La ricerca crede nella mobilità avanzata e la sospinge nella nostra vita migliorandola. Lo fa nel Joint Research Centre (Jrc) di Ispra, ora anche con una formula particolarmente coinvolgente per le aziende: i cosiddetti Living Lab.
Lo racconta Biagio Ciuffo, Jrc Project leader: «Noi siamo la sede più grande del Centro Comune di Ricerca e supportiamo con l’evidenza scientifica le politiche della Commissione Europea. Sia direttamente con attività di ricerca proprie, che studiando quelle che fanno gli altri, attraverso un processo di “knowledge management”». Una delle unità più significative sul lago Maggiore è la Sustainable Transport Unit che negli ultimi anni ha supportato lo sviluppo e l’implementazione delle maggiori politiche europee per quello che riguarda le emissioni dei veicoli e gli aspetti ambientali connessi. Quando all’inizio del decennio, si è cominciato a guardare ai successivi passi tecnologici, l’elettrico era in pole position: «Per questo motivo – prosegue Ciuffo – il centro si è dotato di laboratori all’avanguardia, per studiare i veicoli elettrici, plug-in, ibridi fino ad arrivare ai veicoli a idrogeno. Una tecnologia che non nasce adesso, in realtà è abbastanza matura tant’è che esistono già dei veicoli a idrogeno in commercio: il problema è il costo».
Così come le batterie erano un elemento proibitivo, fino a qualche anno fa, così si spera che nei prossimi decenni accadrà lo stesso per l’idrogeno.
Che ruolo svolge quindi la ricerca qui? «Il nostro lavoro – spiega ancora Biagio Ciuffo – è di supporto alla definizione di limiti di emissioni e livelli di efficienza energetica tali da garantire il raggiungimento degli obiettivi politici e tenendo presente ciò che lo sviluppo tecnologico potrà consentire. Negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione fortissima, con tecnologie sempre più all’avanguardia. Le normative europee, tra le più all’avanguardia al mondo, stanno definendo un mercato in cui per entrare è necessario garantire degli standard di qualità molto elevati a favore delle aziende più responsabili e della società in generale».
La politica diventa più ambiziosa, proprio perché la tecnologia lo permette: avere un centro di ricerca interno con queste caratteristiche è dunque una leva fondamentale.
C’è però una novità in più legata anche al territorio, una nuova linea di ricerca aperta che va oltre il veicolo e guarda più ampiamente ai trasporti. Si entra nel terreno della smart mobility, «quindi nel veicolo anche connesso, autonomo, che può fungere un po’ da via di mezzo fra il trasporto privato e quello pubblico e coprire l’ultimo miglio, problema annoso per il trasporto pubblico. Negli ultimi anni abbiamo spinto moltissimo la ricerca per capire quali sono le condizioni che permettono a questo tipo di veicoli di migliorare l’efficienza del sistema dei trasporti. I nostri studi sono prevalentemente modellistici, ma a Ispra abbiamo messo in piedi il concetto di living lab».
Un laboratorio vivente, sì, per cui il campus che ospita 2.500 dipendenti mette a disposizione una serie di soluzioni di mobilità innovative all’interno. In questa maniera l’esperienza della mobilità è resa più piacevole e innovativa ed efficiente».
Uno dei canali di utilizzo del living lab è un bando pubblico di manifestazione di interesse, rivolta soprattutto alle piccole e medie aziende che possono fare una proposta e utilizzare il sito proprio per testare la loro soluzione di mobilità innovativa. Così anche loro possono provare quell’ultimo miglio, che conduce il prototipo al prodotto e al mercato con successo. Nella call aperta quest’anno (https://ec.europa.eu/jrc/en/research-facility/living-labs-at-the-jrc) sono state selezionate due startup lombarde e una campana, tra le varie candidate». Ora è stato definito l’accordo di collaborazione e nel 2021 si potranno eseguire i primi test.