CONTRO IL CARO BOLLETTA: DALL’AUTOPRODUZIONE ALLO STOP DELLE MACCHINE
Lo si legge sul Sole 24 Ore: «Oggi la corrente elettrica ha raggiunto un altro primato pessimo passando da 46 centesimi a 70 centesimi al chilowattora. La punta di prezzo pagata alle società elettriche arriverà al primato raccapricciante di 688,58 euro. Sono costi tali che, secondo alcuni calcoli, per assurdo una famiglia risparmierebbe se si dotasse di un generatore a benzina da 3 chilowatt da collocare sul balcone». Molte imprese sono alla ricerca di soluzioni: c’è chi ferma i macchinari e chi rafforza l’autoproduzione di energia puntando «alle piccole centrali autonome, alle biomasse, all’efficienza energetica, alle fonti rinnovabili, ai contratti pluriennali a prezzo concordato di Ppa (power purchase agreement) o alle aggregazioni di consumo fra le imprese o tra le famiglie, come nel caso delle comunità energetiche». E se ieri mattina i future del gas scambiati ad Amsterdam alla borsa Ttf, il mercato spot di riferimento per tutta Europa, segnava un rialzo del 17,85%, l’allarme interessa anche i carburanti: «Il prezzo medio della benzina in modalità self sarebbe salito a 2,004 euro al litro».
IMPRESE SENZA SEGRETI: OBBLIGATORIO IL REGISTRO DEI TITOLARI EFFETTIVI
Lo scrive Italia Oggi: «Il registro dei titolari effettivi diventa obbligatorio a livello globale e non solo a livello Ue». Lo ha deciso il Gruppo d’azione finanziaria internazionale, organismo che lotta contro il denaro sporco, con l’approvazione della revisione della Raccomandazione 24 e della Nota interpretativa che richiedono ai Paesi di garantire «che le autorità competenti abbiano accesso a informazioni adeguate, accurate e aggiornate sui veri proprietari delle società». In Italia, un registro non è ancora stato implementato. Ora, i Paesi devono garantire che queste informazioni siano «detenute da un’autorità pubblica o da un organismo che funzioni come un registro. Le autorità competenti dovranno accedere alle informazioni in modo rapido ed efficiente. Inoltre, dovranno valutare e mitigare i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo associati alle società straniere a cui i loro Paesi sono esposti». Nello stesso tempo, vengono rafforzati gli standard internazionali sulla titolarità effettiva delle persone giuridiche per garantire una maggiore trasparenza e per mitigare i rischi di un loro uso improprio, pur mantenendo un certo grado di flessibilità per i singoli Paesi.
LA UE ALZA IL TIRO, NUOVE REGOLE PER LA FINANZA SOSTENIBILE
Si legge sul Sole 24 Ore che «il nemico da combattere è il greenwashing, l’ecologismo di
facciata. E’ per questo che la Commissione Ue traccia la rotta per il contributo del mondo finanziario alla transizione verde». L’obiettivo è quello di incoraggiare imprese e operatori ad adottare i principi Esg per una sostenibilità a 360 gradi che tenga conto degli aspetti ambientali, sociali e di governance e spingere l’acceleratore sui prodotti finanziari sostenibili. Infatti, «le scelte sostenibili non sono più un optional: con la direttiva Csrd (Corporate sustainability reporting directive), per le grandi imprese e le Pmi quotate sarà obbligatorio redigere un report di sostenibilità che acquista pari dignità rispetto agli altri indicatori di bilancio». Un marchio per le attività sostenibili sarà, invece, una sorta di “bollino di garanzia” per guidare le scelte degli investitori. Bruxelles, inoltre, propone uno standard di riferimento volontario per le obbligazioni verdi (green bond): «La misura consentirà a imprese ed enti pubblici di raccogliere con maggiore facilità finanziamenti su larga scala per investimenti a favore della tutela dell’ambiente». Per evitare il greenwashing, però, sono necessari meccanismi di controllo stringente con verifiche incrociate per assicurare la trasparenza. Da non dimenticare, infine, che un ruolo di primo piano spetterà alla Bei, già diventata Banca per il clima. Dal 2025 destinerà alle politiche di sostenibilità almeno la metà dei finanziamenti.