realizzazione di scatole elettriche, macchine per il ghiaccio, isolatori per le cabine elettriche vengono tritati, conservati e poi miscelati con materiale vergine, mentre altri scarti provengono da nostri fornitori che trasformano i tappi delle bottiglie. Qui li lavoriamo e li trafiliamo nuovamente. E la scelta è sempre più apprezzata dai clienti. Sostituire la plastica, però, non è facile: negli anni ho provato ad utilizzare quella bio, ma per la realizzazione dei prodotti tecnici non possiede le giuste caratteristiche». La pandemia, poi, ha riportato l’attenzione su questo mondo – soprattutto gli oggetti monouso – e questa azienda di Carnago non ha mai conosciuto un fermo produzione: «Siamo puntuali e veloci, e il mio vero problema è solo questo: cercare di esserlo sempre». Con un’attenzione sempre alta sull’ambiente: dal 2011 la Nuova General Plast è dotata di impianto fotovoltaico di 60 kW. Il 50% dell’energia prodotta viene utilizzata in azienda, e anche quella che viene acquistata è completamente green.
 



UNA SQUADRA AFFIATATA CHE FA CRESCERE IL FATTURATO
Con clienti in tutta Italia (soprattutto in provincia di Varese ma anche a Gorizia, Torino, Puglia e Sicilia), il fatturato dell’azienda cresce (+8% nel 2020 e + 30% nel 2021) grazie all’affiatamento in azienda. Quello tra Christian e sua moglie Elena, ma anche con i loro quattro collaboratori: giovani, ma non solo, «che fanno tutto. A tal punto che qui – dice il titolare – ho un braccio destro, Massimiliano (che ha quasi cinquant’anni) e un braccio sinistro, Luca (che è un ragazzo)». E due dipendenti che vengono dall’Ecuador e dal Bangladesh. Non manca, poi, una battuta su giovani e lavoro: «E’ sempre difficile trovare dipendenti motivati e preparati, ma nel nostro settore il lavoro non manca e il reinserimento è sempre possibile».

IL MILAN DI PAPA’ EMILIO, I CONTI E CHRISTIAN APPASSIONATO DI TRADING
Mica male per un imprenditore che ha ricevuto dal padre Emilio l’imprinting del fare: «A quattordici anni papà era stato scelto dal Milan, poi un brutto infortunio gli ha chiuso la carriera», ricorda il giovane. Ma se ne è aperta un’altra: quella di chi, senza saper nulla di plastica, si è buttato. E lo ha fatto con quella qualità che sta alla base di ogni azienda: «Fare bene i conti». Anche questa una passione che è entrata nel dna di Christian, che a diciannove anni lascia l’Università (si iscrive a Economia e Commercio e ancora oggi si interessa di trading), entra in azienda e cresce. Meglio, continua la tradizione di famiglia perché dai 250 metri quadri della prima sede aziendale si è passati ai 550 più un magazzino di 500 metri quadri; lo scorso anno sono stati acquistati due macchinari e, dal 2018, delle nove presse installate in azienda sei sono nuove. Grazie agli incentivi di Impresa 4.0 e alla Nuova Sabatini.

SEMPRE IN AZIENDA CON OTTIMISMO. ANCHE SE LE MACCHINE A VOLTE…
Poi, è venuto il momento di riflettere. Con ottimismo. Perché Christian è fatto così e ci sono momenti, nella propria vita imprenditoriale, che aiutano. Come è stato il reshoring della Whirlpool, con il quale si è riportata in Italia, dalla Polonia, la produzione di lavatrici e lavasciuga: «Questo ci ha permesso di acquisire nuovi lavori – interviene ancora il giovane imprenditore – e il mio stare in azienda mi piace sempre più: dalle 5 del mattino fino alle 19, anche il sabato, mi trovate sulle macchine». Che qualche capriccio lo fanno. E succede proprio quando siamo in azienda per questa intervista. E’ la moglie Elena a farci vivere in prima battuta il problema: il lavoro che non si può fermare, il macchinario che si blocca, l’urgenza di trovare una soluzione. Con prontezza ma serenità. Perché «produrre oggi per ieri», come sottolinea Christian Trabalza, è ormai una prassi. E se le nuove tecnologie a volte possono essere “capricciose”, danno una marcia in più. Anche in un mondo, quello della plastica, dove «i materiali si sviluppano velocemente e sono sempre più tecnici».