Tecom Srl: l’impresa sostenibile che sa leggere il futuro

Tecom Srl: l’impresa sostenibile che sa leggere il futuro

Costruzioni Meccaniche Tecom Srl

tecom@tecom-it.com

Un imprenditore non scrive il futuro, lo fa. La storia della Costruzioni Meccaniche Tecom Srl, trentasei dipendenti, sta tutta qui. E non è poco. Andrea Colombo, amministratore delegato e socio dell’azienda, ha un occhio rivolto al passato (la storia e la tradizione lasciano sempre un segno) e un altro spalancato sul futuro: «Nel 2019 la Union di San Vittore Olona, impresa leader nella costruzione di macchinari a testa piana per la lavorazione delle materie plastiche, è entrata in società con la Tecom per potenziare la reciproca offerta di prodotti alla clientela; nel 2011 abbiamo depositato il marchio “Go Bio” per sottolineare ancora di più la nostra posizione sulla sostenibilità ambientale con la produzione di linee di estrusione per film in bolla in grado di lavorare materie compostabili. Nel 2023, infine, è nata la Mech-I-Tronic (MIT): si tratta di un gruppo di aziende, che coinvolge grandi industrie produttrici del settore Meccatronico (compreso il farmaceutico), per lavorare in sinergia a livello internazionale. Una rete che è, nello stesso tempo, gruppo di acquisto (pensiamo alle materie prime) e di progettazione. La forza commerciale aumenta». 

ABBIAMO FORZA, RISORSE E PROGETTI PER CRESCERE, MA MANCANO I GIOVANI
Quarantasette anni, entrato in azienda «quando ancora ero in fasce», Andrea Colombo ricorda gli inizi e traccia il futuro dell’impresa: «Nata nel 1963 si dedica inizialmente alla produzione di macchine per il tessile. Poi, con le grandi crisi del settore la produzione si sposta su alcune, singole parti (stiri ed avvolgitori) per gli impianti di materie plastiche lavorando per altri costruttori. Bruno Gazzi e Gianfranco Colombo, i fondatori dell’azienda, perseverano: nei Settanta ci si rende autonomi e si passa alla costruzione di linee complete (circa 40 all’anno: semplici se valutate con le conoscenze di oggi, all’avanguardia per quei tempi), mentre negli anni Ottanta si arriva a Olgiate Olona, in questo capannone: tremila metri quadrati coperti. Ma abbiamo la forza, le risorse e i progetti per poter crescere: il nostro obiettivo è questo. Si trovassero giovani da assumere sarebbe tutto diverso». Il problema c’è’: la manodopera motivata manca. «Forse manca la voglia da parte delle nuove generazioni, forse i percorsi formativi sono deboli, forse non si racconta l’impresa e quello che fa. Qui alla Tecom si tengono otto, dieci colloqui la settimana e si hanno rapporti continuativi con le scuole e le agenzie interinali, ma i risultati sono scarsi: in futuro è possibile assumeremo ragazzi stranieri. Anche perché sanno raggiungere alti livelli di bravura: gli italiani devono smetterla di pensare di essere al top». Un problema culturale? «Non c’è dubbio», sottolinea l’amministratore delegato con un pizzico di amarezza. Che subito si riaccende, però, quando pensa a quegli anni Ottanta/Novanta «quando abbiamo dato il via ai primi test sui materiali biodegradabili».

CON “GO BIO” SIAMO LEADER SUL MERCATO DEI MATERIALI COMPOSTABILI
Anche i ricordi sono fatti di odori. Quelli che Andrea Colombo si porta ancora nelle narici sono dell’acido acetico: «Quei materiali non erano compostabili e lasciavano nell’ambiente una scia penetrante. Grazie a quegli esperimenti, però, la nostra vocazione ambientale è diventata sempre più forte. Anche se un po’ mi fa sorridere la guerra alle materie plastiche monouso sulle quali si concentra l’Unione europea: il mondo dell’imballaggio è molto più di un semplice sacchetto. Comunque, con “Go Bio” abbiamo fatto un salto di qualità e negli anni Duemila eravamo pronti: muovendoci prima degli altri siamo diventati leader del mercato dei materiali compostabili. Ciò che chiedono i clienti, però, sono linee versatili che possano lavorare tanto il “bio” (molto richiesto in Italia, il rigenerato trova ottime sponde anche nel resto dell’Europa) quanto i materiali tradizionali. Il punto è che il mondo dell’imballaggio flessibile è così ampio – si va dai prodotti semplici a quelli tecnici – che non si ha certo il tempo di annoiarsi». Con un fatturato al 70% in Italia e al 30% nel resto del mondo (quattro container sono partiti per il Messico e un’altra linea è in partenza), la Costruzioni Meccaniche Tecom Srl è un agglomerato di pura tecnologia che va dalla progettazione (ufficio tecnico interno) all’automazione: «Oggi non puoi pensare di sviluppare e costruire un macchinario che non sia ad efficientamento energetico. Il calcolo è semplice: KWh per Kg di prodotto».

TRANSIZIONE 5.0 E INTELLIGENZA ARTIFICALE, MA IL CLIENTE E’ SEMPRE PIU’ PREPARATO
Transizione 5.0 e Intelligenza Artificiale sono gli altri fronti sui quali sta riflettendo l’amministratore delegato: «Ad un credito di imposta al 45% non puoi dire no, mentre sulla IA (alcune aziende di altri settori già la utilizzano nell’assistenza ai clienti, e funziona) il percorso sarà un po’ più lungo: quello che sembrava innominabile, arriverà con forza perché la tecnologia non si ferma e noi teniamo il passo. Teniamo, come è nella storia della Tecom, le antenne dritte. Anche perché i clienti sono sempre più informati e preparati a livello tecnologico. Un tempo, quando imprenditori e clienti si potevano considerare i pionieri di alcune lavorazioni, tutto era più semplice e anche un poco “artigianale”. Da anni, invece, le aziende sono strutturate, hanno centri di R&S interni, conoscono nel dettaglio i processi di lavorazione e i prodotti finiti. La stessa figura del commerciale è cambiata, perché prima deve essere un tecnico e poi tutto il resto. E per chi, come la Tecom, sviluppa e costruisce macchinari customizzati, flessibilità e garanzia sui prodotti fanno la differenza. E’ per questo che collaudo personalmente il 99% dei nostri impianti: è un valore aggiunto che offro ai clienti».

UNA NUOVA OPEN HOUSE E TANTI PROGETTI (SEGRETI)
Con la concorrenza di Cina, Taiwan, India e Turchia – ma in Europa (Italia e Germania) ci sono i veri  competitor – questa azienda di Olgiate Olona sa che «la differenza la si fa soprattutto sulla qualità e non solo sul prezzo». Così, investire è un must: «Nel 2017 abbiamo costruito una torre da 16 metri per poter testare gli impianti con i materiali forniti dai clienti: tradizionali, sperimentali e bio. Nei prossimi anni partiremo con una nuova open house per poter offrire ancora maggiori dimostrazioni sul funzionamento delle nostre linee (fino ed oltre i 20 metri di altezza) e tanti sono i progetti importanti che chiuderemo nel breve e medio termine». Quali? Andrea Colombo non cede: «Un imprenditore deve sempre avere qualche segreto».

Tecom Srl: l’impresa sostenibile che sa leggere il futuro