News

Imprese alla canna del gas: prezzi calmierati o si chiude. Negli appalti si fa come in Francia

Imprese alla canna del gas: prezzi calmierati o si chiude. Negli appalti si fa come in Francia

L’ITALIA A TUTTO GAS: 48 CENTRALI IN ATTESA DELL’AUTORIZZAZIONE
Si legge su Domani che “l’Europa, e in particolare l’Italia, punteranno sempre più sul gas. E questo perché la Commissione europea, nella tassonomia verde, intende inserire anche la produzione di elettricità con gas e nucleare”. Così, in Italia ci sono decine di progetti di nuove centrali a gas o di trasformazioni di impianti dal carbone al metano. E 48 sono le centrali che attendono l’autorizzazione del Ministero della transizione ecologica per essere potenziate o riconvertite. Le maggiori aziende proponenti sono Enel, A2A, Sorgenia, Eni, Edison, Engie. La maggior parte degli impianti sorgerà in Nord Italia e nel Mezzogiorno. Una corsa alla produzione di gas “potrebbe apparire suicida, soprattutto adesso che il prezzo del metano è schizzato alle stelle, ma proprio questi impianti potranno far fronte ai periodi di scarsa produzione delle fonti rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) sempre più presenti”. Per far funzionare queste centrali, il gas verrà importato soprattutto dalla Russia, ma il governo ha riaperto il Dossier Estrazioni e già si è aperto il dibattitto sull’aumento della produzione nazionale di gas. Il nucleare, invece, è faccenda delicata. Ma “l’urgenza di combattere la crisi climatica richiede un maggior utilizzo di energia elettrica prodotta senza emissioni. E dopo l’idroelettrico, il nucleare è la seconda fonte mondiale di energia a zero emissioni di carbonio”. Ecco perché in 33 Paesi del mondo sono attualmente in costruzione 55 reattori nucleare. Anche in Europa: Finlandia, Slovacchia, Regno Unito, Slovenia, Polonia, Romania, Bulgaria.

IL DECRETO BOLLETTE E I PREZZI CALMIERATI PER LE IMPRESE

Energia

Scrive La Repubblica che “il decreto Ristori-Bollette arriva oggi in Consiglio dei ministri. La legge di bilancio ha già stanziato 3,8 miliardi per alleviare il peso delle bollette per le famiglie e i professionisti o piccoli artigiani nel primo trimestre di quest’anno. Ora tocca alle imprese nella fascia oltre i 16,5 Kilowatt di potenza. Per loro – prosegue il quotidiano – il governo pensa di destinare circa 4 miliardi: 1,5 miliardi dalle aste dei diritti a emettere CO2 e 2,5 miliardi da una complessa operazione di cartolarizzazione o fiscalizzazione degli oneri di sistema. L’ipotesi su cui si lavora è quella di garantire ai settori industriali a rischio chiusura un quantitativo di energia (si pensa a 25 terawattora) a prezzo calmierato (ad esempio 50 euro a megawattora)”. Ad intermediare l’operazione dovrebbe essere il Gestore servizi energetici (Gse), che dovrebbe recuperare la differenza tra il prezzo di mercato e quello calmierato o riducendo gli incentivi che distribuisce ai produttori di energia rinnovabili (sono 10 miliardi all’anno raccolti nelle bollette) o erogandoli in un tempo più lungo, spalmandoli ad esempio in 12 anni anziché in 10 anni.

APPALTI, CONTRO I RINCARI SPUNTA LA COMPENSAZIONE ALLA FRANCESE
“Riesplode la questione dell’aumento dei prezzi delle materie prime nei cantieri degli

Appalti

appalti pubblici”, scrive il Sole 24 Ore. Il problema al quale trovare una soluzione è questo: il tema dei bandi di gara sottocosto. “Una situazione perversa in cui l’iter di affidamento dell’opera parte già con un valore base d’asta che si stima mediamente più basso rispetto ai costi reali del 12% e che, in molti casi, tocca punte del 20%. Se già nel momento di avvio del percorso di gara e di definizione del prezzo il costo dei materiali è largamente sottostimato rispetto a quello reale – prosegue il quotidiano economico – l’opera non parte e si blocca immediatamente”. La soluzione sta in un meccanismo stabile di revisione dei prezzi da inserire nel codice degli appalti. Uno strumento che prevede un adeguamento continuo dei costi iniziali, applicando un coefficiente dato dal rapporto tra l’indice Istat relativo al mese di maturazione del Sal e il medesimo indice relativo al mese di presentazione dell’offerta”. In Francia, dove lo si usa ovunque, il meccanismo ha permesso di adeguare i prezzi dei contratti del 24% per le strutture e opere di ingegneria in acciaio, del 14% per le manutenzioni stradali e del 9% per le fondazioni e opere geotecniche.

IN ARRIVO RISTORI PER 360 MILIONI. IN CANNA 450 MLN PER IL COMPARTO AUTO

Ristori

Lo si legge su Italia Oggi: “In arrivo subito ristori per 360 milioni di euro alle attività produttive colpite dalla pandemia. Al commercio al dettaglio andranno contributi a fondo perduto per 200 milioni. Per beneficiare degli aiuti, però, le imprese dovranno presentare un ammontare di ricavi riferito al 2019 non superiore a 2 milioni di euro, e dovranno aver subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019”. Esteso il credito di imposta per le rimanenze di magazzino nei settori tessile-moda-accessori anche ai dettaglianti. Il governo sta pensando ad un pacchetto di misure anche per il comparto automobilistico: 450 milioni per finanziare l’ecobonus auto e moto. Il raggio d’azione del fondo viene esteso a discoteche e piscine. E ci sono 20 milioni di euro per parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici. Sono invece 40 i milioni per i settori wedding, intrattenimento e affini.