Varianti Covid, attenzione ai focolai
In azienda va rafforzato il contact-tracing in caso di contagi

Varianti Covid, attenzione ai focolai<br> <strong>In azienda va rafforzato il contact-tracing</strong> in caso di contagi

Non tutte sono uguali, perché alcune si trasmettono e si diffondono più facilmente rispetto ad altre, ma tutte preoccupano. Stiamo parlando delle varianti Covid, che hanno accelerato la diffusione dei contagi in Regione Lombardia.

Per questo l’appello è a mantenere alta la vigilanza con uno strumento che si rende indispensabile anche all’interno delle aziende - il contact-tracing - da combinare al contatto diretto tra datore di lavoro e Medico Competente Aziendale. Le “barriere” contro gli eventuali focolai da variante – che si trasmettono più rapidamente e in modo nettamente maggiore rispetto al virus madre anche sul nostro territorio – sono queste.
Se da un lato, dunque, è fondamentale ricostruire le catene di contatti di persone positive al virus, dall’altro è determinante quel rapporto di confronto e di fiducia con il Medico Competente, che è da considerarsi un consulente per quanto attiene la sicurezza in azienda attraverso la valutazione dei rischi e la loro prevenzione.

Lo ribadisce la stessa Ats Insubria, richiamando un innalzamento del livello di attenzione.
Agli imprenditori, che nell’intero arco pandemico si sono sempre dimostrati più che rapidi ed efficaci affinché le aziende potessero trasformarsi in ambienti sicuri, ecco dunque i consigli su come agire nel caso si manifesti un focolaio di varianti all’interno dell’impresa.

  • Tenere monitorato l’eventuale, inatteso numero dei casi all’interno di uno stesso reparto/settore produttivo in un breve lasso di tempo (pochi giorni)
  • Concordare le successive azioni con il Medico Competente Aziendale (test rapidi, tamponi molecolari, trasmissione delle informazioni all’Ats).
  • Effettuare la ricerca retrospettiva dei casi ad alto e a basso rischio
  • Effettuare un adeguato contact tracing

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e del Ministero della Salute, nel mese di febbraio in Italia la variante inglese ha interessato il 54% dei casi, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre la diffusione di quella brasiliana era del 4,3% (0%-36,2%) e della sudafricana dello 0,4% (0%-2,9%).

La variante inglese è quella che sta diventando prevalente nel Paese perché è quella che ha un maggiore indice di trasmissibilità. Dall’Umbria, invece, la variante brasiliana si è estesa a Lazio e Toscana. Per quanto riguarda la Lombardia: gli ultimi dati dell’Iss sono stati elaborati su 213 campioni sequenziati; 137 sono interessati dalla variante inglese (64,3%) e 3 dalla sudafricana.

Il punto di riferimento per la ricerca e la gestione dei contatti è la Circolare ministeriale del 31 gennaio 2021, prot. 3787.

Per informazioni sulla medicina del lavoro www.asarva.org