Transfluid Spa, l’azienda dove si progetta il futuro

Transfluid Spa, l’azienda dove si progetta il futuro

Transfluid Spa

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«Durante il tragitto da Milano, dove abito, a Gallarate, dove è la sede della Transfluid Spa, parlo con il Far East; la sera, quando faccio ritorno a casa, mi collego con gli Stati Uniti, mentre durante il giorno mi confronto con gli europei», racconta il Global Sales Director Gianluigi Taroni. Uomo di lago nato a Como con un padre che i battelli li conduceva da sponda a sponda: l’acqua come elemento naturale e il moto ondoso a fare da spinta nel mondo. Da sempre, Taroni non sta mai fermo: «L’incontro con Ugo Pavesi, presidente della Transfluid Spa, ha chiuso un ciclo della mia vita per aprirne un altro: dal 2018 al 2022 ho viaggiato tutte le settimane lavorando negli alberghi e sugli aerei. Le fiere, d’altronde, sono da sempre un punto di riferimento per un’azienda che si è conquistata un ruolo di primo piano sui mercati mondiali».

Un gigante che, con i suoi centrotrenta collaboratori, è diventata, per quantità di giunti idraulici prodotti e installati, la seconda azienda al mondo: la prima è tedesca e occupa 25mila dipendenti. Azienda a conduzione familiare, un concetto sul quale Taroni mette l’accento perché «è questo a garantire fluidità e velocità nelle decisioni immediate», la Transfluid Spa «è ciò che è grazie al coraggio di papà Franco e del figlio Ugo: hanno saputo guardare oltre e non si sono mai fermati ai risultati raggiunti o ai progetti in corso». Una visione imprenditoriale strategica che negli anni Novanta, proprio grazie ad una intuizione di Ugo Pavesi, ha cambiato le sorti dell’azienda.


DAL NONNO AL NIPOTE, UNA STORIA DI LUNGIMIRANZA E TECNICA
Prima di scoprire come, facciamo un po' di storia. Sono due le frasi che, riportate nel libro “Trasmettere il Futuro”, scritto da Valeria Tegami, racchiudono l’essenza della Transfluid Spa. La prima la diceva Franco Pavesi ai suoi collaboratori: «Noi progettiamo il futuro, e per vedere i risultati devono passare almeno 5 o 6 anni…». La seconda è del figlio Ugo: «Negli schizzi e nei disegni di mio padre e di mio nonno c’erano già tutti gli elementi utili di cui avevamo bisogno per sviluppare i futuri progetti della nostra azienda». Il nonno, per l’appunto: quell’Ugo Pavesi classe 1886, ingegnere meccanico, che nel 1910 inventa e produce l’aratro-automobile. Tre anni dopo è la volta del trattore-rimorchiatore (sbaraglia Fiat e Chatillon Panhard nel concorso bandito dall’Ispettorato delle Costruzioni di Artiglieria nel 1914) e nel 1918 nasce la aratrice Pavesi P4 con trazione integrale e telaio snodabile. Anni di successi ai quali ne seguiranno altri grazie al figlio Franco, anche lui ingegnere meccanico: da sempre innamorato di motori e trasmissioni, brevetta un nuovo cambio automatico denominato poi “Cambio Pavesi” e farà nascere, il 16 gennaio 1957, la Transfluid (Trasmissioni Fluodinamiche) con, nel logo, quella goccia dorata che richiama l’olio che dà vita ad ogni meccanismo. Nascono i giunti idrodinamici e i trasferitori di potenza. Nel 1987, in azienda entra il figlio Ugo Pavesi, ingegnere nucleare con la passione per la sostenibilità ambientale: per inciso, l’impresa è alimentata a geotermia e pannelli fotovoltaici.

LA TRANSFLUID E LA SVOLTA GREEN
Il futuro lo si può anche raggiungere, se non anticipare. E proprio a Ugo Pavesi, il presidente di Transfluid Spa, si deve un altro cambio di passo: da un lato, la presenza “fisica” dell’azienda sui mercati internazionali e, dall’altro, la progettazione e realizzazione del sistema ibrido ed elettrico per i motori marini. Così, nel 1998 l’impresa apre una sede in Cina, nel 2000 in Francia e, a seguire, negli Stati Uniti, in Russia e in Australia - «queste ultime due ora congelate», dice Taroni – e poi in Germania e Olanda. A queste si aggiunge l’ufficio commerciale in Inghilterra. I distributori nel mondo sono cinquanta e i Paesi raggiunti dai prodotti dell’azienda sono più di novanta.

SOSTENIBILI PER VOCAZIONE: IL MODULO IBRIDO CHE FA BENE ALL’AMBIENTE
La sostenibilità, però, è un tema sfidante che merita attenzione e la Transfluid Spa è la testa di ponte di una rivoluzione che si avvera già nel 2013. Un anno prima, Ugo Pavesi decide di investire sulla progettazione della propulsione ibrida ed elettrica da applicare a imbarcazioni vecchie e nuove a scopo commerciale e da diporto: yacht (c’è un contratto con la Spagna per installarlo su tre catamarani), traghetti, rimorchiatori, pescherecci, taxi e vaporetti. Lo racconta Gianluigi Taroni: «I vantaggi del modulo ibrido marino sono sotto gli occhi di tutti: abbatte i consumi, riduce le emissioni inquinanti e sonore, aumenta le prestazioni dei mezzi. Inoltre, il sistema Transfluid permette di navigare alla normale velocità di crociera con il tradizionale motore endotermico e facilita l’uso dell’imbarcazione nelle aree protette con navigazione a zero emissioni. In modalità elettrica si naviga a bassa velocità senza emissioni; con il diesel si sfrutta in pieno la potenza del motore termico risparmiando circa il 15% di carburante».

IL PASSAGGIO ALL’ELETTRICO: IL MOTORE NUMERO MILLE E LA R&S APPLICATIVA
Nel 2013, il primo sistema ibrido viene presentato al Salone di Cannes, ad un anno dopo risale la vendita del primo modulo mentre nel 2024, aggiunge il Global Sales Director, «abbiamo festeggiato il millesimo motore elettrico a magneti permanenti prodotto internamente. Grazie ad una continua R&S applicativa, il 25% del fatturato dell’azienda arriva proprio dal settore elettrico». Il prezzo? «Anche questo è sostenibile. L’Italia, però, dovrebbe compiere qualche passo in più nella giusta direzione: Francia, Olanda e Spagna investono tantissimo sulle imbarcazioni elettriche grazie ai finanziamenti pubblici. Che aiutano la mobilità green». La gamma sempre più vasta di moduli, installati tra il motore e la trasmissione, porta l’azienda ad un altro passo: nel 2019 nasce la Transfluid North Europe Bellmarine per proporre soluzioni elettriche funzionali a qualsiasi tipo di applicazione, per acque interne e marine.

UN’AZIENDA AL TOP
La storia dell’azienda, ormai Transfluid – Industrial & Marine, è fatta di primati: prima al mondo ad ottenere la certificazione dal registro navale DNVGL (Det Norske Veritas-Germanischer Lloyd) e dalla NMA (Norvegian Maritime Authority) per l’intera gamma dei sistemi ibridi paralleli; prima in Italia ad aver trasformato il motore di un camion da diesel a ibrido (primo mezzo ad essere stato omologato nel nostro Paese); prima al mondo per numero di installazioni nel settore ibrido ed elettrico e tra i primi fornitori al mondo delle barche passeggeri in India.

GIOVANI CON PASSIONE E TRASPARENZA: COSI’ SI LAVORA NEL MONDO
A cosa si deve questo continuo scatto in avanti? Due sono le parole chiave: da un lato la lungimiranza e la preparazione della famiglia Pavesi e, dall’altro, la passione. Che non è semplicemente l’innamoramento nei confronti di ciò che si fa, ma il vivere intensamente il proprio lavoro. Lo dice Gianluigi Taroni: «Il nostro Ufficio tecnico è composto da quindici ingegneri; dodici sono al di sotto dei quarant’anni di età. Per l’azienda è difficile trovare professionalità già formate, quindi ci pensiamo noi. Però, una cosa deve essere chiara: chiediamo che i giovani si appassionino ai nostri prodotti». E’ questo che fa la differenza in un contesto in cui «imprese e mercati sono sempre più diversi fra loro. Quando si lavora con clienti di tutto il mondo non ci si deve mai dimenticare di essere corretti e trasparenti – conclude il Global Sales Director -. In pratica, si deve sempre dire ciò che si può fare. Puoi anche sbagliare una volta, ma non di più: il prezzo da pagare è la perdita di credibilità. Poi, conta tanto la velocità: negli anni Ottanta si usavano il telex e il fax; oggi la mail. Il risultato? Hai sempre meno tempo per pensare e ragionare, perché a disposizione non hai più giorni e ore, ma solo minuti o secondi».

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