Mancano i decreti attuativi. Mancano anche le linee guida dell’Agenzia delle Entrate. E, a guardare il calendario, mancano anche trenta giorni abbondanti che rischiano di valere zero alla voce “incassi” del mese di giugno, anche senza una fondata giustificazione. È per tutte queste ragioni che le imprese del settore casa guardano con speranza mista a preoccupazione all’Ecobonus 110%, il “bazooka delle ristrutturazioni” che il Governo ha sfoderato con il Decreto Rilancio per immettere ossigeno nei magri bilanci dell’edilizia e dell’impiantistica. Due comparti messi a durissima prova tanto dal lockdown quanto dall’attesa di questo incentivo che non si metterà in moto prima del 1 luglio 2020.
«Il provvedimento è fondamentale ma, sui tempi, ho più di una perplessità» interviene il presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli, che guarda al “superbonus ristrutturazioni” come a un’opportunità in parte mancata perché, di fatto, «non è bene, in un momento tanto critico, bloccare tutto fino a metà estate». Tanto più che, nell’attesa di conoscere con esattezza i criteri attuativi dell’Ecobonus 110%, privati e condomini hanno messo un freno a qualsiasi cantiere, arrecando un danno aggiuntivo ad imprese già provate dallo stop di marzo, aprile e, in parte, anche maggio.
«Bisogna fare chiarezza e noi abbiamo deciso di provarci, attraverso più azioni informative rivolte a imprese e cittadini: occorre ribadire che non tutti i lavori potranno beneficiare dell’incentivo al 110%. Per qualcuno, sin d’ora, è possibile accedere ai soli bonus già in vigore, vale a dire al bonus facciate al 90%, alla detrazione del 50% per le ristrutturazioni e all’Ecobonus 65% per il risparmio energetico» precisa Galli, che ricorda pure che il DL Rilancio – già pubblicato in Gazzetta Ufficiale – ha previsto la cessione del credito anche per tutti questi interventi.
Non si pensi neppure di bloccare i pagamenti dei lavori già iniziati: il DL non ha alcuna forma di retroattività. «Insomma, c’è di che essere confusi e, per questo motivo, al Governo chiediamo un’urgente operazione chiarezza che noi, per primi, avviamo già da oggi su tutti i fronti e con tutti i destinatari del provvedimento». Vale a dire i privati (sulle prime case) e i condomini (sia per parti comuni che per singoli appartamenti). Tra i beneficiari non rientrano, invece, le imprese.
Gli interventi che apriranno le porte all’agevolazione del superbonus al 110% sono l’isolamento termico di superfici opache verticali e orizzontali, i materiali isolanti nei rispetto dei criteri minimi ambientali, gli impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda, gli impianti a pompa di calore, gli impianti ibridi o geotermici abbinati a impianti fotovoltaici, il miglioramento di almeno due classi energetici (o alla massima classe) da dimostrare attraverso l’Ape e l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.
«Attraverso queste azioni ad alto impatto, l’immenso patrimonio edilizio privato italiano si stima che possa incrementare il proprio valore entro un range del 25-35%: un investimento che, presumo, difficilmente si potrà ripresentare ad un livello tanto elevato. Per questo le imprese sono pronte a mettersi al lavoro e sperano che le carte in tavola siano semplici da giocare, per incentivare cittadini e imprenditori». Due, tuttavia, restano i nodi da sciogliere: le banche, chiamate in causa come nel caso del decreto liquidità, «sapranno dimostrarsi all’altezza della sfida della semplificazione e dell’operatività?» si interroga il presidente di Confartigianato Varese. E le procedure «riusciranno a garantire un adeguato livello di semplificazione?». Domanda legittima alla luce di qualche sassolino di troppo “dimenticato” dal legislatore sulla strada del rilancio del settore casa, come la responsabilità penale attribuita al certificatore Ape (Attestato prestazione energetica).
Insomma, la speranza di Davide Galli è che Roma sforni al più presto i chiarimenti, che il dialogo con le banche sia stato ben tessuto affinché la cessione del credito non si trasformi in un percorso a ostacoli e che il tasso di burocrazia scenda ampiamente al di sotto la soglia minima di tolleranza.
«Intanto noi procederemo con l’operazione-trasparenza che riguarderà l’intero comparto degli incentivi al settore casa, a partire dalla diretta Facebook del venerdì (ore 12.15 sulla pagina Facebook dell’associazione) con tre esperti chiamati a tirare le fila di un provvedimento con il quale speriamo di dare fiato alle aziende e di valorizzare il patrimonio dei cittadini» conclude Galli.